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La Fura dels Baus: 'divina' a metà 

di Antonio Scribano
  I sette peccati capitali si lanciano dall'alto della facciata di Palazzo Pitti
Data di pubblicazione su web 07/07/2002  
Una schiera di "maschere", legate a robuste imbracature, si è lanciata il 19 giugno scorso dal cornicione di Palazzo Pitti (Firenze) verso la piazza antistante, dando inizio ad uno spettacolo di grande impatto visivo organizzato dal Consorzio Classico Italia in occasione dell'apertura di Pitti Uomo.

Gli attori della compagnia la Fura dels Baus (di Barcellona) hanno inscenato in questa prima sequenza la "caduta" delle anime dannate agli inferi. Al loro atterraggio le fiamme dell'inferno, simulate da fuochi d'artificio piazzati a terra lungo la facciata del palazzo, si sono accese potenti, introducendo uno "sbarco" di diavoli-secondini. La scena "volante", preparata dalla Fura, si estendeva da una parte all'altra della piazza, totalizzando interamente il campo visivo dello spettatore costretto a girarsi per guardare i diversi luoghi dell'azione. Molto bella l'idea delle clessidre giganti posizionate sul tetto, nei bracci laterali del palazzo, all'interno delle quali due attori venivano interamente seppelliti dalla polvere del tempo.

Mentre tutti erano intenti a guardare l'angosciosa ed impotente lotta dell'uomo con il tempo, al centro della piazza una enorme ruota di metallo veniva agganciata ad una gru e issata a mezz'aria. La superficie esterna della facciata, illuminata da dietro, proiettava un gioco di ombre cinesi: i movimenti scomposti dei corpi degli attori imprigionati nei gironi infernali.

Pur mancando (volutamente) lo spettacolo di efficaci raccordi tra le diverse parti della rappresentazione, impedito il formarsi di un coerente regime visionario in rapporto al capolavoro dantesco, in alcuni momenti la Fura è riuscita a "segnalare" il proprio impegno artistico, le proprie intenzioni. Così ad esempio il quadro "svedese" fatto di uomini in tutina bianca-asettica, alzatosi maestoso a venti metri da terra, rappresentazione - forse - del Purgatorio, alludeva esplicitamente all'attesa dell'uomo che non è ancora entrato nelle grazie di Dio e, implicitamente, a tematiche moderne quali la prospettiva dell'omologazione genetica (gli attori ad un certo punto si intrecciavano formando una catena "cromosomica" omogenea) avviata dalle nuove scienze e tecnologie.

Per un buon quarto d'ora la piazza ha subito l' "aggressione" finale del violento e spettacolare gioco d'artificio: con fontane argentee e fumi d'eden, lampi azzurri, rossi e dorati. Se questo rimandava al Paradiso, credo che la Fura abbia fatto confusione. Il Paradiso è divina perfezione, regno in cui ogni cosa è regolata dall'ordine universale celeste che è si luce, ma soprattutto musica. La luce celeste è difatti immateriale ed incorporea, folgorazione dell'anima e non dell'occhio.

A parte qualche signore anziano "offeso" da una colonna sonora "sparata" a volume elevato, e dal ritmo martellante (campionata elettronicamente, con molti effetti di distorsione e molto bella ed efficace), la Divina Commedia ha riscosso il favore del pubblico che ha applaudito largamente l'iniziativa pubblica e lo spettacolo.


La divina commedia
cast cast & credits
 

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La ruota


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