Nel cinquantesimo anniversario della fondazione del Teatro Laboratorio di Grotowski la città di Wroclaw ha ospitato lundicesima edizione del Premio Nuove Realtà Teatrali. In occasione del festival che ha accompagnato la premiazione, il regista argentino Rodrigo Garcia, che figura tra i cinque premiati, ha presentato negli spazi della Sala Gotycka ben tre rappresentazioni della performance Accidens (matar para comer).
Lo spazio scenico si presenta come diviso da tre raggruppamenti di oggetti: ad uno dei due lati, sul fondo, sta un tavolo, su cui posano una piastra di metallo per la cottura delle carni, un ampio tagliere, un bicchiere da vino e vari utensili da cucina. Allestremità opposta siede Juan Loriente, fumando un sigaro con espressione impassibile e cruda, accanto ad una vasca di plastica bianca colma dacqua a metà. Al centro pende un gancio.
Dopo averci fatto attendere qualche istante, lattore trae dalla vasca loggetto del “matar” suggerito dal titolo: un astice vivo, con le chele legate. Con calma lo porta al centro della scena, dove pende il gancio insieme ad un piccolo microfono, e ve lo appende – di qui in avanti, finchè lanimale sarà legato al gancio, sentiremo il battito amplificato del suo cuore. Dopo alcuni preparativi, come cospargere di vino bianco il crostaceo appeso, Loriente ne libera le chele con un paio di forbici, in seguito lo stacca e lo posa sul tagliere. Ne recide le antenne, le chele, e lo spacca in due, dalla coda alla bocca in parti nettamente divise. Lanimale sembra ancora vivo, lo vediamo vibrare e flettersi mentre lattore sala le sue carni, e lo preme sulla piastra. Loriente si mesce del vino bianco, e, a piatto pronto, siede a mangiare, con le mani.
Juan Loriente in un momento dello spettacolo
La performance, nota alle scene già da alcuni anni, è stata più volte attaccata da esponenti dei movimenti animalisti. Questo è comprensibile, in quanto consiste della lenta uccisione di un animale, che si protrae per quasi tutta la durata dellazione, lunga complessivamente venticinque minuti. Ma ogni accusa di maltrattamento non deve trascurare che questa esibizione, in fondo, riproduce il processo di preparazione che ogni giorno porta la carne dastice sulle tavole più elette di molti ristoranti.
In chiusura dellazione, mentre Loriente si ciba dellastice, viene proiettato, su uno schermo situato fin dallinizio in fondo alla scena, un testo di Garcia, che libera la performance dal sospetto di crudeltà gratuita, suggerendone lintento semantico: la nostra abitudine a prodotti alimentari già pronti per il consumo ci aliena dal concreto processo della loro produzione e dal modo in cui questo si inserisce nel ciclo della vita: anche la carne tenera conservata in gelatina nelle scatolette “Simmenthal” era un bovino che è stato ucciso e macellato. Così la performance diretta da Garcia può essere letta come avente un proposito maieutico: mostrandoci il processo concreto che dalla vita dellanimale nel suo elemento – quando lazione comincia lastice si trova nellacqua della vasca – passa attraverso la sua lenta uccisione per portarne le carni sulla tavola, ci ricorda la dimenticata verità sui nostri consumi alimentari: si uccide per mangiare.
Il corpo di Juan Loriente, mantendendo lungo tutta lazione la stessa espressione cruda e impassibile, se ripensato alla luce del testo proiettato sullo schermo assume unampia valenza semantica: in esso possiamo riconoscere lalienazionde delluomo non solo dal suo lavoro, distante ed indifferente persino nellatto di uccidere, ma anche dai suoi atti di consumo, in cui egli si appropria secondo schemi meramente funzionali dei prodotti che acquista, senza interrogarsi sulla loro reale provenienza. Lattore mantiene la stessa, inflessibile espressione sia che osservi lanimale, sia che lo uccida o lo mangi.
|
|