drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

La morsa del caldo

di Roberto Fedi
  Un'immagine da "L'era glaciale", regia Chris Wedge (2002)
Data di pubblicazione su web 27/06/2005  
Siamo pronti a scommettere che non c’è nessuno di voi che non conosca l’aurea massima del giornalismo: che la notizia è l’uomo che morde il cane, e non viceversa. Allo stesso modo, secondo noi la notizia vera, quella da strombazzare su tutti i tiggì, sarebbe che d’estate fa freddo, o che d’inverno fa caldo. E non che alla fine di giugno c’è il sole che picchia, e che si suda, e che chi suda ha sete; e che, in questi casi, fa più piacere trincarsi una bella bibita fresca piuttosto che una tazza di latte bollente. O no?

Perché, invece, i tiggì di casa nostra (tutti) sembrano pensarla diversamente. Vabbè che d’estate le notizie scarseggiano (o almeno sembra: in realtà mica tanto, anzi qualche volta abbondano – in questi giorni, ad esempio: sciopero dei magistrati, gravissimo; scioperi dei mezzi pubblici; omicidi vari; kamikaze in Iraq; Fiat a picco; problemi economici come d’inverno se non peggio), ma insomma non è proprio il massimo che la prima, lunghissima notizia di ogni telegiornale sia questa: la morsa del caldo.

La frase inevitabile è stata anche detta sul serio, ad esempio nel Tg delle 12.30 de La7 di domenica 26 giugno (a Studio aperto, Italia uno, dello stesso giorno hanno voluto distinguersi: “la morsa del grande caldo”): e ci vuole anche un bel coraggio, diciamo la verità, a pronunciare senza vergognarsi questo vertice del luogo comune. Ma il bello viene con quello che segue, e cioè con i consigli degli esperti.

È una gara a chi dice più scempiaggini. Per esempio: sapete come si fa a star meglio la notte? Dormite al fresco, in una stanza con un condizionatore. Ma davvero? E chi l’avrebbe detto? È invece un prezioso consiglio nel Tg de La7 di cui sopra. Oppure: voi poveri scemi pensavate che per sentire meno caldo fosse bene stare al sole nel primo pomeriggio? Che sbadati. Dovete stare in casa, a persiane chiuse (se avete le persiane): ecco perché finora vi siete bolliti come la pastasciutta. O anche: siamo sicuri che col solleone voi, poveri trogloditi carnivori, vi pappate tutti i giorni bistecche di maiale. Ahi ahi ahi… Ecco perché vi fa male il pancino. Dovete invece magna’ verdura e frutta fresca. E perché vi scolate quei mezzi litri di cioccolata calda quando fuori sono 35 gradi all’ombra? Bevete acqua del frigo, oppure succhi di frutta (freddi). E scommettiamo che il pomeriggio accendete il termosifone. Ma siete proprio incorreggibili! Accendete l’aria condizionata, se ce l’avete; altrimenti un bel ventilatore, che diamine. E via, levatevi quei cappottoni color antracite con cui uscite tutti i santi giorni, e ricordatevi, scemi siberiani che non siete altro, di indossare vestiti leggeri. Ma se non ci fosse la televisione che vi insegna anche a mettervi le mani in tasca, ma voi poveracci che fareste?

Questo, accaldati amici, il tono e i preziosi consigli dei tiggì di fine giugno. Emilio Fede, addirittura, ha ormai trasformato il suo in un lungo spettacolino di previsioni del tempo e di servizi sul caldo (ne siamo contenti, francamente). Ma anche tutti gli altri sono di questo tono. E poi dicono che la televisione non è un pubblico servizio.

PS. A chi obiettasse che un articolo più o meno come questo l’avevamo già scritto un paio d’anni fa, di questi tempi (Afa), risponderemmo che non è colpa nostra se l’estate fa caldo, e se la Tv che abbiamo è questa. E che, comunque, fate bene ad accendere il condizionatore, se ce l’avete.

 




 
 
 
 
 
 

 
 
 
 


 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013