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Lamento per Best

di Roberto Fedi
  George Best
Data di pubblicazione su web 29/11/2005  
Non me lo fate vedere. Così, come per il torero Ignacio caduto alle cinque della sera, lasciate che citiamo Garcia Lorca per George Best, anni 59, caduto oggi 25 novembre in un ospedale pubblico londinese per troppo alcool, troppo genio e troppa stanchezza.

Lo chiamavano il quinto Beatle. Era irlandese, giocava nel Manchester United (grande squadra, i Reds: la stessa di Bobby Charlton), portava i capelli lunghi come usava sul finire degli anni Sessanta. Era bravissimo, in un calcio in cui non bisognava essere armadi di due metri, palestrati, cattivi, e però con il maquillage pronto per l’intervista e la velina. Lo stesso calcio di Meroni (ricordate? giocava nel Torino), dove in campo andavano ragazzi con i calzettoni giù (oggi è proibito), un po’ scanzonati, senza sponsor sulle magliette, e dove il genio, come suol dirsi, poteva anche associarsi alla sregolatezza.

Avrete visto le ultime foto. Dimenticatele. Guardate quelle con la maglia verde dell’Irlanda, mentre corre su prati fangosi, ma leggero e pulito come un folletto. O con quella rossa del Manchester, perfetto nel calciare un pallone bianco (senza sponsor anche quello) con una pettinatura che sembra quella di una rockstar, però pulita e quasi irridente. Guarda la palla come se fosse una donna, e sorride.

Lo chiamavano Best the Best, giocando sul suo cognome. Anni fa dedicarono alla sua vita da scapigliato anche un film. Come succede ormai solo in Inghilterra e in Irlanda, i suoi tifosi ora gli  scrivono manifesti, poesie, ricordi. Si presume che siano tutti più o meno suoi coetanei, come chi sta scrivendo. Era, come si diceva nel calcio di Gianni Brera, una bandiera, lo stesso che per Meroni, che aveva una maglia quasi uguale. Storie di ieri.

“Ho speso molto per le donne, l’alcool e le macchine. Il resto l’ho sperperato”: è la sua frase più famosa. Degna di un grande ironico, autodistruttivo come tutti i geni, magari da non imitare, ma tale da lasciare un ricordo nitido, come la traiettoria perfetta di un pallone senza sponsor. Nessuno dei calciatori-impresa di oggi ne lascerà una uguale in nessun ricordo di nessuno.


George Best

 



 

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