drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Pizze ingrate

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 23/11/2007  

Le storia è questa. Una fanciulla, svizzera ma svizzera italiana, si sposa – niente di strano, si direbbe: lo fanno anche gli svizzeri. Il marito è divorziato: anche qui, niente di inconsueto. I due si sono incontrati, colpo di fulmine. Si danno il primo bacio dopo una settimana. Si sposano entro sei mesi. La sposina ha una sorella. Oh, felicità. Viva la Svizzera.

Col cavolo. Perché il marito, che fa il pizzaiolo e ha due figli dalla moglie numero uno, zitto zitto che fa? Si mette con la sorella, già che ce l’ha a portata di mano. Non subito, ma dopo tre anni dal matrimonio (tra parentesi, commento personale: vista la sposina, ha aspettato anche troppo). Ora: una sposina svizzera, ma anche un po’ italiana, che fa in questi casi? Ci sono varie opzioni: butta fuori di casa il reprobo, toglie il saluto alla sorella, si incavola a morte, se il marito fedifrago ha magari un fratello lo acchiappa, così chiodo scaccia chiodo, oppure si rinchiude in camera col marito della sorella, così impara quella disgraziata, o peggio. Va dall’avvocato e chiede la separazione con un assegno cospicuo, così hai voglia che fare pizze. Insomma, roba così.

Tutto potrebbe fare, secondo noi, meno che andare in televisione a farsi consolare da Alda D’Eusanio, si direbbe. Invece si vede che in Svizzera, ma anche un po’ in Italia, si usa così. E allora il mercoledì 21 novembre, dopo una partita scialba dell’Under 21 su Rai Due,  ecco che verso le 16 arriva la svizzera (nel senso della ragazza, non del simil-hamburger), e racconta la sua storia alla intensa e partecipe D’Eusanio che la ascolta e la interroga: tieni conto che sei fra amici, le dice in apertura (la signora è emozionata: ma allora che c’è andata a fare?), e che amici sono anche quelli al di là dello schermo. Non esageriamo, signora: chi scrive, per esempio, no.

Si fa della morale da parrucchiera (“gli uomini sono bravissimi a trovare le parole sbagliate” è una perla fra le tante: più che altro, si direbbe che sono anche più bravi a trovare le sorelle sbagliate, almeno i pizzaioli svizzeri –  riflessione: già uno che fa il pizzaiolo svizzero ci avrebbe messo in qualche sospetto). Si parla di questo fatto come se fosse una specie di Madame Bovary alla rovescia. Si fanno domande profonde del tipo “ma tua sorella è bella?”; oppure: “dove andavate quando vi incontravate con tuo marito prima di sposarvi?”. Risposta: “Al cinema”: accidenti che rivelazione. Si svela anche che i due, il fedifrago e la sorella superfedifraga, stavano sempre insieme, andavano in vacanza da soli, e altre informazioni da prima pagina, e che la svizzerina sorrideva felice, più o meno come Heidi – che era austriaca, ma siamo lì. A un certo punto la D’Eusanio, sottile, sbotta “Ma tu sei scema, altro che timida!” (parole sante: la sposina, dalla disperazione, confessa che s’è data anche una ferrata da stiro in testa). L’unica cosa che non si chiede è come facesse le pizze il fedifrago, che invece ci sembra la cosa più interessante in tutta questo dramma alla mozzarella o alle quattro stagioni.

Questo è il piatto, ragazzi, del pomeriggio Rai sul Due. Il pubblico ascolta attentamente: del resto gliel’ha detto la D’Eusanio in apertura, di stare attentissimi a questa storia. La cosa va avanti per decine di minuti. A noi non viene né da ridere né da piangere (piangere, si piange meglio dalla Clerici, allora, il sabato in prima serata, anzi in prima frignata; ridere, in Tv non si ride quasi mai). Ci vengono solo due palle così.

 

E poi, attentissimi come siamo anche per l’invito autorevole, viene spontanea una domanda: ma, scusate, a parte il pizzaiolo o la sposina e i familiari più o meno traditori, chi se ne frega? E ancora.
Ma è possibile che un pomeriggio quasi intero sia dedicato a questa roba, pardon a questa pizza?

Il programma, veramente sublime, si intitola Ricomincio da qui. Ahimè, si sperava che invece si fosse finalmente alla frutta.










 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013