La storia delle due rappresentanti della famiglia Medici che divennero, fra XVI e il XVII secolo, regine di Francia è raccontata attraverso arazzi, dipinti e sculture nella mostra «Caterina e Maria de Medici: donne al potere», recentemente inaugurata a Firenze, nelle sale di Palazzo Strozzi. Sono i quindici arazzi dedicati alla leggendaria regina Artemisia a costituire il principale nucleo dellesposizione: già proposti a Caterina per glorificare il defunto Enrico II (1559), furono poi commissionati quarantanni dopo da Enrico IV di Borbone, per celebrare – con fili doro e altri materiali pregiati – la sua consorte Maria.
Si tratta di una manifattura Pre-Goeblins, poiché solo alla fine del XVII secolo sarebbe nata la Manifacture Royale des Muebles de la Couronne, che avrebbe poi preso il nome dallantica famiglia di tintori provenienti da Reims. Ma già gli arazzieri fiamminghi che realizzarono Le storie di Artemisia – François de la Planche e Marc de Comans – lavoravano nel quartiere dei Gobelins, in un laboratorio situato nel feaubourg Saint Marcel, vicino alla Gare dAusterlitz. Per la loro opera si basarono sulle illustrazioni del poema epico Histoire de la Royne Artémise – in gran parte realizzate da Antoine Caron – scritto fra il 1561 e il 1562 da Nicolas Houel per rendere omaggio alla regina Caterina. Il testo fondeva le storie di due Artemisie, entrambe originarie della Caria, regione dellodierna Turchia: da un lato uneroina che partecipò al fianco dei persiani, contro i greci, alla battaglia di Salamina, dallaltro la vedova di Mausolo che, dopo la sua morte, fece costruire un monumento funebre tanto bello da essere annoverato fra le sette meraviglie del mondo.
Le stesse tematiche mitologiche si ritrovano nei dipinti del belga Bernard Rantwyck, con la serie delle Sette meraviglie del mondo. Il mito di Artemisia è poi ricordato attraverso dipinti secenteschi di artisti italiani fra cui Francesco Curradi, Cesare Dandini e Gian Gioseffo Dal Sole. Ma lesposizione presenta anche dipinti che testimoniano la storia delle due regine, con opere come le tele di Jacopo di Chimenti da Empoli che celebrano le nozze di Caterina e di Maria. In mostra anche molti tesori che appartennero alle due ‘donne al potere: fra questi la Cassetta di Valerio Belli, in argento e cristallo di rocca e la coppa di Diana di Poitiers.
Il catalogo, curato da Clarice Innocenti, che ha pubblicato un suo saggio sullarte dellarazzo, ha il merito di essere chiaro ma non semplicistico. Contiene saggi di Cristina Acidini, Valérie Auclair, Giorgio Bonsanti, James M. Bradburne, Arnaud Brejon de la Lavergnée, Luisa Capodieci, Roberto Contini, Barbara Gaehtgens, Sara Mamone, Maria Sframeli e Jean Vittet.
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