drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

L'amore a buon mercato

Federico Ferrone
  Love
Data di pubblicazione su web 02/09/2005  
Il senso e la possibilità di girare film a budget ridottissimi è periodicamente rimesso in questione. A chi ne contesta l’utilità, tranne quella di poter metter in mostra qualità che verranno poi meglio sfruttate in produzioni successive, rispondono altrettanto periodicamente autori come Jim Jarmush e Kevin Smith, l’autore di Clerks. Certo è che elementi fondamentali per operazioni del genere non possono che essere, ancor più che altrove, la sceneggiatura e soprattutto, l’abilità di chi produce.

Buon esempio di riuscita è Love, piccolo oggetto misterioso presentato alle “Giornate degli Autori” a Venezia, e non a caso prodotto da quello stesso Jim Stark, che produsse i vari Daunbailò, Mystery Train e Taxisti di Notte di Jarmush. Girato in 21 giorni, non è l’opera prima di uno studente di cinema, bensì il secondo lungometraggio di Vladan Nikolic, ex regista televisivo a Belgrado e già autore di Burn, film sugli immigrati serbi a New York.

E il tema dell’immigrazione nella Grande Mela è il materiale stesso intorno a cui è costruito Love, titolo ironico anziché no: noir metropolitano, violento e disperato, ambientato negli irriconoscibili sobborghi di una New York che ricorda quelli, trasfigurati e anonimi della Los Angeles di Memento, altra opera in cui protagonisti erano solo individui disperati o infidi manipolatori.

Pochi personaggi, tutti stranieri e probabilmente clandestini, ciascuno di nazionalità diversa,  quasi a sancire la loro inesorabile solitudine.  Il killer bosniaco, l’infermiera serbo-tedesca, il gangster da due tacche italiano e il suo socio libanese, la barista isterica francese e i trafficanti ispanici. Tutti interpretati da attori non americani, con alle spalle carriere diversissime, come attori o figuranti,  nel proprio paese d’origine. Dall’israeliana Liat Glick e il serbo Sergej Trifunovic, già visti rispettivamente con Paskaljevic e Gitai, all’italiano Mario Padula.

La storia, come spesso accade nel noir, è quasi un pretesto per descrivere un universo: protagonista è un ex soldato iugoslavo, orfano di famiglia e con un pesante passato nella guerra del suo paese, killer a pagamento per persone che lo ricattano a causa del suo passato. In quella che dovrebbe essere la sua missione, trova sulle sue tracce la ex-compagna conosciuta in Bosnia e una schiera di piccoli e grandi criminali.


Love

Girato in digitale, il film sfrutta la grana cupa e rozza del supporto (oltre che per ragioni di budget) per imprimere il senso di sporcizia e cupezza di una New York popolata da disperati, in cui nemmeno il motivo delle uccisioni e dei tradimenti è chiaro.

Come una bella sequenza alla Lola corre, l’arrivo in un hotel è narrato dal punto di vista di quattro personaggi diversi che si ricongiungono nel finale. Tra le musiche merita una nota speciale l’inquietante brano “Moon in her belly” eseguito da Sxip Shirey e la sua “Mutant harmonica” che accompagna con sonorità distorte la fuga dei protagonisti nel finale. Cupo, teso, compiaciutamente nei canoni del film noir e per questo, se non originale, perlomeno molto efficace, Love è un buon incoraggiamento per chi crede sia possibile girare film praticamente senza budget.


Love
cast cast & credits
 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013