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Un dramma in tensione verso l'assoluto

di Gilles de Van
  Cardillac
Data di pubblicazione su web 10/10/2005  

Ottima idea quella di risuscitare un’opera raramente rappresentata; ottima perchè appartiene ad un’epoca ricca di fermenti, in cui agiscono personalità come Brecht, Kurt Weil, Webern, Schoenberg, Berg, Adorno, in cui si creano festival come Donaueschingen (al quale Hindemith parteciperà), Baden Baden e si diffondono correnti antinomiche come l’espressionismo, la scoperta del jazz e la nuova obiettività (Neue Sachlichkeit). Insomma un’epoca di grande subbuglio, al quale il compositore partecipa prima di essere respinto dal nazismo e di cominciare una vita d’esule che lo porterà in Turchia, Stati Uniti, Svizzera, e, dopo il periodo hitleriano, di nuovo in Germania, il suo paese. Musicista di ampi interessi, Hindemith si cimentò nella musica da camera (era violinista ed ottimo violista), nella musica orchestrale, nel coro, nel canto accompagnato e finalmente nella musica drammatica, una produzione che annovera una ventina di opere che vanno dal balletto alla pantomima, al dramma radiofonico e finalmente all’opera, di cui la più famosa è Mathis der Maler (1938).


Hannah Esther Minutillo (la dama)
Hannah Esther Minutillo (la dama)


Il pensiero drammaturgico di Hindemith lo allontana dal dramma romantico wagneriano coll’intento di ridare il primato alla musica ed alla forma musicale; certi episodi sono trattati secondo schemi rigorosi, come la forma sonata, la passacaglia, la variazione. Questo concetto appare chiaramente nella trama dell’intreccio in cui sono evidenti i "pezzi" musicali (aria, duetto, scena). Il canto è chiaro e non troppo tormentato ma ben lontano dal lirismo all’italiana. L’orchestra è fastosa con momenti bellissimi affidati alle corde o ai legni (fagotti, clarinetti o flauti).

La perplessità che suscita quest’opera nasce dalla distanza fra il testo e la musica. Il libretto, ispirato ad Hoffmann, oscilla fra romanticismo e fantastico: Cardillac è una figura dell’artista geniale che si erge sulla folla ed al quale tutto è permesso, ma è anche una figura luciferina indifferente agli altri ed innamorato solo di se stesso. Anche gli altri protagonisti sono alla ricerca di un assoluto: la figlia e l’ufficiale sono travolti dalla passione, come anche la dama e il gentiluomo, più mondani, ma non meno affascinati dalla pienezza che manca nella loro futile vita. La fine suggerisce che la ricerca d’assoluto che si apre agli altri prevale sulla stessa ricerca chiusa in se stessa; si ricordi la compassione dell’ufficiale per il gioielliere che ha tentato di ucciderlo e il suo riferimento al delirio sacro! La musica procede per conto suo, fedele ai canoni compositivi che Hindemith si è imposto. L’orchestrazione è ricca e fine, l’organizzazione contrappuntistica è raffinata e il canto si segue senza difficoltà, anche se non si libra mai in rapimenti lirici. Come notava ironicamente Hanns Eisler nel 1928 "la musica di Hindemith è molto bella. Solo per intermittenza crea un rapporto fra l’orchestra e il palcoscenico [....]. La musica è per lui un fine in sé; si può tranquillamente assassinare qualcuno in alto, sul palco, mentre nella fossa il delizioso duetto di flauti prosegue nell’orchestra".


Alan Held (Cardillac)
Alan Held (Cardillac)


La regia di Engel compensa ampiamente le frustrazioni che certi aspetti dell’opera creano. Engel ha deliberatamente situato la storia nella Parigi moderna e la scenografia porta chiaramente il segno dell’art déco: costumi, luoghi e luci sono belli e coerenti; il primo atto si svolge nella hall di un albergo lussuoso degli anni trenta con un grande scalone (il racconto originale si svolge nella Parigi secentesca con Madame de Maintenon e Mademoiselle de Scudéry), la camera della dama è una perfetta riproduzione della ricca camera di una signora benestante degli anni trenta (insomma l’epoca in cui Hindemith creò la sua opera). Vi sono molte allusioni al cinema e, quando uccide, Cardillac è vestito come Fantomas. L’atto terzo che normalmente si svolge in un’osteria, è spostato sui tetti di Parigi, probabilmente proprio in riferimento a Fantomas.

Insomma serata piacevole ed interessante, anche se è poco probabile che l’opera entri nel repetorio corrente.





Cardillac
opera in tre atti e quattro quadri


cast cast & credits
 
trama trama













 
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