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Ma la notte, no

di Roberto Fedi
 
Data di pubblicazione su web 20/03/2007  

Che la televisione non sia, di solito, un bello spettacolo lo sanno tutti, e chi scrive queste note anche più di altri. Che spesso sia anzi triviale, zeppa di parolacce e di inutili donnine, vallette & simili che stanno lì seminude non si bene a far cosa, anche. Insomma, siamo messi male.

Premettiamo, subito, che a noi non piace la censura. Questo perché ora dobbiamo commentare una notizia fresca fresca, appunto di questo tenore. Dunque: l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, altrimenti detta Agcom, ha stabilito il divieto totale per la trasmissione in video per televisioni pubbliche o private (frequenze terrestri o via satellite o via cavo) di film, immagini, programmi eccetera di tipo hard. Su tutto il territorio nazionale, 24 ore su 24.

Caspita. In altre parole: neanche di notte. Basta con nottambuli veri o presunti che accendevano la televisione nelle profonde tenebre per vedersi qualche generosa figliola senza veli né peli (sulla lingua: il divieto vale anche per il sonoro hard). Per dirla con le parole dell’Autorità, sono vietate «immagini pornografiche che prevedono la descrizione, l’illustrazione o la rappresentazione visiva e/o verbale di soggetti erotici e di atti o attività attinenti alla sfera sessuale che risultino offensivi del pudore». E dico poco.

Praticamente, un’unica ‘fascia protetta’ che durerà ininterrottamente giorno e notte. Per chi sgarra, multe salate: da 5000 fino a oltre 50 mila euri. Unica eccezione i programmi criptati, purché siano protetti da un sistema di parental control, in altre parole un filtro con cui i genitori possono impedire la visione ai minori. Immediata protesta di qualche parlamentare, fra cui l’on. Luxuria (non commentiamo).Ora, qui sono necessarie almeno due riflessioni, con la più grande serenità. La prima: lasciando perdere il concetto di «pudore», su cui si discute da che mondo è mondo (negli anni Cinquanta non si poteva, in televisione, nemmeno dire «membro del Parlamento»), il fatto di essere tutti (57 milioni di italiani) considerati sotto tutela di un  parental control nazionale, beh, ci inquieta un po’. Anche perché abbiamo passato da un pezzo la minore età. Noi di notte dormiamo, francamente: ma se un povero bischero, magari insonne, vuol vedersi cinque minuti di culi, che male fa? Da ora in poi dovrà prendersi qualcosa per le trasmissioni criptate, che onestamente non sappiamo cosa sono.

La seconda: ammettiamo che tutto ciò sia giusto. Ma allora, quale Authority ci salvaguarderà da trasmissioni come Porta a porta di lunedì scorso, con le urla pro e contro il corteo gay e gli sbeceramenti più sgangherati mai o quasi mai visti in Tv?
Ci piacerebbe avere una risposta, grazie.



























 



 







 
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