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La coppia che affonda

di Marco Luceri
  Leonardo Di Caprio e Kate Winslet
Data di pubblicazione su web 12/02/2009  
La coppia di Titanic (1998), a dieci anni di distanza, è scoppiata. Per i milioni di spettatori che hanno amato il capolavoro catastrofico-lacrimevole di James Cameron non deve essere stata una bella sorpresa rivedere Leonardo Di Caprio e Kate Winslet nel nuovo film di Sam Mendes (che nel frattempo, nella realtà, è diventato il marito dell'attrice). Questo perché il regista di quel film memorabile che è stato American Beauty (1999) ha portato sullo schermo proprio l'immagine prima sbiadita, poi polverizzata, poi definitivamente esplosa, di quella che ormai fu (il passato a questo punto è d'obbligo) la storia d'amore più popolare della storia del cinema.



Rivolgendoci al passato più prossimo, e ripensando per un attimo a quello che è accaduto alla fine degli anni Novanta nel cinema e nella società americana, per uno strano senso di fatalismo, scopriamo che quei due film, Titanic e American Beauty arrivavano a chiudere un decennio (quello dell'ottimismo clintoniano) e ad aprirne un altro (quello dello smarrimento e dell'angoscia post-11/09), all'insegna di un immaginario che prefigurava già il buio oltre la catastrofe. Si tratta solo di suggestioni, certo, di coincidenze, eppure fa una certa impressione pensare che questo Revolutionary Road sia forse un misterioso punto di convergenza tra due film molto meno dissimili di quanto si pensasse fino a qualche tempo fa.

Sam Mendes ha girato un film molto diverso da quello di dieci anni fa: il racconto corale, le storie intrecciate tra di loro attraverso un discontinuo montaggio alternato (American Beauty fa giustamente parte di un ideale mirabile trittico insieme ad America oggi di Altman e a Magnolia di Anderson) hanno lasciato il posto a un racconto più classico, lineare, pulito e senza particolari scossoni, ambientato nell'altrettanto classica provincia americana degli anni Cinquanta. Dovizia di particolari a parte (scenografie e costumi d'epoca ricostruiti con assoluta precisione), Revolutionary Road non ha neppure quel nugolo di credibili personaggi secondari (a meno che non si considerino tali il matto e le altre presenze macchiettiste del film), mirabili caratteri di un'America attraversata da una paurosa perdita d'identità, che facevano di American Beauty un affresco corrosivo e spietato sul presente.



Cos'è allora che rende questo nuovo film di Mendes così speciale? La risposta sembrerebbe banale, ma è una sola: i due attori protagonisti. Perché se di immaginario stiamo parlando (e ci si perdoni l'abuso del termine), è proprio il deflagrare verso l'orrore di una normalissima coppia dai sogni infranti, il raggiungimento di una maturità auspicata e mai così pericolosamente destabilizzante, a trasformare nella nostra mente di spettatori i dolci ed eterei volti di Di Caprio-Winslet del Titanic in maschere della paura, cariche di tensione, di ansie e di rancori. Mendes lascia giustamente tutto lo spazio possibile a questa messinscena dello specchio infranto, facendo sì che le espressioni e le presenze di questi due corpi, sempre più svuotati dell'anima, occupino lo schermo in maniera pesante, quasi soffocante. Sono infatti più i piani d'insieme che i primi piani (!) a conservare quella carica di vacuità su cui si innestano le due interpretazioni, diversissime eppur complementari.

Di Caprio è sempre più l'attore modellato dalle esperte mani di Scorsese, soprattutto quello di Departed: sprezzante, cattivo, pieno di smorfie e sfuggente, capace di trasformare la rabbia interiore, covata a lungo, in una sorta di esplosione totalizzante che travolge tutti gli elementi della messinscena, a cominciare dagli oggetti. La sua interpretazione rivela una capacità molto rara oggi tra i divi di Hollywood, e cioè quella di imporre la propria fisicità rendendola fragile e pesante nello stesso tempo; certo a questo concorre la scelta di ruoli appropriati, come quello di Frank nel film di Mendes, che pur sembrando sulla carta facili e quasi prevedibili, riescono a diventare vere e proprie superfici variabili, in cui l'attore innesta tutte le sue capacità camaleontiche.



Anche Kate Winslet da' una prova di grande maturità, interpretando la parte di Avril, una donna inquieta a cui le aspirazioni del marito in carriera tolgono piano piano il sogno di una vita diversa, che chiunque, almeno una volta nella vita, tende ad avere. Il suo personaggio è sicuramente più complesso e difficile di quello interpretato da Di Caprio, e il volto della Winslet, ormai segnato da un'inaspettata quanto espressiva durezza, riesce quasi da solo a reggere l'intera architettura interpretativa, che in alcuni punti si potrebbe definire persino straniante, tanto l'attrice riesce a ridefinire i contorni di un ruolo che pare, come quello di Frank, già confezionato. Va meglio nella prima parte del film, però: nella seconda, in cui ci sarebbe voluto un maggiore scatto e forse una più complessa caratterizzazione del personaggio, Winslet appare troppo trattenuta e cerebrale, laddove invece Di Caprio continua a mostrare tutta la splendida inettitudine di Frank.

Nel complesso il tutto viene dunque tenuto insieme da queste due grandi prove e da parte nostra siamo sicuri che a distanza di dieci anni questi attori si siano definitivamente scrollati di dosso la patina zuccherosa dei due grandi eroi d'amore del Titanic, grazie all'intelligentissima e quasi obbligata, difficile rilettura che essi hanno dato alle loro rispettive carriere. Rivederli oggi interpretare un marito e una moglie così cupi, distanti, esasperati, legati da un'incomprensione reciproca così profonda da risultare piacevolmente disturbante, fa davvero impressione, ma questo non può che andare a loro merito. La voglia e la capacità di rischiare non sono da tutti, specialmente a Hollywood. Ma a volte è l'unico salvagente per non affondare.


Revolutionary Road
cast cast & credits
 






 
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