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Tennis Court Theatres

by Cees de Bondt
  Adriaan van de Venne, acquaforte (etching)
Data di pubblicazione su web 01/05/2001  
In Italia non esistevano teatri permanenti dedicati esclusivamente allo spettacolo prima della fine del XVI secolo (il Teatro Olimpico di Vicenza del Palladio fu il primo, nel 1585), e gli spettacoli al chiuso avevano luogo in una varietà di sale o in stanze affittate. Una tipologia di allestimento provvisorio per gli intrattenimenti di corte si dimostrò particolarmente popolare e contribuì in maniera sostanziale alla struttura architettonica del teatro: il tennis court (campo da tennis al chiuso).

Sophie W. Deierkauf-Holsboer nella sua Histoire de la mise en scène dans le théâtre Français à Paris (Paris 1960, pp. 23-24) sostiene che "dans les tripots (= jeux de paume) la vie théâtrale a pris son essor (..) aussi tout l'aménagement de la salle du jeu de paume qui a servi de modèle pour la construction et la restauration d'autres salles de spectacle". Il gioco del tennis era molto diffuso nell'élite cittadina, e ciò è dimostrato dal numero consistente di tennis court (jeu de paume) proliferati a Parigi nel 1600 (duecentocinquanta sale).

Quando, durante il XVII secolo, l'interesse per il gioco diminuì, i proprietari delle tennis court cercarono altre fonti di guadagno e occasionalmente affittarono i loro jeu de paume agli attori. Fra il 1600 e il 1750 Parigi contava tredici jeu de paume trasformati in sale da commedia. Sebbene quasi nessuna ricerca sulle tennis court italiane sia stata iniziata, possiamo tuttavia affermare con sicurezza che le sale della "racchetta" (o "pallacorda") fornivano anche in Italia un ritrovo d'intrattenimento largamente diffuso per spettacoli teatrali o musicali, in particolare nell'ambito delle corti principesche. Le tennis court incorporate nelle strutture dei palazzi rappresentavano un significativo precedente degli edifici teatrali nella tradizione di corte del Rinascimento: esse erano isolate e attrezzate per il divertimento esclusivo del principe e dei suoi ospiti di riguardo.

Alfonso II d'Este (1533-1597) pare essere stato il primo ad avere una tennis court trasformata in sala provvisoria per le commedie. Alfonso era "un gran giuocator di palla", e, attraverso la pubblicazione del Trattato del giuoco della palla (di Antonio Scaino, 1555), il primo libro sulle regole del tennis, mirò a potenziare il suo prestigio come massimo protettore del tennis della sua epoca. Egli possedeva almeno sei sale per il "giuoco della racchetta" e impiegava cinque professionisti (i suoi "racchettieri") per allestire dimostrazioni 'tennistiche' in speciali occasioni.

Nel 1583 il "giuoco della racchetta" che ebbe luogo vicino al Castello Estense di Ferrara fornì l'ambientazione ideale alle produzioni teatrali epiche dei duchi d'Este. La struttura stessa del campo da tennis del Duca, la sua forma rettangolare e le qualità acustiche dell'ambiente chiuso, si dimostrarono il luogo appropriato per una grande varietà di spettacoli di corte. Gli spettatori potevano assistere dalle gallerie collocate lungo il campo o, a seconda del tipo di rappresentazione, da sedili sistemati sul campo da tennis. Per spettacoli meno transitori, e con maggiore affluenza di pubblico, venivano allestiti sia dei palchetti lungo le pareti laterali (destinati ai rappresentanti delle classi elevate), che delle tribune nella parte principale del campo di fronte al palcoscenico.

Non sono venute alla luce fonti dettagliate sule forme d'intrattenimento ospitate dal tennis court di Alfonso, ma un documento del 1674 proveniente dalla corte dei Farnese, offre un affascinante punto di vista sul tipo di rappresentazioni messe in scena in questo Teatro della Racchetta, collegato al Palazzo Sanvitale di Parma. Qui, nel 1674, gli ospiti di Ranuccio II furono intrattenuti con "opere, balli, concerti, commedie" e con dei memorabili "spettacoli equestri". Questi 'divertimenti' con cavalli, nello stile della "cavalleresca" (torneo equestre 'teatrale' degli Estensi), sono stati probabilmente allestiti anche nel campo della "racchetta" di Alfonso. Non si conosce materiale iconografico relativo a rappresentazioni nel teatro "della racchetta", ma possediamo un'interessante immagine d'interno con commedia dell'arte in un tennis court olandese.

L'acquaforte di Adriaan van de Venne (da Tafereel van de Belacchende Werelt, 1636) mostra una molteplicità di intrattenimenti: commedie, danza sulla corda e musiche d'accompagnamento. Il pubblico è sparpagliato all'interno del campo, mentre sulla sinistra si possono vedere gradinate con spettatori. Fonti su alcune sale di Teatro della Pallacorda e Teatro della Racchetta sono state raccolte in studi teatrali e musicali realizzati nell'ambito della cultura civile del XVIII secolo. Studi ulteriori di rilevanti fonti documentarie produrrà certamente maggiori esempi di questo aspetto trascurato dello sviluppo dell'architettura della sala teatrale italiana.

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TEATRO DELLA PALLACORDA - TEATRO DELLA RACHETTA

Gioco della Rachetta
 (1583, Castello Estense, Ferrara)

Teatro delle Saline
(1593, Piacenza)

Teatro Municipale
(ca. 1610, Casale Monferrato)

Teatro della Racchetta
(1674, Palazzo Sanvitale, Parma)

Teatro della Pallacorda
(1645, Palazzo dei Borghi, Lucca)

Teatro Carignano
(1708 ?, Torino)

Teatro della Palla a Corda
 (1779, Firenze)

Teatro della Pallacorda
 (1736, Roma)

Teatro della Pallacorda
 (1800, Palazzo Zongo, Pesaro)

Teatro della Pallacorda
 (1850, Fabriano)

Edificio "Racchetta o Pallacorda" (Rocca di Meldola)

"Sala della racchetta" tutt'ora esistente, mura esterne immutate, ma niente resta della vecchia "Sala"

Sul Web:
Il tennis del Rinascimento:
www.real-tennis.nl

 
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