drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Una suite di danze alla Pergola

di Gabriella Gori
  Tensile Involvement
Data di pubblicazione su web 09/01/2007  
Lo chiamavano il mago, lo stregone, il genio della ''visual art of motion''. Una danza che si opponeva all'imperante emotion nella modern dance di Martha Graham, Doris Humphrey, Charles Weidman, e dava vita a spettacoli multimediali, astratti, metamorfici, in cui nuove leggi condizionavano il rapporto spazio, tempo e forma.

Alwin Nikolais, attivo a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, ha rappresentato con Merce Cunningham e Paul Taylor, la svolta creativa della modern dance americana la quale, abbandonata con loro l'idea di una danza come medium per raccontare storie o esprimere emozioni, si è tuffata in spericolate sperimentazioni per arrivare alla vera essenza del movimento.

Non poteva dunque passare inosservato l'arrivo in Italia della Ririe-Woodbury Dance Company, la compagnia statunitense che oggi detiene il privilegio di mettere in scene le coreografie del Maestro d'oltreoceano grazie alla collaborazione tra Shirley Ririe e Joan Woodbury con Murray Louis e Alberto Del Saz. Le prime fondatrici dell'organico statunitense, e a suo tempo allieve di Alwin Nikolais, e i secondi co-direttori della Nikolais/Louis Fondation for Dance di New York.  

Una ''toccata e fuga'' che nei teatri in cui la compagnia si è esibita, il Valle di Roma, il Duse di Bologna e la Pergola di Firenze, ha regalato agli appassionati un evento imperdibile e ai neofiti un'occasione unica per conoscere la ''visual art of motion'' di uno dei grandi autori della seconda generazione della modern dance americana, inventore della trascendance (danza astratta).

Alwin, nato nel 1910 e scomparso nel 1993, ha infatti lasciato come diceva Orazio un ''monumentum <choreographicum> arere perennius'' e le quattro coreografie presentate nello spettacolo intitolato Nikolais Dance Theatre, due pezzi degli anni Cinquanta, Noumenon Mobilis del 1953 e Tensile Involvement del 1955, uno del 1968,Tent, e uno del 1980, Mechanical Organ, mostrano gli inconfondibili stilemi 'alwiniani' e la cosiddetta ''tecnica'' Nikolais. Un metodo creato dall'artista e tuttora studiato nelle accademie internazionali di danza, nelle Università e nelle classi di moderno delle scuole di tutto il mondo.

Ballerino, coreografo, musicista, scenografico, marionettista, direttore di compagnia, figlio ribelle di Martha Graham, Doris Humphrey, Charles Weidman, fondatore della Playhouse Dance Company (ribattezzata Nikolais Dance Theatre), Nikolais si è adoperato per realizzare un tipo di spettacolo multimediale che rispecchiasse la sua particolare visione teatrale della danza. Una visione   influenzata dalla relatività di Einstein, dalla musica elettronica (è stato uno dei primi ad usare il sintetizzatore Moog), dalla tecnologia e concentrata sulla sostanza di cui è fatta la danza, ovvero forma, ''moto'', spazio, tempo, colore, suono. Ingredienti di coreografie dinamiche, astratte, illusionistiche, metamorfiche, caratterizzate da una fantasmagoria di corpi in movimento, spesso nascosti o deformati dai tipici costumi 'alla nikolais', e con uno stile compositivo che Alwin paragonava ''all'arte della non oggettività''.

E se la costante ricerca del dancemaker americano sulle possibili ''espansioni del corpo'' nello spazio richiama alla mente la figura dell'icosaedro di Rudolf Laban, dall'altro canto chiama in causa anche la Coreologia di Aurel Milloss. La disciplina che studia il dinamismo del gesto danzato rispetto al tempo e alla forma e che, come l'icosaedro, si rivela utile per cogliere la concinnitas insita nel ''sistema danza'' di Nikolais. Un sistema votato a ridisegnare con la trascendance il trinomio forma-spazio-tempo e trasformare l'interprete ''in altro da sé'', consentendogli di ritrovare il suo posto nell'armonia dell'universo. Così assistere al Teatro della Pergola di Firenze all'applaudito spettacolo della Ririe-Woodbury Dance Company è stato un piacevole tuffo nel passato che ha consentito di apprezzare l'ancor valida lezione di questo ''coreoautore'', insignito di prestigiosi riconoscimenti in patria, considerato il ''patriarca americano della danza moderna francese'' e ''padre spirituale'' di nomi culto del teatro coreografico mondiale come Murray Louis e Carolyn Carlson.

In Noumenon Mobilis, il duetto che ha aperto la serata, Nikolais rende visibile la trasformazione ''in altro da sé'' nascondendo i danzatori dentro i celebri sacchi di tessuto elastico e obbligandoli a stare seduti o in piedi su due sgabelli. Tutto procede all'insegna della creazione istantanea di forme plastiche irreali che continuamente si rinnovano nel 'dialogo' tra colui che è nascosto nel sacco e il sacco stesso, e la percezione è quella di una massa scultorea in movimento di cui non si individuano i contorni ma solo il cangiante volume. Il risultato – come diceva lo stesso Nikolais – è una danza ''non letterale, non oggettiva'' che dà vita ad un'azione che rende visibile il noumeno plutoniano e in cui i classici rapporti spaziali sono sconvolti e la legge di gravità annullata da un sapiente uso delle luci.

Noumenon Mobilis, Foto di Brent Herridge& Associates
Noumenon Mobilis, Foto di Brent Herridge& Associates

Anche Tensile Involvement si pone come esempio della trascendance ma, a differenza di Noumenon Mobilis, il coreografo in questo caso esplora la tridimensionalità dello spazio facendo muovere i ballerini con nastri legati alle mani e ai piedi che diventano le estensioni del loro corpo e con i quali disegnano nello spazio infinite figure geometriche. Quadrati, rettangoli, angoli acuti, linee orizzontali, verticali, intersecanti, si succedono senza posa nel costruire il rapporto tra spazio, motion, forma, tempo, mostrando con l'ausilio degli arrangiamenti sonori dello stesso Alwin il divenire della danza 'nikolaisiana'. La voglia di ballare e il piacere di muoversi sono protagoniste di Mechanical Organ su una composizione musicale improvvisata dal David Darling Ensemble. Una suite di danze che vedono alternarsi passi a due, soli, sequenze corali, e in cui la motion 'strizza l’occhio' all'emotion che, istintivamente scaturisce dalla gioia che nasce nell'eseguire e nell'osservare le evoluzioni di corpi nello spazio scenico.

Machanical Organ, Foto di Brent Herridge& Associates
Mechanical Organ, Foto di Brent Herridge& Associates

Considerato uno dei capolavori di Nikolais, Tent ha chiuso alla grande la serata rinnovando i fasti della sua prima apparizione italiana circa quattro lustri or sono e fra le creazioni di Alwin è forse quella che rispecchia al meglio l'idea del corpo metamorfico e della multimedialità nell'interazione fra spazio, tempo, forma, motion, colore, suono.Tutto prende il via da un'enorme tenda con un buco al centro, portata in scena dai danzatori. Questo semplice e insignificante oggetto si trasforma in mezzo per mettere in atto ''un gioco illusionistico'' con l'ausilio di luci e di diapositive che, di volta in volta, trasformano il telone cambiandone i connotati. I ballerini appaiono, scompaiono, entrano ed escono da dentro il buco in una sorta di allusiva storia dell'umanità dalla primitiva apparizione sulla terra alla parte finale dove gli uomini sono fagocitati dallo stesso telone e sostituiti  da maschere bianche. In Tent la danza diventa arte plastica e si realizza in un artificium scenico che, sottolineato dalla stessa partitura elettronica di Nikolais, costituisce ancora oggi un caposaldo del teatro di danza del Novecento e consegna alle generazioni future l'imperitura lezione del ''Mago Nik''.


Noumenon Mobilis, Mechanical Organ, Tensile Involvement, Tent


Noumenon Mobilis
cast cast & credits
 


Mechanical Organ
cast cast & credits
 


Tensile Involvement
cast cast & credits
 


Tent
cast cast & credits
 

Alwin Nikolais
Alwin Nikolais




 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013