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Fragilità russa

di Sara Mamone
  Bumazhny soldat - Paper soldier
Data di pubblicazione su web 06/09/2008  

C’è materiale per almeno tre film nell’interessante opera del giovane Aleksej German jr (classe 1976, giuste scuole di cinema moscovita e intensa attività pregressa, amorevolmente seguita dal festival veneziano di cui è stato nel 2003 menzione speciale Leone futuro; jr per distinguersi dall’omonimo padre, apprezzato e intermittente regista oggi settantenne in attività). Ci sono le molte facce di un paese alla ricerca di una nuova identità, smarrito, dubbioso, conscio del suo grande passato remoto e incerto su come fare storia del proprio passato più recente. Ci sono anche le considerazioni dialettiche di chi ha ben compreso che i riflessi personali della grande storia si narrano al cinema ponendola ad altezza d’uomo. Infatti è un grande evento della storia e dell’orgoglio sovietico quello che fa da sfondo alla narrazione: è la conquista dello spazio da parte dell’uomo, la storia del primo lancio nel 1961 dal centro spaziale di Baikonur, nel Kazakistan, dell’astronauta Jurij Gagarin. Ma è la storia intima e personale del giovane ufficiale medico Daniel Pokrovsky che si dipana all’ombra del grande evento, sono la sua appartenenza all’intelligentsia privilegiata della capitale, la sua incerta felicità coniugale, la sua scelta di lasciare Mosca per seguire la durissima vita degli aspiranti astronauti a costituire la trama del film. Sono soprattutto i suoi dubbi sul prezzo umano pagato per l’impresa e soprattutto sulle motivazioni di questa: giusto amore per la scienza? giusto amore per la grandezza della patria? smodata follia di ambizione imperialista?


Bumazhny soldat - Paper Soldier
Bumazhny soldat - Paper Soldier


 

C’è una affinata capacità di sentire e, soprattutto, di soffrire, in quest’uomo che riassume in sé biografia cecoviana (medico, come lo scrittore, spinto alla professione come esercizio di una missione) e caratteri dei suoi personaggi (in perenne incertezza affettiva, taciturni, destinati ad essere risucchiati dalla storia). E’ infatti l’orgoglio culturale del grande teatro russo l’altro grande protagonista di questo film complesso, la capacità di costruzione corale (si vedano le, troppo lunghe, parentesi moscovite, la festa di laurea nella dacia che pare la ripresa filmata di un dramma cecoviano, si vedano le, troppo esplicite, citazioni finali di Zio Vanja,). Il teatro di Cechov costruisce anche le due grandi figure femminili di questa vicenda, l’emancipata e a tratti frivola moglie moscovita e l’ingenua compagna dei tradimenti kazaki, unite per sempre dal ricordo dell’uomo, coabitatrici di una stessa casa moscovita nel rendiconto finale.


Bumazhny soldat - Paper Soldier
Bumazhny soldat - Paper Soldier


 

Il teatro cede comunque il passo al grande cinema, il grande cinema sovietico degli spazi infiniti, il cinema paterno dei colori sbiaditi, quasi filtrati dall’offuscamento della visione personale del protagonista, mentre  la capacità di narrazione trasforma la desolazione dell’immagine in persistenza visiva di un dato interiore. Non è credibile che il centro spaziale dell’allora più grande potenza del mondo sia quel bric a brac campagnolo che il regista ci presenta, né che Jurij si avvii all’appuntamento con la storia dopo una gioiosa e sfrenata corsa in bicicletta con il suo “secondo”, ma certo una più fedele ricostruzione ambientale non avrebbe reso quel senso di ansia, di solitudine, di incertezza, quel senso di precarietà interiore che costituirà la base di erosione delle certezze sovietiche ben prima del loro tracollo istituzionale.   

Nonostante l’eccessiva complessità ci pare questa una delle più interessanti opere presenti al festival; le gioverebbe senz’altro qualche taglio (ad. es.la troppo esplicitata dipendenza filiale) che potrebbe aiutare l’assimilazione completa del dettato cecoviano dell’arte come sottrazione. Ma forse non si può ancora chiedere ad un regista poco più che trentenne.




Bumazhny soldat - Paper soldier
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