Pensierini di fine estate
di Roberto Fedi
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Data di pubblicazione su web 26/08/2005 |
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Eccoci qua, dopo unestate quasi settembrina e, secondo noi, bellissima. Se non ci fosse stata qualche giornata di pioggia, col cavolo che ci saremmo piazzati di fronte alla tavoletta della televisione. Così un paio di cosette le abbiamo viste; e, ligi come al solito al dovere, ve le comunichiamo.
La prima. Una settimana di campionati del mondo di Atletica leggera. Un piacere, come sempre. Gli italiani erano inguardabili, ma chi se ne frega. Lo spettacolo era eccezionale; le riprese belle; e, una volta tanto, anche la cronaca di Franco Bragagna era accettabile, un po più sobria, meno invasiva, meno eccitata o sovreccitata. Forse perché a Helsinki faceva freddo. Anche la sua ‘spalla la interrompeva meno spesso. Insomma, ci sembra ravveduto. Bravo. Non diciamo che sia merito nostro ma ci fa piacere lo stesso. Era ora.
Certo, cè il contorno. I siparietti con gli ‘esperti nello studio in loco erano, a essere generosi, pleonastici. Il fatto è sempre quello: gli ex, a meno che proprio non siano dei fenomeni della dialettica e non lo sono mai, andrebbero lasciati a casa, davanti alla televisione. Avete già dato, grazie. Bene che vada dicono banalità: che i 400 sono una gara mozzafiato, che gli ostacoli femminili sono bassi… che la maratona è micidiale… Sai che novità. Un po meglio del solito la Caporale, che fa interviste volanti agli atleti. Parla tre o quattro lingue: complimenti. È anche meno arcigna. Se non ci inganniamo, ma potrebbe essere, solo una volta ha chiesto ‘cosa hai provato…, anzi per essere esatti ‘cosa pensi che proverai quando entrerai nello stadio…, che è una variante da mal di stomaco. Siamo buoni: promossa.
Lunica cosa che non si è capita è perché, sul più bello, Rai Due che era ‘dedicata allAtletica a un certo punto ci salutava, ci spediva su RaiSat, e ci dava appuntamento alle cinque e mezzo del pomeriggio. E quello che cera di mezzo, in quelle quattro o cinque ore? Ciccia, ragazzi. O avevate RaiSat o vi dovevate accontentare del riassunto. Da sparare al televisore, se non fosse che labbiamo appena ricomprato.
La seconda. Il papa a Colonia: che sembra Sofocle, Edipo a Colono, da cui la celeberrima ‘tragedia in due battute di Achille Campanile: Si alza il sipario. Toc toc. Cè Edipo? No, è a Colono. Cala la tela. Qui invece il papa cera, eccome. Una settimana intera, fino a domenica: tutto il giorno in diretta su Tele Vaticana, cioè Rai Uno che è lo stesso. Cambia il Presidente di quella parrocchia di riciclati & super beneficati che è il CdA della Rai, cambia il Direttore, ma il papa chi se lo perde in questa parrocchiona globale che è lItalia? Anzi, dateci sotto a tutto spiano.
E perché in questo caso no su RaiSat? Mistero (si fa per dire): tivvù in chiaro, primo canale, e senza un secondo di tregua. Con le solite piaggerie dei numerosi commentatori, tutti invasati come papa boys col brufolo e gli infradito: cè un milione di persone… è un grande teologo… il più grande del XX secolo e anche del XXI… è il Tommaso dAquino del nostro secolo… (alla lettera). E con voli lirici da esegeti strafatti: ‘i giovani, le sentinelle del mattino, come li definì con grande spirito poetico Giovanni Paolo II (no, ragazzi: era una citazione da Isaia, 21, 11-12 e anche da Shakespeare, Romeo e Giulietta, III, V – ignoranti che non siete altro). E poi, alla fine, un sospiro di soddisfazione: come dire ‘labbiamo scampata bella, ha retto il confronto con Wojytila, siamo a posto. Alla prossima! (che per fortuna sarà fra tre anni, a Sidney: come bagni di folla nel mezzo ci sono i Mondiali di calcio, le Olimpiadi… Meno male). E tutti in coro, come se avessero sentito il Verbo: ha detto che uccidere sei milioni di ebrei è stato un grande delitto! Straordinario! Epocale! Ha detto che la libertà non è farsi i cavoli propri! (beh, più o meno). Che teologo! Che Tommaso dAquino! Che Grande papa!
Ci proviamo anche noi. Dunque attenzione: Volere è potere. Rosso di sera bel tempo si spera. Il vino bianco va bevuto fresco. Destate si suda. Il caffè alza la pressione. Agosto moglie mia non ti conosco. Donne e buoi dei paesi tuoi (o, a scelta: tutto il mondo è paese, oppure: paese che vai usanza che trovi). Meglio un uovo oggi che una gallina domani. Di mamma ce nè una sola. Parenti serpenti. Non ficcatevi le dita nel naso. Neanche in bocca. Non toccate il culo alle signore in tram. Mettetevi le cinture. Anche di castità.
Vi basta? Potremmo continuare per un bel pezzo. Colonia ce lavete fatta scappare, maledetti, ma siamo già pronti per Sidney.
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