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America oggi: ragazzi con la pistola

di F.F.
  Michael Moore
Data di pubblicazione su web 27/10/2002  
27 Aprile 1999: la strage della Columbine school a Littleton, in Colorado. Dopo aver trascorso la mattina a giocare a bowling (di qui il titolo), due adolescenti entrarono nella loro scuola e cominciarono a sparare all'impazzata, uccidendo 12 compagni e un insegnante. Lo stesso giorno Clinton ordinava di riversare un inferno di bombe sul Kosovo e al termine di quello stesso anno, come di routine, gli Stati Uniti avrebbero contato più di 11.000 morti per colpi di arma da fuoco. Da questo affresco parte Bowling for Columbine, indagine sulla fascinazione degli americani per pistole e fucili e sulle contraddizioni di un paese che, per paura della violenza, si arma sempre più.

L'autore e la mente di tutto il film, il regista e scrittore Michael Moore (www.michaelmoore.com), fisicamente è quasi una caricatura: un'enorme massa di chili, perlopiù grassi, e una faccia da fumetto, cui aggiunge un comico cappellino da baseball sempre in testa. Mette in scena sé stesso, Moore, e si porta in giro per gli Stati Uniti, attraverso le periferie degradate dalla disoccupazione, le ordinate e 'medie' zone residenziali, per capire dove nascono le stragi come quelle di Columbine e una tale psicosi collettiva da violenza urbana. Mostra gli amici di Timothy Mc Veigh, il bombarolo di Oklahoma City, ma anche normali passanti che interroga con domande provocatorie sull'autodifesa. Dalle risposte viene a galla la paura americana per i neri e le altre minoranze 'violente', l'idea paranoica di un passato storico bagnato di sangue ("E la Germania post-nazista e l'Inghilterra post-coloniale, allora ?" Si chiede Moore), la demonizzazione demente delle rockstars e al contempo l'opposizione ad ogni limitazione del florido commercio di munizioni, acquistabili in ogni grande magazzino.

Il risultato è esilarante e inquietante, quando si osservano fenomeni come la milizia autonoma del Michigan, gruppi di bianchi armati fino ai denti per difendersi da chissà quale minaccia. E nell'indagine su cause ed effetti del culto-paranoia delle armi nella società statunitense c'è spazio anche per riflessioni sul (non) Welfare state americano, sui colpi di stato e sui gruppi terroristici che la Casa Bianca ha finanziato ed appoggiato (scorrono le immagini di Pinochet, Noriega e Bin Laden).

Pur trattandosi di un documentario, Bowling for Columbine ha un finale che è un capolavoro drammaturgico e che vale la pena svelare: l'incontro faccia a faccia con Charlton Heston, presidente della National Rifle Association, l'organo che, finanziato da potenti lobbies di produttori di armi, ne promuove la diffusione domestica. Moore, cartone animato un po' deforme, si fa serio, mostrando al mito hollywoodiano la foto di una delle bambine uccise a Flint (da un coetaneo di sei anni che aveva preso la pistola allo zio) e gli domanda di ritrattare il suo impegno nella promozione della cultura delle armi. In risposta, Heston si appella al secondo emendamento della costituzione americana per ribadire il diritto di ogni cittadino a possedere armi cariche a casa e su di sé (un po' come il Ku Klux Klan si appella al 1° emendamento - quello sulla libertà d'espressione - per giustificare la propria ideologia), poi si alza e, con passo lento, se ne va. Improvvisamente, scopriamo che l'icona americana è vecchia, malata e, come un animale ferito, ha paura.

Nell'89 era uscito in Italia un altro documentario di Moore, Roger & me. Roger era Roger B.Smith, grande capo della General Motors, la più grande ditta automobilistica del mondo, che in quell'anno (chi ci ricorda?) aveva chiuso 11 stabilimenti, provocando 30.000 disoccupati nella sola Flint, città natale di Moore. Bowling for Columbine è, per ammissione dello stesso autore, il suo film più coraggioso e provocatorio. A tratti esilarante e genialoide eppure con un obiettivo ed un metodo d'indagine sociale che sono un pugno nello stomaco per la coscienza di un paese, ha ottenuto non a caso sia il premio del pubblico al Festival di Toronto che il prestigioso premio della giuria del 55° Festival di Cannes.
Bowling for Columbine
cast cast & credits
 

Charlton Heston in una foto per la National Rifle Foundation, istituzione finanziata dalla lobby dei costruttori di armi americani
Charlton Heston in una foto per la National Rifle Foundation, istituzione finanziata dalla lobby dei costruttori di armi americani




 
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