Cè chi durante le vacanze di Natale rimane a casa; o almeno, come il sottoscritto, non se ne va per venti giorni in uno di quei posti per forzati delle vacanze low cost da filmaccio allitaliana di fine anno. Così ogni tanto sta dentro le mura domestiche. Così ogni tanto accende la televisione. Così sempre la spenge con qualche conato di vomito poco natalizio.
Per esempio oggi pomeriggio, 29 dicembre, il sottoscritto lha accesa per qualche minuto su Rai Due, canale pubblico pagato dai cittadini italiani. Dove cè una strasmissione (non è un errore di battitura) intitolata Italia allo specchio. Fin qui, niente di male. La presenta una di cui non ricordiamo il nome, e neanche vogliamo ricordarcelo, a dire la verità. Diciamo che è bionda. E che a un certo punto ha usato il verbo “incacchiare”. Ci pare che basti.
In questa strasmissione si discute di casi, come dire?, nazionali. Non per niente si chiama Italia allo specchio. Ci sono esperti in studio ed esperti in collegamento. Quando labbiamo accesa noi il tema (fondamentale e da paese altamente industrializzato, come chiunque può capire) era “Tra moglie e marito non mettere il dito”. Roba grossa, insomma. Temi scottanti. Argomenti che tutto il mondo ci invidia.
Collegamento con unesperta che spiega che, insomma, è bene che moglie e marito stiano tranquilli, e che le suocere non mettano né il dito né altro. Per esempio, dice a un certo punto facendo il conto (una specie di decalogo) delle cose che una suocera non deve fare, insomma dei ditoni che non deve mettere: non deve criticare la nuora, quando facciamo il caso non usa bene lago nel cucire e altre cose del genere.
Qui siamo, onestamente, rimasti basiti. Avete presente gli choc spazio-temporali? No? Beh, neanche noi. Ma a sentire una che, allo spirare del 2008, si rivolgeva a unItalia di suocere che rimproverano le nuore perché non sanno bene usare lago e il filo beh, labbiamo avuto. Zac! indietro di almeno un cento-centoventi anni, in un paese rurale dove le suocere vivevano con le nuore, si stava davanti al camino, il nonno era il pater familias e i mariti dei mezzi scemi – insomma, più o meno così. E la sera naturalmente che si faceva? ma si cuciva, naturalmente. I calzini sfondati del marito, il bavero della giacca di fustagno del nonno, le mutande dei figliolini e dei maritoni, le canottiere di lana (ruvida, si capisce) dei nipoti con il naso gocciolante (almeno, nelle illustrazioni dellOttocento li facevano così). E magari col pievano alluscio.
Si racconta che, quando nacque la televisione in Italia (1954), agli autori si prescriveva di fare trasmissioni per spettatori che fossero, più o meno, come bambini di 12 anni. Ora, 54 anni dopo, evidentemente nel pomeriggio lo spettatore-tipo si considera una (la suocera) di circa 160 anni, nata quindi intorno al 1848, in un paese di montagna, con la famigliuola sempre riunita intorno al focolare in attesa della Befana.
E se la nuora infila male lago, per citare indirettamente la conduttrice bionda di cui sopra: beh, ragazzi, so cacchi sua.
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