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Umor "trash"

di Federico Ferrone
  La merditude des choses
Data di pubblicazione su web 21/05/2009  

Come suggerisce già l'ironico e fatalista titolo originale («La merditudine delle cose»), il film del belga Felix Van Groeningen, classe 1977, non va tanto per il sottile. Se è per questo, neppure i suoi responsabili del marketing, visto che per lanciare il film al Festival di Cannes quattro attori del cast hanno deciso, citando una delle scene madri, di sfilare senza veli in bicicletta, insieme ad alcuni nudisti, sulla Croisette.


Presentato nella Quinzaine des réalisateurs, la pellicola ripercorre in maniera estremamente divertente le vicende del tredicenne Gunther Strobbe e della sua disastrata famiglia, composta da sua nonna, suo padre e tre zii. Paziente e indifesa la donna; maneschi, beoni e disadattati i quattro fratelli, che garantiscono al nipote il peggiore degli ambienti familiari pur amandolo profondamente. «C'è odore di birra da Londra a Berlino», cantava Jacque Brel, alludendo forse al fatto che a metà strada tra i due paesi c'è proprio il suo Belgio. Un paese dove gli uomini, a credere il film, sono tutti costantemente ubriachi e le donne disperate o peggio maltrattate.

La merditude des choses è un racconto di formazione improntato a un umorismo trash, raccontato soprattutto in flashback, attraverso la voce di Gunther, divenuto oggi scrittore di successo. Con dialoghi caciaroni e rumorosi, Groeningen dipinge una realtà di miseria sociale quasi assoluta, rimanendo sempre sul filo del divertimento, anche nei momenti più drammatici, e senza mai cedere alla tentazione di un giudizio morale. Attraverso gli occhi del protagonista bambino filtra soprattutto tenerezza per quest'umanità un po' bestiale.

Fin qui tutto bene. Il problema si pone quando si riflette a quanto il Belgio, entità politicamente sempre più vaga ma cinematograficamente molto compatta, ha prodotto in questi ultimi anni. In Italia, purtroppo o per fortuna, la cosa non è evidente ma dal "plat pays" arrivano sempre più film che assomigliano a quello di Van Groeningen: ironici, politicamente scorretti e tendenzialmente spietati nella descrizione dello squallore umano della provincia. Cosa interessante, questi film sono frutto sia di registi francofoni che fiamminghi. Vengono in mente Aaltra (2004) di Benoit Delépine e Gustave Kervern, Eldorado (2008) di Bouli Lenners e, uscito anche da noi, il quasi insostenibile Ex Drummer (2007) di Koen Mortier, sorta di Trainspotting all'ennesima potenza dove il protagonista, guarda caso, era sempre uno scrittore.

Di per sé non sarebbe un male e dimostrerebbe anzi una capacità di auto-ironia molto forte, che prende le mosse da alcuni dei più radicati stereotipi sul Belgio: la pedofilia, le difficoltà della post-industrializzazione, la miseria sociale e l'alcoolismo. In un certo senso tutti questi film ribaltano in chiave comica e grottesca le tematiche sociali dei più famosi cineasti belgi, i fratelli Dardenne. Il rischio, casomai, è di sconfinare un po'nella maniera. Ma sono discorsi un po' oziosi. Vogliamo scommettere che il film non uscirà mai in Italia?

La merditude des choses
cast cast & credits
 



Felix Van Groeningen


 
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