Che il cinema coreano goda ultimamente di ottima salute non è certo una novità, tanto che non a torto si parla ormai di una vera e propria Nouvelle Vague di questo significativo segmento di Estremo Oriente, il cui massimo esponente è sicuramente Kim Ki-Duk, uno dei più importanti maestri del cinema contemporaneo. Park Chan-Wook è appunto uno dei nomi più altisonanti di questa straordinaria stagione di creatività cinematografica, autore del film in concorso quest'anno alla Mostra di Venezia Simpathy for the lady Vengeance, ultimo capitolo di una controversa trilogia: Simpathy for the Mr. Vengeance (2002) e Old boy (2004, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes), senza dimenticare anche il breve Cut, episodio di Three... Extremes, un lussuoso horror presentato lanno scorso anch'esso a Venezia.
Il terzo capitolo di questa immaginifica trilogia è la storia di Geum-ja (Lee Young-ae), splendida ragazza che a ventanni era diventata famosa in tutta la Corea per aver sequestrato ed ucciso un bambino, catalizzando su di sé lattenzione dei media nazionali. Dopo aver fatto tredici, e non candidi, anni di galera, Geum-ja decide di vendicarsi del suo ex-insegnante, il signor Baek (Choi Min-Sik), che presto si scoprirà essere un vero e proprio serial-killer.

Sympathy for Lady Vengeance
Film sulla vendetta, ma contro quella assunta come modus vivendi da parte di Geum-ja, Simpathy for the lady Vengeance è un film a suo modo profondamente moralista; la vendetta, sembra suggerirci il regista coreano, altro non è che un sentimento controproducente, che imprigiona luomo in una serie infinita di colpe, generando un odio che in realtà non consola niente e nessuno, soprattutto perché frutto di ricordi dolorosi e di tragedie autenticamente vissute. Sfruttando gli stilemi del giallo e del thriller movie, Chan-Wook costruisce unopera in cui la vendetta può solo cercare di essere un atto di redenzione, perché effettuata da una donna, Geum-ja, che cerca, in fin dei conti, di salvarsi lanima. Il percorso morale dellintera trilogia è allora facilmente chiuso: attraversando tutte le fasi che vanno dal peccato allespiazione, fino al riscatto, arriva a superare il sentimento della vendetta (e dunque della violenza) per poter iniziare un altro percorso, e cioè la ricerca di una rinnovata purezza (ben sottolineato, questo elemento, dallultimo poetico primo piano che chiude il film: “Più candore” è il proposito e la richiesta della piccola Jenny, figlia di Geum-ja).

Sympathy for Lady Vengeance
Se dunque è ancora la violenza al centro dellimmaginario cinematografico di Chan-Wook, essa appare ancora come lunica vera legge che struttura i rapporti tra gli uomini nella società contemporanea. E un motivo ricorrente, questo, nella cinematografia coreana, ma se, ad esempio, per Kim Ki-Duk è il bisogno damore e la solitudine a muovere gli uomini verso gli istinti ferini, per Chan-Wook è la negazione dellumanità stessa che genera la distruzione: Geum-ja infatti è mossa dal soffocamento della sua capacità di perdonare, ed è in questo un personaggio tipico del cinema di Chan-Wook, assimilabile alle altrettante figure femminili dei film precedenti.
Tuttavia il film coreano conserva un ottimismo di fondo che riesce ad emergere non solo dalla struttura narrativa, tesa, come detto prima, ad un finale conciliante (e forse un po retorico), ma dalla sapientissima costruzione visiva: barocca, iperbolica, grottesca, eccessiva, pop, ecc. è un vero e proprio poema della visibilità eccessiva del post-moderno. Non nega nulla allo spettatore e alla sua innata sete di immagini il regista coreano: mutilazioni, coltelli, macheti, asce e poi luci, colori, ambienti magistralmente fotografati dal grande Chung Chung-hoon, e nulla nega alla sua creatività di uomo di cinema: inquadrature ardite, montaggio serrato, carrelli velocissimi, ralenty, accellerazioni.
Una sorta di beffardo e pretestuoso caos della modernità, ma anche una parabola moralista ed indulgente, ed è per questo che Simpathy for the Lady Vengeance è unopera da maneggiare con cura, se non altro proprio per il suo forte ed insolito messaggio. Aspetteremo al varco un autore ancora (per fortuna) in evoluzione.
|
 |