Indagini sugli spazi
Syndromes and century fa parte del progetto "New Crowled Hope" ideato da Peter Sellars per i 250 anni mozartiani. Il regista Weerasethakul, enfant prodige di una delle cinematografie emergenti più importanti del cinema contemporaneo, quella thailandese, sostiene di essersi ispirato infatti al Flauto magico.
Syndromes and a Century
Memorie e tempo degli spazi. Fedele ad un cinema estremo fatto di pura contemplazione e tendenza verso la visibilità più straniante, Weerasethakul costruisce un film sullo spazio, sulla sua fruizione da parte dell'uomo e della macchina che tenta di rappresentarlo, il cinema. Lo spazio scelto è quello bianco, asettico, freddo e modernissimo di un ospedale e le due esili tracce narrative riconoscibili nel film conducono sempre qui. La storia del timidissimo signor Toa che trascorre le sue mattine cercando di dichiarare il suo amore verso la dottoressa Tei, a sua volta innamorata di un coltivatore di orchidee, si alterna con quella del dentista Ple, inspiegabilmente attratto da un suo paziente, un giovane monaco. Suoni, colori, attese, incontri, perdite, gesti mancati, incomprensioni, silenzi: tutto è sospeso nelle atmosfere aeree e stranianti create ad hoc dal regista thailandese, una sua vera e propria cifra stilistica riconoscibile e fondante.
Syndromes and century è il terzo capitolo di una trilogia iniziata nel 2000 con The adventures of Iron Pussy e continuata con Tropycal malady nel 2004; l'ultimo film è dichiaratamente ispirato alle figure dei genitori del regista e rappresenta un esperimento che mira a ricreare la vita di un padre e di una madre prima della nascita del figlio. Il tutto naturalmente, e questo è il grande pregio del film, è rapportato con il senso dello spazio.
Syndromes and a Century
Da una parte Weerasethakul costruisce un'interpretazione su vite e architetture che appartengono alla sua memoria, alle istantanee di un passato infantile, e dall'altro tenta di riflettere sulla percezione di uno spazio contemporaneo, cercando di avvicinare le due dimensioni, per scoprire cosa può produrre tale apparente dissidio. Il risultato sembra tendere ad un amaro pessimismo: gli spazi famigliari diventano, nel mutare eterno degli stessi, ricordi perduti che sembrano sempre più lontani, in un mondo moderno che corre insistentemente bruciando tutti i luoghi dell'esistenza. Ma è forse il senso di perdita dello spazio, e la conseguente necessità di conservare una propria storia personale, all'interno di una collettiva (l'architettura), a far muovere il desiderio di costruirne una sua possibile rappresentazione.
Syndromes and a Century
Memorie e tempo degli spazi. Fedele ad un cinema estremo fatto di pura contemplazione e tendenza verso la visibilità più straniante, Weerasethakul costruisce un film sullo spazio, sulla sua fruizione da parte dell'uomo e della macchina che tenta di rappresentarlo, il cinema. Lo spazio scelto è quello bianco, asettico, freddo e modernissimo di un ospedale e le due esili tracce narrative riconoscibili nel film conducono sempre qui. La storia del timidissimo signor Toa che trascorre le sue mattine cercando di dichiarare il suo amore verso la dottoressa Tei, a sua volta innamorata di un coltivatore di orchidee, si alterna con quella del dentista Ple, inspiegabilmente attratto da un suo paziente, un giovane monaco. Suoni, colori, attese, incontri, perdite, gesti mancati, incomprensioni, silenzi: tutto è sospeso nelle atmosfere aeree e stranianti create ad hoc dal regista thailandese, una sua vera e propria cifra stilistica riconoscibile e fondante.
Syndromes and century è il terzo capitolo di una trilogia iniziata nel 2000 con The adventures of Iron Pussy e continuata con Tropycal malady nel 2004; l'ultimo film è dichiaratamente ispirato alle figure dei genitori del regista e rappresenta un esperimento che mira a ricreare la vita di un padre e di una madre prima della nascita del figlio. Il tutto naturalmente, e questo è il grande pregio del film, è rapportato con il senso dello spazio.
Syndromes and a Century
Da una parte Weerasethakul costruisce un'interpretazione su vite e architetture che appartengono alla sua memoria, alle istantanee di un passato infantile, e dall'altro tenta di riflettere sulla percezione di uno spazio contemporaneo, cercando di avvicinare le due dimensioni, per scoprire cosa può produrre tale apparente dissidio. Il risultato sembra tendere ad un amaro pessimismo: gli spazi famigliari diventano, nel mutare eterno degli stessi, ricordi perduti che sembrano sempre più lontani, in un mondo moderno che corre insistentemente bruciando tutti i luoghi dell'esistenza. Ma è forse il senso di perdita dello spazio, e la conseguente necessità di conservare una propria storia personale, all'interno di una collettiva (l'architettura), a far muovere il desiderio di costruirne una sua possibile rappresentazione.
Cast & credits
Titolo
Syndromes and a Century |
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Origine
Francia, Tailandia |
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Anno
2006 |
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Durata
105 |
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Colore | |
Titolo originale
Sang sattawat |
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Regia
Apichatpong Weerasethakul |
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Interpreti
Nantarat Sawaddikul Jaruchai Iamaram Sophon Pukanok Jenjira Pongpas |
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Produzione
ANNA SANDERS FILMS, BACKUP FILMS, ILLUMINATIONS FILMS, KICK THE MACHINE, NEW CROWNED HOPE, TIFA |
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Scenografia
Akekarat Homlaor |
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Sceneggiatura
Apichatpong Weerasethakul |
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Montaggio
Lee Chatametikool |
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Note
IN CONCORSO ALLA 63MA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2006) |