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Il bene e il male

di Marco Luceri
  "The Departed"
Data di pubblicazione su web 02/11/2006  

Soltanto Martin Scorsese poteva iniziare un film mettendo insieme Joyce e i Rolling Stones, Dio e Jack Nicholson (lasciando il divo rigorosamente nell’ombra). Soltanto Martin Scorsese, dopo le mirabolanti saghe epiche dell’America post 11 settembre (Gangs of New York e The aviator) poteva tornare a reiventarsi tra le strade di Boston, insanguinate dalla guerra tra mafiosi (le razze "sporche" di sempre, irlandesi e italiani) e polizia, senza stabilire dov’è il bene e dov’è il male. Perché essi sono dovunque. Come la violenza. Come la truffa. Come le bugie. Come il cinema, che tutto reinventa, riscrive, riformula.

Remake del film Infernal affairs (di Wai Keung Lau e Siu Fai Mak, Hong Kong, Cina, 2002), evento speciale della Festa del cinema di Roma, The Departed è ambientato appunto a South Boston, dove il Dipartimento di Polizia del Massachusetts dichiara guerra alla criminalità organizzata nel tentativo di distruggere il dominio del boss mafioso Frank Costello (Jack Nicholson). Un giovane poliziotto (Leonardo Di Caprio) del luogo viene mandato in incognito tra le fila della gang, ma nello stesso tempo un membro della banda malavitosa (Matt Damon) viene spedito da Costello tra le fila della polizia. Tutti e due hanno il compito di scoprire i piani e i segreti delle due organizzazioni. Costretti dunque entrambi ad una doppia vita, e rischiando la pelle quotidianamente, si impegnano in una folle lotta contro il tempo in cui, per salvarsi, ognuno dei due deve evitare di essere scoperto mentre cerca di svelare l'identità dell'altro.


Si percepisce chiaramente come il film di Scorsese sia una perfetta macchina a orologeria, un enorme caleidoscopio "di genere" (il gangster-movie contemporaneo) sul tema dello smarrimento dell’identità, che ormai da cinque anni percorre sottilmente la cultura americana. Pur presente in maniera intima in gran parte della filmografia del regista newyorkese, negli ultimi film è emersa ancora più prepotentemente, tanto che due opere a loro modo diversissime come Gangs of New York e The Departed sembrano molto più vicine di quanto possa sembrare. Ambedue raccontano infatti un’America nata e cresciuta tra le strade, attraverso l’uso epico della violenza, che serve a sopravvivere, a redimersi, a trovare il proprio posto nel mondo. "Come posso fidarmi di uno che non ha nulla da perdere?" e "Se desideri ardentemente una cosa, sta’ pur certo che un giorno la otterrai" dice un Nicholson sornione ammaestrando i suoi due giovani rampolli. Sta tutto qui il Vangelo della strada, in cui cascano dentro tutti, perché appunto, in questo gioco al massacro non ci sono né buoni, né cattivi, ma solo morti e vivi. Essere un poliziotto o un criminale? Fa lo stesso quando hai una pistola in mano e devi sparare. O te o lui. Sarete comunque entrambi peccatori. Domenica in chiesa, lunedì all’inferno.


Vale sempre la pena di stare al gioco quando a muovere le pedine sulla scacchiera è Scorsese. Il film è infatti una sontuosa e barocca ronde sul genere: inseguimenti, sparatorie, tradimenti, amori, traffici, spie, telefonini che squillano continuamente (sono loro i veri protagonisti del film), repentini rovesciamenti di scena, tra poliziotti cazzuti e criminali che citano Freud e Joyce. Tutto senza mai un calo di tensione, in un continuum rutilante che non lascia spazio ad un attimo di esitazione. Se ci si fermasse qui il film sarebbe un film di puro mestiere, ma in realtà è di più. The Departed tocca i migliori momenti nel sublime gioco attoriale a tre che Scorsese è riuscito a creare tra un sempre grande Jack Nicholson, la vecchia guardia di Hollywood, e i due rappresentanti della nuova, Di Caprio e Damon. Non si tratta solo di un gioco generazionale, ma di una sottile metafora sul e nel film stesso. Nicholson giganteggia con la sua consumata arte, divertendosi sulla scena e facendoci divertire con trovate geniali (una su tutte la pantomima della talpa), ricreando sul proprio volto una nuova, eccentrica maschera perfetta del male; Di Caprio e Damon si dividono in realtà le due facce di un unico personaggio: sempre con costumi diversi, nel loro rincorrersi reciproco e segreto, si scambiano continuamente il ruolo, annullandosi a vicenda e diventando sin da subito il binomio su cui Scorsese fa muovere tutto il meccanismo del film.


Eppure i due giovani, bravissimi attori sono capaci di rendere al meglio tutte le sfumature della propria rispettiva metà: ad un Damon freddo e spietato calcolatore si affianca un Di Caprio rabbioso, violento, sprezzante come non mai: ha ormai fatto annegare definitivamente l’immagine dell’attore giovane e implume del Titanic per diventare lui stesso titanico, ora anche nel viso e nel corpo, tanto da poter reggere il confronto a due con Nicholson, in una scena da stampare nella memoria. Il preludio, probabilmente, di un passaggio di consegne fino a qualche anno fa impensabile.

E’ chiaro che lo scontro finale è tutto per loro due, la coppia Damon-Di Caprio, in modo che il tono epico del film possa compiersi con la dovuta enfasi. E naturalmente c’è in ballo anche l’amore per una bellissima donna (Vera Farmiga), che nonostante la spirale di morte che coinvolgerà i due, avrà il compito di dare la primogenitura a uno di loro. E per un cattolico come Scorsese non è certo un dettaglio da poco. Un altro uomo verrà. Con un’altra pistola in mano.






The Departed
cast cast & credits
 
 


 


Martin Scorsese solleva il suo primo Oscar


 

 

 

 

 

 

 

 



 




 

 

 

 

 

 

 

 



 

Jack Nicholson e Martin Scorsese sul set del film
Jack Nicholson e Martin Scorsese sul set del film



 

 
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