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Arcade Fire, Ferrara 11 luglio 2007

di Michele Manzotti
 
Data di pubblicazione su web 18/07/2007  

Erano arrivati in Italia due anni fa, protagonisti di un concerto quasi clandestino a Milano. Si stavano imponendo come alfieri del rock indipendente, sull'onda di un album (Funeral) che aveva lasciato in molti a bocca aperta. Invece quest'anno è cambiato tutto, e in grande: l'annuncio di un tour con un'unica data italiana fra tanti concerti estivi nel nostro continente, per «Ferrara sotto le stelle». Gli Arcade Fire oggi sono una formazione entrata a pieno titolo nella grande discografia (la scuderia è la Universal) e i loro spettacoli fanno in buona parte il tutto esaurito. Canadesi di Montreal, dove cultura francese e anglosassone si incontrano, con l'album Neon Bible hanno conquistato definitivamente pubblico e critica. La ragione sta in una musica che miscela al meglio tante influenze: dalla base tipicamente rock'n'roll al folk, alla new wave anni '80 alla classica.


 Spesso i brani hanno pochi accordi, un ritmo sempre molto intenso che spesso e volentieri cambia tempo improvvisamente per tenere sempre molto alta l'attenzione. Su questa base si pone una melodia che in parte è cantata all'unisono da tutti i componenti del gruppo, che può essere considerato da una parte un inno buono da fare intonare anche al pubblico, o in altra analisi l'evoluzione del riff, la figurazione strumentale tipica del rock anni '70 che viene affidata alla voce. Se già si comprende su album la forza degli Arcade Fire, dal vivo questa è molto più evidente. Al gruppo di sette persone si aggiungono altri musicisti per dare volume sonoro e presenza scenica, incarnata principalmente in Régine Chassagne e Win Butler che si alternano alla voce solista. Ma il segreto è che tutti suonano più strumenti, tanto per far capire che nonostante la parvenza di allegria e divertimento c'è una preparazione di base molto solida, e che in fondo Arcade Fire è un progetto dove il lavoro collettivo è ben presente. Il tutto in un contesto scenico dove i richiami all'elemento neon sono presenti in varie forme e colori.

Il successo era annunciato, anche per la grande attesa dell'evento che aveva portato a Ferrara pubblico da varie parti d'Italia. In tutto 3300 spettatori estremamente motivati, e che sottolineavano con il canto molti dei brani proposti. Possiamo citare Haiti, la conclusiva Rebellion e il bis Wake Up (da Funeral), No Cars Go, Black Mirror, Black Wave e Neon Bible dall'ultimo album. Lascia senza fiato la facilità del passaggio fra gli strumenti: Régine innanzitutto che lascia la fisarmonica per passare alla batteria e alle altre tastiere, ma anche la sezione fiati dove soli due musicisti affrontano tuba, sax, clarinetti, corno francese, tromba, ovvero ottoni dalla tecnica completamente diversa l'uno dall'altro. Ottimo il lavoro d'ordine del chitarrista Tim Kingsbury. Ma il collettivo  ha dimostrato di sapersi muovere sul palco, divertirsi, saltare e suonare a tutto volume. Concerto d'energia, potenza, qualità. Se tutto va come deve andare, sono destinati a suonare negli stadi e a fare il pienone.



Arcade Fire
Arcade Fire, Ferrara 11 luglio 2007


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