drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Spiragli

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 04/02/2008  

Probabilmente, la parola che più frequentemente si è sentita usare in televisione in questi giorni è quella del nostro titolo: spiragli. Usata per lo più al singolare, è stata senza variazioni adoperata, come citazione, in tutti i telegiornali di ogni rete, nelle cronache della crisi di governo. Insieme a un’altra espressione, anche questa non proprio confortante: “strada stretta”, con la sua variante al superlativo: “strettissima”. È la via che il premier incaricato Marini, insignito all’uopo, doveva percorrere per evitare le elezioni; alla fine della quale lo “spiraglio” lasciava forse intravedere una soluzione, ma così poco praticabile da rendere l’ottimismo davvero istituzionale e poco più – come il governo possibile ma non probabile, insomma.

 

Al momento in cui scriviamo, domenica 3 febbraio, non sappiamo ancora come si sarà risolta la faccenda, ma l’esito sembra scontato. Non vogliamo entrare in questioni di valutazione politica, che non competono a questa rubrica; ma un paio di cosette, proprio televisive, si potrebbero anche dire.

La prima. Per un caso curioso, la crisi di governo con relative discussioni (preludio forse alla vera campagna elettorale, e quasi un anticipo di questa) si sta svolgendo in contemporanea con la campagna presidenziale negli Stati Uniti, ora all’inizio con le varie elezioni primarie. In Italia ce la fanno vedere poco, ma se vi è capitato di sbirciare qualche servizio, o di accendere la Cnn, una certa differenza l’avete notata di sicuro. Come minimo questa: là, un succedersi di colpi di scena e di partecipazione, anche visiva, all’evento, quasi euforica; qui, una liturgica sequenza di persone tristissime (sempre le stesse da decenni) ad apertura di qualsivoglia Tiggì, che ripetono stancamente e ingessate, di fronte ai giornalisti, una serie di frasi fatte. Se l’arte della comunicazione, che anche in politica è fondamentale, ha un senso, qui siamo a zero. Gente con  sulla faccia una specie di rassegnazione, che è poi ahimé anche la nostra. Mai visti servizi giornalistici più uguali, più disperanti, e più mesti. Al punto che dopo tre o quattro giorni qualche telegiornale ha messo, come notizia di apertura, le nozze di Sarkozy – che è tutto dire.

La seconda. Credo che si dovrebbe trovare, ormai, un diverso stile nel dare le notizie politiche di questo genere. Non se ne può più di telecamere fisse di fronte alla dichiarazione ufficiale (con il giornalista in studio che avverte “attenzione, sta uscendo Casini!” – o Fini, o Diliberto, o Epifani, o chiunque altro – e susseguente dichiarazione in diretta che non dice nulla di diverso da quello che si sapeva e che quel tale aveva detto cento volte), e poi inseguimento per strada del politico di turno per la dichiarazione volante, sempre scontata. È un modo vecchio stravecchio di dare le notizie, probabilmente unico al mondo per casi di questo genere. Se è un sistema per rendere palesi le chiacchiere inconcludenti, l’obiettivo è raggiunto. Sennò, è una disperazione.

La terza. La crisi ha fatto slittare al terzo o quarto posto notizie ben più drammatiche. Caso eclatante, quelle sulla spazzatura napoletana, appena riaffioranti ogni tanto nel caso di scontri con la polizia o blocchi stradali e ferroviari. D’accordo che dopo un po’ le notizie si freddano, ma anche questo è un caso quasi paradigmatico di divisione, nella comunicazione televisiva, fra cittadini e Palazzo – o, se preferite, fra paese reale e paese virtuale.

Infine. Guardate l’immagine che correda questo articolo, tratta dal “Corriere della Sera”. È un ponte che nasce dal nulla e va verso il nulla, a Napoli. Sopra, un uomo sta correndo. Speriamo che si fermi in tempo. Ognuno la legga come vuole: ma è forte la tentazione di prenderla come una metafora.






















 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013