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Una strada da seguire

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 10/03/2008  

E così è cominciata anche la campagna elettorale: lo sapevamo, naturalmente, ma è sempre una brutta notizia al momento in cui si vede. Rassegniamoci: per un mese e mezzo ce la becchiamo tutti i giorni, poi dopo il 14 aprile ridài, ci sono i commenti infiniti al risultato elettorale. Bene che vada, per un paio di mesi il convento passa questo.

Personalmente ci impegniamo, salvo qualche caso proprio eccezionale, a ignorarla: perché si deve e si può pur sopravvivere anche senza vederci tutte le sere Veltroni, Berlusconi, Fini, D’Alema, Maroni, Casini, Bertinotti e la solita compagnia di giro: Mastella sembra che ce lo siamo risparmiati, se dio vuole (peggio del Festival di Sanremo, se ci passate l’impertinenza: quello almeno durava una settimana e non due mesi). Anche qui vecchi interpreti, canzoni vecchie e sentite chissà quante volte, stonature di prammatica. Grazie, abbiamo già dato.

E non ci piace, a dirla tutta, neanche il cosiddetto ‘nuovo corso’ del fair play, insomma della gentilezza forzata. Oddìo, non che prima avessimo un gran godimento a sentire gli insulti sgangherati; ma c’è sempre una via di mezzo, accidenti. Non importa insultarsi, ma essere un po’ duri sì: e che è,  una partita di allenamento? Guardate negli Stati Uniti, in pienissima gara all’ultimo delegato fra la Clinton e Obama: se le danno di santa ragione. E sono dello stesso partito. Onestamente: preferireste vedere un bel faccia a faccia fra Silvio Veltrusconi e Walter Berloni, o fra Barak e Hillary? Noi il secondo: e infatti fra qualche giorno ce lo andiamo a vedere in loco – chiediamo un breve congedo al Direttore, grazie.

Ma quest’anno c’è una piccola ma significativa variante, proprio televisiva. Un esempio da seguire, secondo noi; una via maestra, testé tracciata e da proseguire anche al di fuori dello schermo.

Ci spieghiamo. In regime di ‘par condicio’, l’assurda legge che regola con il bilancino le apparizioni Tv dei politici (e che non si applica ai giornali, secondo una concezione arcaica della Tv: che per il legislatore evidentemente è il Male, beve i cervelli e  turba le coscienze, e quindi va tenuta sotto controllo di polizia), i programmi dedicati alle elezioni sono terreno minato. Fino a oggi, anzi fino a ieri, i politici andavano in Tv con il miglior sorriso, replicando copioni vecchi come il cucco, spesso incapaci di comunicare e di parlare un italiano comprensibile, ma inchiodati davanti alla telecamera come se da quella dipendesse la nostra vita, e la felicità del mondo. Il concetto era: non importa quello che si dice, basta esserci  e occupare lo schermo col testone (spesso brutto). Stop. I risultati si sono visti.

L’altro giorno invece Boselli, per protesta avendo secondo lui ottenuto poco spazio in Tv, a Porta a porta si è alzato e se n’è andato. Sorpresa. E Casini, su La7,  quasi al termine di un’intervista ha quasi mandato a quel paese il giornalista e, dicendo che le domande non erano di suo gradimento perché non poteva spiegare il suo programma (che è una discreta battuta, ammetterete), ha fatto la stessa cosa: arrivederci e grazie (anzi, senza grazie). Se n’è andato, o, come direbbero a Roma, s’è dato. Ferrara, dal canto suo, ha voluto essere più originale: chiamato a un faccia a faccia con Pannella in una trasmissione del mattino, non s’è neanche fatto vedere, lasciando solo il Giacinto infuriato.

Simile scenetta la fece, se ricordate, anche il mitico Mastella, allora potente Ministro della Giustizia del governo Prodi, che incavolato nero se n’andò in diretta da Annozero. Il che ci permette un vaticinio; o magari, ahimé, solo un piccolo sogno.

Gentili onorevoli, stimati ministri o ex, poderosi premier in pectore o in fieri (a proposito: ma dov’è finito Prodi? siamo preoccupati), seguite questa via maestra. Seguite l’esempio di Mastella, condottiero di mille battaglie e giovanissimo e rampante politico di grandi speranze. E quello del giovanissimo Casini, e quello del mite Boselli. Alzatevi e salutate. Ma non solo dalla comoda poltrona degli studi Tv: no, proprio dalla Poltrona con la P maiuscola (P come Potere, of course).

Fateci un regalo di Pasqua, una volta tanto. Se lo fate, tutto perdonato.












 
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