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Fattore noia

di Roberto Fedi
  Paolo Bonolis e Luca Laurenti
Data di pubblicazione su web 18/09/2006  
Ci dev’essere una specie di maledizione di Tutankamen, o TvKamen, per chi lascia la Rai e se ne va, con un sacco di miliardi, a Mediaset. Di solito finiscono col fare dei flop giganteschi: qualche volta tornano alla Rai, come sempre benevola (con i soldi degli abbonati). Capitò a Pippo e a Mara; ora ci sembra che stia capitando a Bonolis, che da un programma all’altro va di male in peggio (non parliamo poi di Amadeus, anche lui transitato a Mediaset a fare il solito ‘traino’ al Tg; uno sfascio tale che ne ha risentito, sembra, anche il Tg5). Ma Amadeus è uno che più che esser pagato dovrebbe pagare per andare in Tv, e di lui non ci sembra neanche giusto, per chi ci legge, occuparci.

Bonolis invece passa per essere uno bravissimo. Infatti, appena passato alla concorrenza, ecco il suo score, come si direbbe nello sport. La sua versione di Novantesimo minuto, l’anno (calcistico) scorso, era un dramma, al punto che dopo un paio di puntate arrivò Mentana, al salvamento (ora, condotta da Sandro Piccinini, è invedibile); poi il serale e serioso Il senso della vita ci sembrò che avesse poco senso. Infatti è sparito, senza lasciare tracce. Sbalorditivo. Battuto da Pupo, che è tutto dire.

Ora ha tirato fuori (domenica prima serata, Canale 5) Fattore C, come Caso (ma naturalmente, come dice il sito web relativo, la C più che altro sta per Fortuna – che finezza, ragazzi). Lingue maligne dicono che la collocazione, di domenica, è dovuta al fatto che è il giorno in cui i programmi di Antonio Ricci sullo stesso canale sono in pausa. È probabile. Perché il lungo, lunghissimo, noioso, banale, e soprattutto non nuovissimo Fattore C è di quegli spettacoli che si guardano per disperazione, quando l’alternativa è zero, non si ha voglia di chiacchierare con la moglie, si spera di addormentarsi sul divano, e si vuole ostinatamente aspettare i gol serali del campionato di calcio. E che dopo uno si chiede, depresso, perché diavolo l’ha visto.

A cominciare dal titolo. Il programma più opportunamente si sarebbe dovuto intitolare Fattore D, come Déjà-vu se uno volesse essere fine; o Fattore G, come Già visto per gli italofoni a oltranza. Perché uno accende la televisione e pur mezzo addormentato pensa: eppure questo non mi è nùovo, come avrebbe detto Totò. È vero che in Tv la memoria è labile, perché alla fine tutto assomiglia a tutto; ma qui si esagera. Andato via dalla Rai cercando di portarsi dietro i pacchi, senza riuscirci (li prese Pupo e in un par di puntate il Bonolis era già dimenticato), il Nostro ha rifatto un programma che se non è una fotocopia poco ci manca. Invece dei pacchi ci sono dei busti di personaggio celebri o meno. Si scelgono i busti, e si perdono i premi (o le fregature) che vi sono dentro; e così via. Ditemi voi se non vi ricorda qualcosa.

In roba così, conta il conduttore – dicono. E invece no. Conta l’idea: che può essere scema, magari, ma nuova. Qui Bonolis (ora col capello lungo e unto: stava meglio prima) con la solita ‘spalla’ Laurenti (invecchiato) in apparenza gioca sul sicuro: e toppa, come si dice. Un paio d’ore macchinose e noiose. Il bello è che all’inizio, quando spiega il meccanismo del gioco, dice al pubblico che è semplice, e che via via tutti capiranno. Che è una di quelle battute che uno non dovrebbe fare, a meno che non sia un masochista. Per capire, basta aver visto Pupo.

Abbiamo visto la seconda puntata. Siccome Bonolis è bravino (su questo non ci piove, anche se crede di essere un fenomeno), via via (appunto) capisce che le cose non vanno. E allora, come spesso gli accade e accade anche a gente più brava di lui, ci va giù pesante per rimediare alla noia. Parla in romanesco, più spesso che in passato; sfotte i concorrenti (sai che coraggio), fa doppi sensi. Ogni tanto il Laurenti lo aiuta, ma ormai la risata chioccia è roba vecchia, e le battute stralunate anche. Qualche volta, e per un conduttore è la morte televisiva, si vede chiaramente che il Bonolis le battutacce se le era preparate. Ecco il busto di Cicciolina, e il Bonolis: "Cicciolina è l’unica onorevole che nella vita reale ha fatto quello che i politici fanno ogni giorno a noi" (complicata, e agghiacciante). Oppure un concorrente, di 28 anni, dice che ha tre figli: "Oh, fàcce un nodo…!", e su questa disposizione a procreare (capirai) ci scherza tutta la trasmissione. Ci sono all’inizio una ventina di signore che si sono ‘rifatte’ chirurgicamente, tutte in scolli vertiginosi. A un certo punto il Bonolis fa zittire tutti. "Sento un rumore…". Si avvicina a una signora, imbarazzatissima. "Ahò, era un sibilo… Se sgonfia…!", mostrando la tettona rifatta. Da restare allibiti.

È di sicuro la maledizione di TvKamen. Non c’è altra spiegazione.





 
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