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E' un vespaio

di Roberto Fedi
  Bruno Vespa
Data di pubblicazione su web 22/09/2006  
L’avevamo promesso e siccome siamo uomini d’onore, manteniamo. E così ora ci tocca occuparci di Bruno Vespa. Che, a dire le cose come stanno, è cosa che ci fa un po’ imbarazzare di stomaco. Pazienza.

Il 25 settembre ritorna Porta a porta. Che è sempre un segnale del fatto che le cose stanno rientrando nella piatta, grigia, piovosa, insomma autunnale normalità. Se la Rai può dirsi un posto normale, lo vedremo subito. Per noi no.

Perché sembra che il CdA della Rai abbia deciso, su proposta di alcuni membri (immaginate quali) di ridurre a breve le puntate del Vespone da quattro a tre a settimana. Insomma, quasi una Vespina. Motivo? Non si sa (si può intuire). Il Vespa, nella conferenza stampa di presentazione del programma, si è dichiarato contrario all’ipotesi, ovviamente, adducendo che non si taglia un programma che ha ascolti alti, inserzionisti numerosi e ben paganti, e che quindi è vincente. Qui ha ragione.

Petruccioli, presidente Ds del CdA, ha detto che un ridimensionamento è normale, e che riguarda tutti. Stop. Vespa ha replicato che lui sta bene alla Rai (non c’è motivo di dubitarne), ma che ci resterà finché proprio non sarà costretto a fare le valigie. Fin qui con la cronaca, che potete leggere su tutti i giornali di questi giorni.

A noi, lo diciamo in totale sincerità, del Vespa non ci interessa nulla: l’abbiamo così tante volte sbertucciato che ci dà fastidio anche tornarci sopra. Sulle ragioni politiche dell’eventuale riduzione è inutile soffermarsi, perché le capisce anche un bambino un po’ scemo. Ma qui una chiosa istituzionale si impone.

Che è questa. Ma in quale settore il Consiglio di Amministrazione si occupa di qualcosa che non sia, appunto, l’amministrazione? Insomma dei conti: bilanci e così via? E magari delle nomine dei Direttori di settore, ma non plus ultra. Sarebbe come se all’Università, ambiente che conosciamo ahimè anche troppo bene, il CdA entrasse nelle scelte, poniamo, dei nomi dei professori da chiamare, o dei corsi da tenere, o degli argomenti da trattare su quella cattedra. A nessuno viene neanche in mente. E alla Rai, non c’è un Direttore? e un Direttore di Rete? (in questo caso la Uno: che è il Del Noce). E quelli che ci stanno a fare?

Di questo, polemiche e solite querimonie a parte (com’è facile piangersi addosso alla Rai…!), nessuno ha parlato. A noi sembrava, a dire il vero, la questione capitale. E invece, nisba.

Come abbiamo detto nel titolo: la Rai (potremmo anche dire: l’Italia) non è un posto normale. È un bel vespaio.
 


 






 
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