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Noi, orfani dei mondiali

di Filippo Bologna
  L'Italia in finale, la festa nelle piazze
Data di pubblicazione su web 06/07/2006  

Per scaramanzia non dico niente. Comunque vada domenica a Berlino, una cosa è certa: lunedì ci sentiremo come pugili suonati, come ciclisti fermati al via, come ministri senza portafoglio. Ci sentiremo derubati di qualcosa che nessuno potrà mai restituirci prima di altri quattro sofferti anni di attesa. Ci sentiremo apatici, nostalgici, languidi e sentimentali. Ci sentiremo come si sentono gli orfani dei mondiali. Proveremo a fare finta di niente, a tornare alla nostra vita di sempre, a vagare in mutande e canotta per il tinello con il fido telecomando in mano, come naufragi sull’isola deserta della programmazione estiva: niente più Galeazzi che riempie l’intera inquadratura di Notti mondiali, niente più mortali telecronache del duo Civoli-Mazzola, niente più commenti pseudocompetenti di Ilaria d’Amico su Sky, niente più parole in libertà di Mosca appollaiato sugli sgabelli di Studio sport. Resteremo con un pugno di canali in mano, a sbattere tra una televendita e un Cominciamo bene estate, a rimpallare tra Un posto al sole e Al posto tuo (un posto per ogni cosa, ogni cosa al suo posto…), a inciampare in un Don Matteo 2 (che avevamo fatto di male per meritarci il 2?), mangeremo il riso freddo avanzato davanti alle repliche dell’egocentrico Speciale per me di Arbore, e ci consoleremo con gli sketch estivi di la Superstoria, quando la Rai svuota i magazzini e ci delizia con certi siparietti in bianco e nero che la televisione di oggi se li sogna: Alberto Sordi e Mina che duettano amabilmente a Canzonissima ("Bella Minona, vie’ qua! Sei tanta, sei ‘na fagottata de robba…"), Walter Chiari che imbonisce il pubblico con le sue leggendarie barzellette, un Verdone anni Ottanta in forma smagliante, Cochi e Renato che si cimentano nel loro famoso balletto con sgambata laterale. Anche senza mondiali ci terremo su con moderate dosi di Moggiopoli, con le pillole di calciomercato targate Bargiggia, che traghetteranno fino al fatidico fischio d’inizio del campionato (con una serie B che si preannuncia stellare…). Sarà dura, ma ce la faremo.






 
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