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Umor "nero"

di Federico Ferrone
  Precious
Data di pubblicazione su web 17/05/2009  

Come è noto gli orgogliosi selezionatori del Festival di Cannes non prendono in considerazione film già presentati in altre rassegne. In realtà accettano difficilmente anche solamente l'idea che una produzione possa preferire alla Croisette un'altra vetrina, per quanto milionaria. Ecco perché è davvero una circostanza eccezionale che Precious, già presentato (e addirittura premiato) al Sundance Film Festival di quest'anno, sia stato ammesso nella sezione "Un certain regard".


L'americano Lee Daniels merita però questo privilegio: il suo è uno di quelle rare opere capaci di far ridere di argomenti delicati e al contempo trattarli con tenerezza, rendendoli così più forti. Ambientato a fine anni '80 in una Harlem soffocata dalla droga e dalla miseria sociale, il film è la storia di una sedicenne nera, Claireece "Precious" Jones appunto, che accumula le disgrazie. Orribilmente obesa, semianalfabeta, già violentata e messa incinta dal padre (da cui ha avuto una bambina con la sindrome di down, da tutti chiamata "Mongo"), la poveretta è costantemente umiliata da una madre che passa le giornate davanti la tv, la costringe a rimpinzarsi di cibo-spazzatura e la usa per incassare i sussidi di cui vive. Altro? Certo: all'inizio del film Clareece scopre di essere incinta una seconda volta, sempre per colpa del padre, e viene espulsa dalla scuola. Per fortuna che la direttrice decide di iscriverla a un istituto dai metodi alternativi dove alle ragazze con problemi sociali viene insegnato a leggere e scrivere. Qui, malgrado alcune difficoltà, incontrerà un'insegnante comprensiva e nuove amiche, riuscendo pian piano a staccarsi dalla madre e a recuperare un po'di stima in sé stessa e la speranza di una vita almeno normale.

Tratto dal romanzo Push della poetessa Sapphine, Precious è un racconto di formazione che parte dal peggiore degli incubi familiari, dove incesto, pedofilia e umiliazione congiurano tutti verso la protagonista che, per sfuggire all'orrore, si rifugia in sogni di gloria (strepitose le sequenze oniriche in cui immagina di essere una diva circondata da fotografi e giornalisti) o si guarda allo specchio immaginando di essere bianca e magra. Alla sua seconda regia, dopo l'inedito (in Italia) Shadowboxer, Daniels, già produttore di Monster's Ball, ha trovato un equilibrio sorprendente che rifiuta la via della commiserazione e utilizza l'arma del politicamente scorretto senza compiacimento (fatto raro) e senza mai dimenticare l'umanità dei suoi personaggi. Se pensiamo al cinema indipendente americano vengono in mento l'umorismo nero di Juno e di tutto il cinema di Todd Solondz (Clareece ricorda una delle "incarnazioni" del personaggio principale di Palindromes).


Precious è un film afro-americano che può permettersi il lusso di insistere sugli stereotipi "tabù" della comunità nera che autori bianchi difficilmente tratterebbero (le violenze domestiche, le persone che vivono grazie ai sussidi pubblici, i padri assenti le teenager incinte e l'obesità) ma riuscendo poi anche a rovesciarli. Per la prima metà del film, da spettatori coscienziosi, si ha quasi paura di ridere, tanto i temi trattati sono delicati. Ma è proprio attraverso quest'equilibrio tra umorismo nero (in tutti i sensi) e umanità, che riesce anche a non essere quasi mai retorico, che emerge l'umanità dei personaggi. La mostruosità di Clareece e della sua famiglia non è negata ma anzi esasperata, ridicolizzata, resa comica ma tutto il film racconta il suo tentativo, un passo alla volta, di superare quest'orrore e ricrearsi una normalità. In questo senso, è anche un film politico, oltre che un'opera carica di speranza. Abituati come siamo a pellicole obbligate a scegliere tra commedia e tragedia, si rimane inevitabilmente colpiti da quei film che riescono a mescolarle in maniera così profonda.

Bravissima è la protagonista ed esordiente Gabourey Gabby Sidibe, ma strepitosa è soprattutto Mo'Nique, solitamente attrice comica, qui nel ruolo della madre-mostro incapace di proteggere dal padre la figlia sulla quale ha poi riversato le sue frustrazioni. In due cameo appaiono anche le icone pop Lenny Kravitz (nel ruolo di un infermiere) e Mariah Carey (bravissima in quello di un'assistente sociale), entrambi giunti a Cannes per sostenere il film.

 

Precious
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