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Cul de Miss

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 26/09/2007  

Una ne fanno e cento ne pensano. Anche questo autunno, rieccole: concorso di Miss Italia, una di quelle cose ricorrenti che fanno sì che, ogni tanto quando siamo sovrappensiero, ci sembri di essere negli anni Cinquanta. Invece no: 2007, ragazzi. Si rimane di stucco.

L’abbiamo già detto altre volte: queste belle figlie di Madama Dorè mezzo secolo fa probabilmente erano patetiche. L’Italia era appena uscita dalla guerra, c’erano ancora le macerie per strada o quasi, e qualche bella figliola tentava la sorte nella modesta Hollywood nostrana, previo passaggio in castigatissimi costumini a Salsomaggiore. Poi divennero un residuo del passato, più o meno come le littorine (beh, un po’ meglio). Ora, dopo anni di ascolti disastrosi e l’interesse solo da parte dei parenti stretti e dei giornaletti per sole donne e forse per donne sole (ci scusiamo con le donne: è un modo di dire), ecco che si tenta il rilancio. Peggio che andar di notte.

Per cercare di rianimare il moribondo hanno pensato bene di chiamare Mike Bongiorno, che è come dire la storia della televisione italiana. Chi gliel’avrà fatto fare a questo monumento vivente di montare su quel treno traballante di figliole in mutande non si sa: avrà avuto le sue ragioni (e naturalmente il permesso da Mediaset). Accanto a lui Loretta Goggi, come dire una che da anni s’era persa di vista: rivederla, onestamente, è stato uno choc. Avrete letto di una litigata in diretta con Mike alla prima puntata, tanto per tirar su l’audience; della sua uscita di scena, e naturalmente del suo rientro quasi subito. Mike per tutte le puntate (RaiUno, prima serata, per una serie estenuante di giorni fino a lunedì 24) ha subìto con una certa rassegnazione questa presenza un po’ isterica, le risate isteriche anche quelle, i colpi di tosse, il continuo tentativo di rubargli la scena. A volte, francamente, sembrava proprio che pensasse ‘chi me l’ha fatto fare alla mia età’. Appunto.

Ma la cosa più comica, si fa per dire, è stata la discussione di giorni e giorni sul cosiddetto ‘lato B’, insomma sul culo delle Miss. Cose da pazzi. Sembra cioè che qualcuno, nella giuria, abbia detto (mica abbiamo visto tutte le puntate: masochisti vabbè, ma non esageriamo) che per incoronare la più bella del reame era necessaria una visione a 360 gradi: insomma, il viso ok, le tette ok, le gambe ok: e il culo? Che, visto che stiamo parlando di ciccia (pardon), ci sembra una richiesta legittima. Come si fa a eleggere una Miss e poi scoprire che ha il culo piatto come una porta?

Su questa dotta discussione si sono buttati pensatori, presentatori, giornalisti, registi e organizzatori. La risposta è stata un ‘no’, anzi un ‘ni’. Niente voyerismo! hanno tuonato i paladini (autonominati) della dignità (testuale) delle Miss. Rispetto per le ragazze! (testuale).  No allo sfruttamento bieco del corpo delle Miss! Come se le fanciulle in fiore sfilassero in scafandro e non in mutande, o fossero lì per fare un esame all’università. E così via.

Alla fine (siamo o no in Italia?) un compromesso: solo un po’ di culi, via, tanto per gradire e in qualche passo di danza o cose del genere. Su questo bel discorrere, degno di un dialogo rinascimentale, siamo arrivati alla finale. Quando è arrivato Pippo Baudo (anche lui!) a rendere più frizzante la serata (buona questa) ed è sceso dalla scala che immette in scena, ecco la Goggi: “Hai guardato il lato B!”. Risatone.

Insomma, fra il Vaffanculo-Day di Grillo e le Miss, è da una settimana che in questo bel Paese non si fa altro che discutere del culo.














 
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