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I congegni ad orologeria del “nuovo” cinema americano

di Luigi Nepi
  Un fotogramma del film
Data di pubblicazione su web 30/08/2008  

Guillermo Arriaga è uno dei più famosi intellettuali messicani, nonché sceneggiatore pluripremiato (I tre funerali di Melquiades Estrada, 21 grammi, Babel...) e tuttò ciò si avverte anche in questo film, che rappresenta il suo esordio da regista. Ma non è tutto oro quello che luccica. Infatti se da un lato il film risulta ben scritto, ben interpretato, con una struttura narrativa solidissima che funziona come un congegno ad orologeria, dall’altro non appare altrettanto ben diretto. A scanso di equivoci va detto che il film funziona: Arriaga, grazie anche ad un sapiente uso del montaggio parallelo, riesce ad emozionare e coinvolgere lo spettatore in un dedalo di storie che si svolgono in tempi e piani diversi tra loro, fino a trovare un’unica soluzione finale. Manca, però, di quel guizzo, di quell’apertura, di quell’anima, che fa di un buon film un grande film. È la tendenza del “nuovo” cinema americano di oggi, spesso fatto da grandi sceneggiatori che esordiscono alla regia cinquantenni (come Paul Haggis), evidentemente nella convinzione che il lavoro del regista sia solo quello di mettere in scena ciò che è già previsto in un’ottima sceneggiatura.

Lo stesso Arriaga ha dichiarato che voleva “raccontare storie di amore estremo, basando ciascuna di esse su uno dei quattro elementi: fuoco, terra, acqua e aria”; ed in effetti vi sono quattro storie che, a due a due, si sovrappongono e si giustappongono in tempi cronologicamente diversi: Nick e Gina, adulteri misteriosamente bruciati vivi all’interno della roulotte dove consumavano i loro incontri, Mariana e Santiago, figli dei due amanti defunti, che a loro volta iniziano una relazione, apparentemente innocente, ma profondamente disturbata; Sylvia, donna-manager insoddisfatta (nuovo animale mitologico sempre più in voga nel cinema contemporaneo), che fa passare nel suo letto un uomo diverso ogni giorno nel tentativo di placare una profonda inquietudine; infine di nuovo Santiago, aviatore messicano specializzato nella disinfestazione di piantagioni che rimane coinvolto in un incidente con il suo aereo; non è il caso di dire di più per non rovinare la sorpresa sulla quale poggia tutto il film.

La parte migliore dell’opera sono senza dubbio gli attori anzi, in questo caso, le attrici. Una straordinaria, sempre più bella e brava, Kim Basinger, nella parte di Gina, madre di famiglia e splendida adultera “senza seno” (a causa di un tumore), la cui colpa viene “mitigata” dalla esibita impotenza del marito. Charlize Theron, unica diva che riesce ad essere meno bella sullo schermo che dal vivo, e che ogni volta riesce a sorprendere con la sua bravura dando un’ulteriore prova, semmai ce ne fosse bisogno, della sua continua maturazione artistica; qui è la tormentata Sylvia. E forse in futuro sentiremo parlare anche di Jennifer Lawrence e Joaquim De Almeida, i giovani amanti Mariana e Santiago, che offrono una prova convincente nel difficile ruolo a loro affidato.

Come era possibile prevedere anche The Burning Plain è stato premiato (con il meritato "Mastroianni" alla giovane e bravissima Jennifer Lawrence), ma ciò non colma quel deficit di “anima” a cui accennavo sopra.

 



The burning plain
cast cast & credits
 



 
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