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Venere 'in borghese'

di Sara Mamone
  One touch of Venus
Data di pubblicazione su web 20/07/2005  

Kurt Weill, al quale Martinů nel 1938 aveva soffiato il soggetto di Julietta, non è più il Kurt Weill noto al pubblico italiano come colonna sonora di Bertolt Brecht; quando compone la musica per One touch of Venus, su libretto di S.J. Perelman e Odgen Nash, nel 1943, ha abbandonato da tempo la Germania, ebreo rifugiato prima a Parigi e poi, definivamente, negli Stati Uniti, ma, soprattutto, ha deciso di considerare il passato, anche il suo ovviamente, come passato.

Mentre Martinů non riuscirà e non vorrà mai dimenticare, anche musicalmente, la sua terra e le sue tradizioni musicali, il taglio di Weill è netto: giunge negli Stati Uniti nel '36, vi morirà nel '50 e dichiarerà senza ambiguità, due anni prima della fine, reintegrato in un benessere economico e in una felicità creative che certamente lo risarcivano in parte dallo choc della sua vicenda europea: "Sono un cittadino americano e durante la mia dozzina d'anni in questo paese ho composto esclusivamente per le scene americane". Scene di Broadway, alle quali appartengono il primo grande successo, Lady in the dark e questo One touch of Venus, che nasce all'ombra dei grandi progetti di quegli anni, anzi grande progetto anch'esso (il primo progetto prevedeva Marlene Dietrich nel title role e la versione definitiva di questo spettacolo tratto dal racconto vittoriano di F.J. Anstey si valse della regia di Elia Kazan). 
  

Karen Coker (Venus) e Loren Geeting (Rodney Hatch)
Karen Coker (Venus) e Loren Geeting (Rodney Hatch)

 

Il compositore abbraccia totalmente le convenzioni del musical ma mantiene della commedia la critica spregiudicata alla convenzionale moralità borghese, al sogno obbligatorio di una ripetitività spersonalizzante. Il legame col mondo didattico e un po' sentenzioso delle parabole brechtiane non è del tutto dimenticato (analogo il punto di partenza con L'anima buona di Se Zuan) ma tutto è filtrato attraverso un gusto scanzonato che mette insieme suggestioni cinematografiche (siamo nel clima letterale della sophisticated comedy), fatti di cronaca nera contemporanea, parodie degli ambienti intellettuali newyorkesi. La parabola è irresistibile, il successo sarà tale che pochi anni dopo Ava Gardner ne interpeterà la versione cinematografica.

Quanto a noi ci stupiamo di non averne saputo niente fin qui, di non avere nelle orecchie le accattivanti e raffinate musiche, le canzoni di Venere (eterno femminino ridotto a mogliettina piccolo borghese e giustamente soffocata dalla mediocrità del sogno americano), dell'amato barbiere (un James Stewart teatrale, dinoccolato e ingenuo, premiato alla fine con una più acconcia copia conforme della dea), del miliardario Withelaw Savory (parodico e ossessivo malfattore-mecenate di alto bordo), della fedelissima segretaria Molly (presa di peso dal dorato mondo dei salotti cinematografici, fedele prima e avida poi come un'eroina da fumetto).


Ron Li-Paz (Whitelaw Savory) e Christianne Tisdale (Molly Grant)
Ron Li-Paz (Whitelaw Savory) e Christianne Tisdale (Molly Grant)



La goduria è naturalmente dovuta anche alla straordinaria stoffa degli interpreti, alla maestria che li vede parimenti attori, mimi, danzatori, attori, non sapresti in cosa più bravi, diretti dall'attentissima bacchetta di James Holmes e per la regia irresisitibile e dettagliata di Tim Albery. Grande spettacolo, con un seguito di numeri indimenticabili (citerei per tutti l'allucinazione moltiplicatoria che induce Venere a fuggire dal suo destino medioamericano e a rifugiarsi di nuovo nell'Olimpo) e con un cast strepitoso: la coppia protagonistica ha nella svagata ingenuità di Loren Geeting e soprattutto nella venustà stordente di Karen Coker (una sorta di Kim Novak dotata però di humour e di una gradevolissima e duttile intonazione) due intepreti perfetti. Non da meno la coppia vilaine di Ron Li-Paz (eccellente baritono emergente dalle sete e dai profumi eccessivi di una Little Italy da poco abbandonata) e Christianne Tisdale (trasformata nel fisico, perfetta interprete dell'ingenua hollywoodiana mutata in maliarda).

E' questa la forma di teatro che noi amiamo, è questa la funzione dei festival. Ed è bizzarro che gli organizzatori, invece di raccogliere solo ovazioni e consensi, stiano quasi sulla difensiva.



One touch of Venus (Ravenna Festival)
commedia musicale


cast cast & credits
 
trama trama

Ron Li-Paz (Whitelaw Savory) e Karen Coker (Venus)
Ron Li-Paz (Whitelaw Savory) e Karen Coker (Venus)

 

 


 

 Opera North

 



Karen Coker (Venus) e Loren Geeting (Rodney Hatch)
Karen Coker (Venus) e
Loren Geeting (Rodney Hatch)




 
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