Sembra che a Berlino negli ultimi tempi le grandi stars del balletto classico si concedano volentieri ''giri di valzer'' con la danza contemporanea. Dopo Vladimir Malakhov, primo ballerino e direttore del Balletto dell'Opera di Berlino, esibitosi nel ''Solo fuer Malakhov'' coreografato da Sasha Waltz, è ora il turno di Bettina Thiel, prima ballerina della stessa Staatsoper. ''Das Letzte Duett'', (''l'ultimo duetto''), è il titolo dal sapore malinconico dello spettacolo dell'eclettico coreografo tedesco Christoph Winkler. Protagonista della pièce, presentata durante il festival Tanz made in Berlin, insieme alla Thiel è Ingo Reulecke, brillante solista figlio della scena indipendente berlinese. Il suo stile, patchwork composito e anarchico, incontra e contamina quello ineccepibile e rigoroso delle Thiel, formatesi nella Repubblica democratica tedesca, sotto l'influsso dello stile ''militaresco'' del balletto russo. La pièce rappresenta allegoricamente l'addio alla lunga carriera nella danza classica della bella Bettina e allo stesso tempo l'iniziazione al nuovo mondo della danza contemporanea sotto l'egida di Reulecke.
Le locations scelte per lo spettacolo sono sempre imbevute dello spirito della città e ben lontane dai monumentali palcoscenici che Bettina Thiel è solita calcare. Se per la prima del maggio scorso si trattava infatti del fatiscente teatro all'interno dell'ex squatter Tacheles, la scelta durante il Tanz Made in Berlin è caduta sulla Ballhaus Naunynstrasse, centro sperimentale e alternativo nel cuore del quartiere multiculturale di Kreuzberg.
Das Letzte Duett
All'interno della cornice data da una scenografia scarna e minimale che contempla due sole sedie, un monitor su un tavolino ed un separé, una donzella dall'aria triste in un tutù nero lucente, fa la sua timida comparsa. E mentre dal monitor un anchor men elenca con voce monotona la rassegna stampa degli articoli che nel mondo hanno celebrato la sua eleganza e la sua bravura nelle tante fatine e principesse interpretate, lei comincia timidamente e diligentemente ad abbozzare esercizi del suo repertorio classico. Si prodiga in movimenti piccoli, precisi e delicati mentre sull'altra metà del palco un uomo gracile e nodoso, vestito con pantaloni comodi e pullover dal gusto retrò, la studia. Poi anche lui comincia a muoversi ma con un ritmo frenetico, alla ricerca di un equilibrio che trova solo per qualche secondo per poi scivolare via di nuovo. In un flusso continuo e caotico di movimenti disarmonici sembra personificare la tensione delluomo moderno, insoddisfatto e tormentato, alla ricerca di un equilibrio difficile da trovare. Lei osserva, malinconica e silenziosa questo insolito e bizzarro corteggiamento fino a che, lentamente, questo principe inaspettato e così diverso da lei la conquista. Via le scarpette con la punta, i capelli vengono finalmente liberati dalla stretta dello chignon. Gradualmente consegna a lui tutti i simboli del vecchio mondo che sta per lasciare per scoprirne uno nuovo. Infine si nasconde dietro il separè per liberarsi anche del tutù, ultima vestigia della classica e rimpiazzarlo coi pantaloni. E' pronta per la nuova danza o per un nuovo percorso di vita? Ora ballano finalmente insieme mentre nello schermo alle loro spalle viene trasmesso un balletto di classica: tante ballerine che volteggiano con i candidi tutù su un palcoscenico illuminato di blu. Immagine onirica, tributo ad atmosfere lontane. Allo scroscio di applausi proveniente dal video si sovrappone deciso e fragoroso quello del pubblico reale. Hic et nunc.
|
|