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Ashley Hutchings & Rainbow Chasers in concerto

di Michele Manzotti
 
Data di pubblicazione su web 18/07/2005  

Ashley Hutchings è considerato, in patria e ovunque, il padre del folk-rock inglese. Tutto inizia nel 1967 quando il giovanissimo musicista incontra due coetanei, Simon Nicol e Richard Thompson, e tra una partita di pallone e tanti dischi provenienti dall'America decide di dar vita a un gruppo con gli amici. Si chiama Fairport Convention, e l'intenzione è quella di fare come gli statunitensi Byrds, riprendere ciò che di meglio la tradizione britannica offre e riprodurlo in chiave pop-rock. L'esperienza Fairport ha ben presto una svolta con l'ingresso della cantante Sandy Denny e la conseguente nascita degli album What we did on our holidays, Unhalfbricking e soprattutto Liege and Lief, considerato tutt'ora il capolavoro del genere e ispirato da testi popolari raccolti da Sir Cecil Sharp. Subito dopo (siamo nel 1969) Hutchings decide di lasciare la formazione per fondare un altro gruppo che riprendesse le tradizioni popolari della Gran Bretagna e che, come i Fairport è tutt'ora in attività, gli Steeleye Span. Le scelte successive di Hutchings (che è cantante e bassista) sono ancora più mirate, e riguardano il recupero di fonti della sola Inghilterra con il progetto Morris On, ma soprattutto con la Albion Band, sigla che ha raccolto la collaborazione di tanti musicisti, da componenti dei Fairport e degli Steeleye a giovani talenti della scena musicale britannica. Questo ha permesso ad Hutchings di sviluppare negli anni una notevole mole di brani originali, molto curati nei testi e legati da una comune ispirazione di stampo popolare.

Jo Hamilton, chitarrista, voce e violinista dei Rainbow Chasers
Jo Hamilton, chitarrista, voce e violinista dei Rainbow Chasers


Il nuovo progetto del bassista è in buona parte l'evoluzione dell'ultima Albion Band: insieme suonano alcuni giovani e talentuosi musicisti che ancora devono farsi un nome, in un gruppo acustico di cui fanno parte, oltre allo stesso leader (basso, chitarra acustica e voce), Jo Hamilton (chitarra, voce, viola), Ruth Angell (violino, voce) e Mark Hutchinson (voce, chitarra acustica). Si chiamano Rainbow Chasers e sono giunti in Italia per sole due date, nell'ambito di una settimana (la seconda di luglio) dove tradizionalmente c'è un'offerta altissima di avvenimenti musicali. La caratteristica del repertorio è quella di proporre unicamente brani originali, senza il ricorso ai tradizionali che spesso sono uno dei punti di forza di formazioni analoghe. Anzi, sono i quattro componenti del gruppo a curare personalmente i pezzi, che sono stati inclusi nel primo album Some colours fly, stampato dall'etichetta londinese Talking Elephant. C'è un evidente divario di età tra Hutchings che ha compiuto 60 anni e i giovanissimi colleghi: ma la sua figura catalizzatrice permette ai tre di esprimersi al meglio. Hutchinson ha voce sicura ed elegante oltre a tenere unite le varie sonorità grazie alla chitarra. La Angell è una recente scoperta e proviene dal conservatorio di Birmingham: canta con scioltezza nel registro alto e non disdegna di regalare qualche virtuosismo violinistico. Jo Hamilton ha invece una voce molto più potente ed è una musicista che ha già suonato con Hutchings nell'Albion Band.

Ruth Angell, violinista e voce dei Rainbow Chasers
Ruth Angell, violinista e voce dei Rainbow Chasers


Veniamo alle canzoni proposte, che sono equamente divise tra quelle più tipicamente melodiche e altre dalla vocazione ritmica. Le prime rivestono la caratteristica di poesie messe in musica, con il tema dell'amore in primo piano. Particolarmente efficace When I jumped ship, con momenti corali, The Knitting Song, con le due voci femminili protagoniste, o Ghost in the Rain, scritta da Hutchings sotto l'ispirazione di un sonetto di Edna St.Vincent Millay, poetessa americana di grande fama nel primo novecento, e affidata alla voce di Jo Hamilton. Tra le altre invece (ricordiamo la mancanza di strumenti a percussione) c'è He throws a brilliant light, dedicata alla nascita di un figlio, o New Blue Stockings, che descrive la nascita del movimento femminista. I riferimenti all'attualità sono affidati a canzoni come Under Surveillance, in cui l'entusiasmo per l'invenzione della macchina fotografica si trasforma in preoccupazione per il suo uso come strumento di controllo. I ritmi però (giga, valzer, o quelli più legati al rock) non sono mai usati come effetti speciali, anzi si legano sempre al testo. Detto che anche il figlio tredicenne di Hutchings, Blair, si esibisce in un bis (1985) sfoderando un talento invidiabile e grinta da giovane rocker alla voce e alla chitarra, va sottolineato che il leader del gruppo non pesca mai dal suo gloriosissimo passato credendo fermamente in questo nuovo progetto e nella promozione dei musicisti emergenti. E anche l'Italia se n'è accorta, non solo con il successo tributato a fine serata da parte di un pubblico motivato anche se non numerosissimo, ma anche con un premio, il "Piero Ciampi" di Livorno, che gli addetti ai lavori danno solo a coloro che hanno dedicato la propria carriera alla musica di qualità guardando sempre avanti.



Ashley Hutchings & Rainbow Chasers in concerto



cast cast & credits



Ashley Hutchings
Ashley Hutchings
 

 

 

Ashley Hutchings official website
 


 



 

Rainbow Chasers
Rainbow Chasers: Mark Hutchinson, Ashley Hutchings, Jo Hamilton e Ruth Angell
 

 

 

 
 
 
 

 

La copertina di Some colours fly, l'album dei Rainbow Chasers
La copertina di Some colours fly, l'album dei Rainbow Chasers


 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 
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