Prosegue al consueto (e stupefacente) ritmo di un film allanno la carriera europea di Woody Allen, lontano dallamata New York e giunto ormai al terzo film londinese dopo Match Point e Scoop in attesa di quello già girato a Barcellona e che dovrebbe uscire nel 2008.
Molti i punti in comune tra Sogni e Delitti e il primo di questi: oltre allambientazione e lassenza di Allen attore, tornano il tema della colpa, della scalata sociale e dellomicidio come arma per uscire da una impasse personale. Il film racconta infatti la storia di due fratelli affettuosi e pasticcioni della working class londinese: il fragile Colin Farrell, meccanico con il vizio del gioco dazzardo, e il metodico Ewan McGregor, disposto a tutto pur di fare colpo sulla ragazza attrice. Trovandosi a fare i conti con gravi problemi di denaro, i due hanno una sola soluzione per uscirne, chiedere un aiuto al ricco zio (leccellente Tom Wilkinson), che però in cambio chiede loro di eliminare un uomo la cui deposizione a un processo rischia di mandarlo in prigione.
Ewan McGregor
Come in Match Point, sono espliciti i richiami a Dostoevskij, a partire dal tema dellomicidio e della colpa, insieme a quello fin troppo esplicito del gioco dazzardo. Ma la parabola dei due protagonisti ricorda anche i romanzi di formazione inglesi alla Thackeray o alla Hardy, già “padri letterari” di due adattamenti cinematografici leggendari come Barry Lindon e Tess. Entrambi piuttosto goffi, ingenui e sognatori, i due fratelli vivono, man mano che il film va avanti, destini ed umori differenti: uno è ossessionato dal senso di colpa, laltro perde ogni residuo scrupolo.
Allen fa quello che sa fare meglio, dirigendo alla perfezione degli ottimi attori in una commedia nera che segue un filone da lui abbondantemente praticato anche in America, da Misterioso omicidio a Manhattan a Crimini e misfatti. Racconto di formazione “immorale” tragicomico, Sogni e Delitti flirta con i classici della letteratura (cè anche la tragedia greca, si veda il riferimento a Cassandra, profetessa destinata a non essere udita), si avvale delle musiche (qui piuttosto didascaliche) di Philip Glass, ma soprattutto offre un cast composto da britannici doc con esperienza hollywoodiana che sembra divertirsi un mondo a farsi dirigere dal regista. Stupisce in particolare il belloccio e solitamente inespressivo Farrell, qui piuttosto bravo nellinedito ruolo comico/tormentato dellomicida pentito.
Senza il paragone recente di Match Point il nuovo film di Allen sarebbe un opera eccellente ma la forza delle somiglianze tra i due obbliga naturalmente a ridimensionare il giudizio. Anche perchè tra i due sussiste una differenza fondamentale: laddove in Match Point il “lieto fine” suggellava letica spietata del protagonista parvenu con geniale cattiveria, in Sogni e Delitti il tragico epilogo è in fondo una soluzione banale e poco ambiziosa.
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