È risaputo che Tristan und Isolde è uno dei massimi capolavori lirici dellOttocento europeo ed è unopera in cui si esprime con la massima potenza lamore assoluto che si avvera solo nella morte. Sembra quindi inutile dilungarsi sulle numerose interpretazioni suggerite da questo rifacimento wagneriano di una delle più vecchie leggende celtiche. Invece, quanti hanno superato un certo numero di anni hanno nellorecchio leco delle voci dei tristani di L. Melchior, di R. Vinay et di J. Vickers, o delle Isotte di K. Flagstad, M. Mödl o B. Nilsson, per non parlare delle direzioni di Furtwängler o Karajan. Diciamolo subito: la versione che abbiamo sentito non è una delle grandi interpretazioni che la discografia ci tramanda: non ritroviamo la squillante vocalità di Lauritz Melchior o il maestoso impeto di Klagstad; ciò non toglie che sia un buon Tristano. Gergiev, il direttore russo, conduce lorchestra con precisione e nettezza e infonde alla musica lindispensabile romanticismo che suona fin dal preludio. La distribuzione è di buon livello: i protagonisti Clifton Forbis (Tristano) e Lisa Gasteen (Isotta) sono bravi, anche se a volte mancano un po di potenza polmonare; ottimi Kurwenal, Brangäne e Marke. In sostanza, un cast di buon livello, degno di Gergiev et dellOpéra di Parigi.
Loriginalità delle spettacolo risiede nella regia divisa fra due autori: il ben noto Peter Sellars per la regia dei personaggi fisici e Bill Viola per quella video. Sul palcoscenico vi è un enorme schermo per le proiezioni dei video, creati da un videasta di grand talento. A volte il video ha una funzione realistica: nel primo atto, si vede un mare tranquillo, il mare solcato dalla nave di Tristano. Allinizio del secondo atto, cè una bellissima veduta di una foresta, mentre la musica descrive una caccia notturna. A volte invece ha una funzione metaforica: quando Isolde, lasciata da Tristano, è invasa dal sentimento di essere una merce consegnata a Marke, le onde si fracassano sugli scogli per evocare lira della principessa. Ma il più delle volte il video propone una visione spirituale della storia: la passione come rito iniziatico, con una fase preliminare di purificazione (i corpi terrestri dei due personaggi sono lavati dallacqua lustrale), una fase successiva di purificazione col fuoco (i personaggi sono come ombre davanti ad una cortina di fuoco), infine i due eroi diventano corpi celesti perchè morti o moribondi e sinnalzano verso un al di là misterioso.
Le immagini sono molto belle e suggeriscono un itinerario spirituale che attraverso la passione amorosa ed erotica cerca un assoluto nella notte e nella morte. Linconveniente di questo lavoro è che il video annulla la regia di Sellars che appare molto squallid, pochi gesti, pochi movimenti: per esempio, nella scena finale, mentre di solito Isolde si accascia sul corpo morto di Tristan, la principessa resta in piedi nel suo canto e Tristan è simile ad una statua giacente, mentre il video ci invita ad assistere alla trasfigurazione degli amanti.
Il punto forte di questo spettacolo è di farci capire che lopera non è una semplice storia damore, per quanto potente, ma un lavoro con ambizioni metafisiche che, come dice Bill Viola, affonda nelle tradizioni induistiche e buddistiche del tantra. Il problema è come far collimare la regia spirituale del video e quella 'fisica' del palcoscenico e dei cantanti. Comunque lesperienza valeva la pena, fosse solo per la bellezza delle immagini del videasta.
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