Ballet à grand spectacle
![Corpo di Ballo del Teatro alla Scala](../recensioni/img/cat8/0706_bayadere_1.jpg)
Un genere in cui confluiscono tutti gli stilemi del balletto tardoromantico e famigerato banco di prova per formazioni che ambiscono ad essere paladine della tradizione accademica. Non ultimo il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano che ha rispolverato la celebre edizione firmata dalla Makarova e allestita per la prima volta in Italia al Piermarini nel 1992. All'epoca assieme all'organico scaligero danzarono Julio Bocca, nel ruolo di Solor, e Alessandra Ferri in quello di Nikiya. Successivamente nella ripresa del '94 i protagonisti furono Isabel Seabra e Massimiliano Guerra, in quella del '99 Sylvie Guillem e Roberto Bolle.
![Svetlana Zakharova, foto Marco Brescia](img/cat8/0706_bayadere_2.jpg)
Svetlana Zakharova, foto Marco Brescia
A distanza di sette anni
In effetti è stato impossibile rimanere indifferenti a questo tripudio di consensi per un balletto che, nonostante il ''taglia e cuci'' di Natalia Makarova, che ha ridotto a tre i quattro atti dell'originale partitura coreografica di Petipa, mantiene intatto il fascino, anche se datato, di uno spettacolo di altissimo livello, arricchito dalle imponenti scenografie di Pierluigi Samaritani e dai ricchi costumi di Yolanda Sonnabend. Tutti aspetti non sottovalutati dalla famosa étoile del Balletto del Kirov che nel '70, emula del compatriota Nureyev, si rifugiò a Londra e iniziò a ballare con il Royal Ballet, l'American Ballet Theater, interpretando lavori di Tetley, Béjart, MacMillan, Petit, Robbins, ed eroine coreutiche, fra cui Nikiya.
A ben guardare
Una pietra miliare del repertorio del XIX secolo a cominciare dalle imponenti scene corali con le incursioni pantomimiche del ballet d'action, e proseguire con le variazioni, le danze di carattere e demi-carattere, il grand pas classique e l'adamantino Atto delle Ombre, ''croce e delizia'' dei più navigati corpi di ballo. A cui va aggiunta la musica di Minkus composta per assecondare con enfasi, ma scarsa penetrazione psicologica, il menàge a trois della Bayadère ed essere funzionale alla riuscita dell'intera mise en danse.
Il balletto prende spunto da Sakuntala, un poema indiano di Kalidasa, e appartiene al primo periodo russo di Petipa, quello che precede la splendida trilogia 'cajkovskijana' de La bella addormentata (1890), Il lago dei cigni (1895), Lo Schiaccianoci (1892).
L'ambientazione è quella di un'India fantastica, immaginaria, in linea con l'imperante esotismo ''fin de siècle'' che si ritrova in contemporanea nelle atmosfere egizie dell'Aida di Verdi e successivamente nelle cineserie di Turandot e nelle giapponeserie di Madama Butterfly di Puccini. L'Oriente misterioso fa da sfondo alla triste storia d'amore tra una giovane danzatrice del tempio, la baiadera Nikiya, e Solor, nobile guerriero al seguito del potente Rajah, che lo obbligherà a sposare sua figlia, la principessa Gamzatti. Questa, gelosa della baiadera, le chiede in un drammatico incontro di dimenticare Solor ma al diniego della rivale, Gamzatti, su suggerimento del padre, invia a Nikiya un cestino di fiori con dentro un serpente velenoso. Il morso dell'animale sarà fatale e la ragazza morirà, dopo aver rifiutato di bere l'antidoto offertole dal Gran Bramino, perdutamente innamorato di lei.
Solor, accortosi troppo tardi di amare solo Nikiya e in preda ai fumi oppiacei, sogna di incontrala nel regno delle ombre e questa visione non lo abbandona neppure il giorno delle nozze, quando l'ira degli dei indiani vendica la morte della baiadera distruggendo il tempio e consentendo alle anime di Solor e Nikiya di ricongiungersi per l'eternità.
![Roberto Bolle e Marta Romagna, foto Marco Brescia](img/cat8/0706_bayadere_3.jpg)
Roberto Bolle e Marta Romagna, foto Marco Brescia
Nelle messinscene che via via si sono succedute il catastrofico quarto atto è stato accantonato e
Natalia Makarova, dopo aver allestito l'Atto delle Ombre per l'American Ballet Theatre nel '74, sulla scia di quanto aveva fatto Nureyev nel '63 per il Royal Ballet, si è cimentata a distanza di sedici anni nel recupero della partitura originale 'petipatiana' con la distruzione del tempio e il ricongiungimento spirituale di Solor e Nikiya, ma li accorpa nell'atto terzo. E questa soluzione differenzia la sua Bayadère, rimontata in seguito per il Royal Ballet, il Royal Swedish Ballet, l'Hamburg Ballet e il Corpo di Ballo scaligero, da quella parigina di Nureyev che, al contrario, si ferma all'Atto delle Ombre e calca la mano sulla spettacolarità di un'India fiabesca, presente da sempre nell'immaginario collettivo.
Nel balletto 'makaroviano' il primo atto rifulge per la grandiosità del Tempio. Qui brucia
Il corpo di ballo femminile della Scala ha dato il meglio di sé nell'eseguire su una pedana inclinata l'insidiosa e proverbiale sequenza di arabesques penchés, cambrés, ports de bras. L'unico appunto è che non sempre traspariva la spiritualità tardoromantica, specie nel movimento delle braccia, ma brave sono apparse nelle rispettive variazioni Serena Sarnataro, Lara Montanaro e Giulia Rossitto. E anche Mick Zeni è stato un convincente fachiro e Antonino Sutera un perfetto idolo d'oro.
![Roberto Bolle e Marta Romagna, foto Marco Brescia](img/cat8/0706_bayadere_4.jpg)
Roberto Bolle e Marta Romagna, foto Marco Brescia
Un discorso a parte merita Marta Romagna, danzatrice elegante e di indubbia levatura, che si è lasciata intimorire dal confronto diretto con la fuoriclasse Svetlana Zakharova. Nella scena della gelosia non ha infatti espresso a pieno il ruolo passionale di Gamzatti, vera antagonista di Nikya, e nel grand pas classique del fidanzamento non ha saputo controllare fino in fondo la serie dei fouettés.
Per Roberto Bolle, étoile scaligera, e Svetlana Zakharova, luminosa stella del Bolscioi, è arduo trovare le parole appropriate per descrivere la loro ineccepibile performance. Roberto ha ridato ennesima prova della sue indiscusse qualità di danseur noble con una tecnica smagliante nei tours en l'air e uno stupefacente ballon nei grandi e piccoli salti. Ma occorre anche sottolineare l'intensità della sua interpretazione e l'autorevole padronanza della scena.
Svetlana non è stata da meno.
Alla fine, in un inaspettato coup de theatre, Natalia Makarova è apparsa a raccogliere le ovazioni degli spettatori e degli stessi interpreti che, in segno di grande rispetto e riconoscenza, le hanno tributato un omaggio floreale di variopinti bouquets.
La Bayadère
Teatro alla Scala
![Svetlana Zakharova, foto Marco Brescia](img/cat8/0706_bayadere_5.jpg)
Svetlana Zakharova, foto Marco Brescia
![Antonino Sutera, foto Marco Brescia](img/cat8/0706_bayadere_6.jpg)
Antonino Sutera, foto Marco Brescia
Cast & credits
Titolo
La Bayadère |
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Sotto titolo
Balletto in tre atti |
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Data rappresentazione
13 maggio 2006 |
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Città rappresentazione
Milano |
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Luogo rappresentazione
Teatro alla Scala di Milano |
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Prima rappresentazione
Teatro Bolscioi di San Pietroburgo, 23 gennaio 1877 |
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Interpreti
Svetlana Zakharova (Nikiya) Roberto Bolle (Solor) Marta Romagna (Gamzatti) Mick Zeni (Magdaveya) Antonino Sutera (l'Idolo d'Oro) |
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Scenografia
Pierluigi Samaritani |
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Costumi
Yolanda Sonnabend |
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Coreografia
Natalia Makarova da Marius Petipa |
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Coreografia d'origine
Olga Evreinoff |
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Luci
John B.Read |
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Musiche
Ludwig Minkus |
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Orchestra
Orchestra del Teatro alla Scala |
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Direzione d'orchestra
David Coleman |
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Note
Prima rappresentazione de La Bayadère di Natalia Makarova da Marius Petipa: American Ballet Theater, 1979. Prima rappresentazione italiana de La Bayadère di Natalia Makarova: Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, 16 aprile 1992 |