drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Bruce Springsteen & the Seeger Sessions Band e The Moody Blues in concerto

di Michele Manzotti
  Bruce Springsteen
Data di pubblicazione su web 16/10/2006  

Il concerto di Bruce Springsteen & the Seeger Sessions Band all'Arena di Verona, 5 ottobre 2006 

Si balla e si canta dall'inizio alla fine. Come in una festa sull'aia. Solo che stavolta siamo all'Arena di  Verona e i musicisti che fanno divertire il pubblico sono capitanati da un signore che si chiama Bruce Springsteen. Certo lo conosciamo in altra veste, il Boss. Ma non potremo mai ringraziarlo abbastanza di aver recuperato il meglio della tradizione americana (dedicando oltretutto questa operazione benemerita all’altrettanto benemerito Pete Seeger) e a riadattarla con un'orchestra di primo livello dove la chitarra si sposa al banjo, e la pedal steel al Sousaphone (il basso tuba delle bande americane). E il merito conclusivo è quello di aver portato tutto sul palco e di girare per l'Europa con tante tappe dedicate all'Italia. Un amore che parte dalla radici personali di Bruce e della moglie e che è continuamente ricambiato in un circolo virtuoso di ovazioni e omaggi dal palco. Un palcoscenico, nel caso del concerto del 5 ottobre, dove generalmente si tiene il rito dell'opera. Ma stavolta la ''marcia trionfale'' è stata fatta da questo straordinario musicista che ha dimostrato ancora una volta di avere ragione nonostante una scelta diversa e coraggiosa.

Bruce Springsteen e Patti Scialfa
Bruce Springsteen e Patti Scialfa


Perché in questo spettacolo c'è tutto il meglio dell'America tradizionale con le sue radici europee e africane. Nel primo caso banjo e violini riportano spesso alla mente figurazioni tradizionali delle isola britanniche (gighe e reels), nell'altro gli ottoni (sax tenore, tromba, trombone, Sousaphone o in alternativa secondo trombone) ricordano le marchin'band del sud. A questo si aggiunge il pianoforte talvolta in chiave barrel house, la musica dei saloon, la pedal steel guitar o il dobro suonato con lo stesso stile. E poi il Rock'n'roll che non può mancare. Così ecco la miscela esplosiva che dà la possibilità a Bruce di dare il meglio di se stesso pur non affrontando interamente il suo repertorio.

Bruce Springsteen & the Seeger Sessions Band
Bruce Springsteen & the Seeger Sessions Band

 

Che affiora qua e là (Atlantic City, The River), anche per dedicare una canzone alla città di Romeo e Giulietta, e giustamente per non deludere un pubblico che ha riempito lo storico spazio in ogni ordine di posti. Ma da John Henry in poi è tutta una festa sonora dedicata all'album appena ripubblicato con alcune aggiunte, tra cui American Land. Proprio tra questi due titoli, alfa e omega della serata, succede (musicalmente) di tutto.  Questo grazie a un'energia di tutto il gruppo che viene espressa in modo naturale. Per questo il pubblico è in visibilio sin dalle prime note: festeggiando Oh Mary don' You Weep, John Henry, My Oklahoma Home, Pay Me My Money Down (dilatata all'infinito ed entusiasmante nelle gag), Jacobs' Ladder. E soprattutto la sorpresa (''ispirata da Verona'' come ha detto Bruce) del tradizionale Samson and Delilah interamente eseguito con percussioni e contrabbasso, o il Rag Mama Rag della Band.  Era anche l'ultima data italiana di Patti Scialfa che per l'occasione ha presentato Valerie, un brano dal suo primo album. E' mancata We shall Overcome, ma bastava la grande spiritualità di When the Saints a non farcela rimpiangere. Difficilmente si esce da un concerto sperando di riascoltarlo tutto da capo. Questo è stato uno di quei casi fortunati. Vi basta?

Il concerto dei Moody Blues alla Royal Albert Hall di Londra, 10 ottobre 2006 
Sarà anche stata una reunion a metà. Eppure quando sul palco della Royal Albert Hall si sono presentati tre signori dai capelli ancora lunghi e non totalmente imbiancati che hanno attaccato Lovely to see You, un brano del 1969, il tempo sembrava  non essersi fermato. Perché i Moody Blues erano e restano un gruppo degli anni '60. O meglio, il perfetto punto d'incrocio tra il beat (e il Rock'n'roll) e le istanze sperimentali che poi altri gruppi (Genesis, King Crimson) avrebbero sviluppato nel progressive. E il pubblico, fatto di molti over 50 che avevano riempito la sala in ogni ordine di posti, voleva assolutamente questo: uno stile riconoscibile che è stato sintomatico della fine di un'epoca. Ma i Moody Blues, rispetto a tanti altri gruppi dell'epoca, hanno saputo tenere duro inanellando un album di successo dopo l'altro conquistando Gran Bretagna, Stati Uniti e una buona fetta d'Europa,  Italia in testa).





Justin Hayward e John Lodge
Justin Hayward e John Lodge

 

Dal Festival dell'Isola di Wight (dove parteciparono nel 1970) al concerto della Royal Albert Hall molte cose sono cambiate. Mancano il flautista Ray Thomas e il tastierista Mike Pinder, ma sono rimasti Graham Edge alla batteria, John Lodge al basso e soprattutto Justin Hayward alla voce e alla chitarra. Ovvero colui che traina il gruppo a cui si aggiungono alcuni giovani elementi funzionali a un suono che dimostra i suoi decenni pur suonato con grande professionalità. D'altra parte la reunion con relativo tour è avvenuta sull'onda delle ristampe dei primi cinque album con molti inediti che hanno rappresentato un'isola felice in un mercato discografico non esaltante. Molti dei brani in scaletta vengono proprio da quei dischi a partire da quello iniziale e da Never comes the day e Are you sitting comfortably che fanno parte di On The Threshold of a Dream (1969), per giungere a Tuesday Afternoon e soprattutto all'attesissima Night in White Satin da Days of future passed (1967), tanto per citarne due. Certo c'è qualcosa di più nuovo, come le musiche di Hayward dal musical rock War of The World, o brani come December snow, The opposite life tonight. Ma le vere ovazioni sono riservate a One more time to liveHigher and Higher (con Edge che scende dalla postazione della batteria per ballare sul palco), a Night in White Satin, a Question (uno dei grandi hit del gruppo) e alla finale Ride my See-Saw, apertura di In search of the lost chord forse l'album più riuscito tra quelli ristampati. Dal punto di vista musicale Edge è un batterista ordinato come da tipica tradizione dei gruppi inglesi degli anni '60, Lodge è un bassista che passa spesso e volentieri alla chitarra acustica per sottolineare meglio le ballate, Hayward ha ancora una voce dalla grande freschezza e grande sicurezza negli assoli chitarristici. Tutto suonato benissimo secondo uno schema ben rodato. Forse il futuro è tutto da scrivere, ma il passato è solido e mostra il suo lato migliore.



Bruce Springsteen & the Seeger Sessions Band e The Moody Blues in concerto

The Moody Blues
cast cast & credits
Bruce Springsteen & the Seeger Sessions Band
cast cast & credits












































































 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013