Ambigui màrtiri dell'Est
Trama
Lilya è una ragazza che sogna di andare in America con la madre e l'amante di lei. Ben presto però i due novelli fuggiaschi cambiano idea, lasciando la giovanissima figlia in patria. Per Lilja è la frantumazione di un sogno. E' costretta dall'avida zia cui è stata lasciata in custodia a lasciare il suo appartamento per trasferirsi in un altro, sporco e fatiscente. Qui Lilja inizia la sua discesa agli inferi. Fa amicizia con gli scapestrati del quartiere che si sballano con medicinali, lascia la scuola, viene trascinata inconsapevolmente da un'amica in un giro di prostituzione notturna nelle discoteche. I labili affetti intorno a lei scompaiono gradualmente. Resta forte invece il legame con un giovanissimo reietto di nome Volodja che Lilja prende sotto il suo tetto e che finirà per innamorarsi di lei. La madre intanto dall'America la disconosce e non le manda più un soldo, costringendo la ragazzina a prostituirsi regolarmente per poter sopravvivere. Una sera Lilja fa conoscenza con un giovane "belloccio" che sembra diverso dagli altri. Dopo le iniziali diffidenze il rapporto tra i due diventa sempre più stretto: Lilja se ne innamora e lui le promette di portarla via dalla sua città per rifarle una vita nella ricca ed opulenta Svezia. A Volodja, disperato e rimasto solo per sempre non resta altro da fare che suicidarsi. Ma come proprio lui aveva previsto, la Svezia a cui andrà incontro Lilja sarà molto diversa da quella agognata…
Ambientato nella cupa e grigia periferia di un'anonima città post-sovietica, questa film getta luci ed ombre sulla nuova cinematografia scandinava. Film oscuro e molto triste, sul male di vivere che coinvolge le giovanissime generazioni delle Est europeo post-sovietico, Lilja forever è un'opera ambigua.
Forse un po' troppo prevedibile, resta però forte nell'impianto tematico. Lo sfaldarsi della famiglia, le promesse mancate, l'odio e la solitudine, le periferie anonime, la povertà sono i temi ricorrenti del film che fanno da sfondo alla storia di questa ragazzina e che ricorda il destino dell'Est-Europeo; sedotto dalla luccicanza dell'Occidente, ne scopre ben presto la triste vacuità e lo sfruttamento che ha caratterizzato il difficilissimo passaggio di questo grande pezzo d'Europa dai regimi comunisti al capitalismo.
Lilja vive irrimediabilmente in questo violento turbine di disillusioni e brutture. E, malgrado il lungo finale in cui Moodysson (già autore dei celebrati Fucking Amal e Together) cerca con esiti opinabili di scimmiottare Wenders, trasformando i due poveri reietti Lilje e Volodja in angeli di periferia, la ragazzina non sembra una martire ma un personaggio che, pur nella morte, mantiene il sorriso della speranza.
Lilya è una ragazza che sogna di andare in America con la madre e l'amante di lei. Ben presto però i due novelli fuggiaschi cambiano idea, lasciando la giovanissima figlia in patria. Per Lilja è la frantumazione di un sogno. E' costretta dall'avida zia cui è stata lasciata in custodia a lasciare il suo appartamento per trasferirsi in un altro, sporco e fatiscente. Qui Lilja inizia la sua discesa agli inferi. Fa amicizia con gli scapestrati del quartiere che si sballano con medicinali, lascia la scuola, viene trascinata inconsapevolmente da un'amica in un giro di prostituzione notturna nelle discoteche. I labili affetti intorno a lei scompaiono gradualmente. Resta forte invece il legame con un giovanissimo reietto di nome Volodja che Lilja prende sotto il suo tetto e che finirà per innamorarsi di lei. La madre intanto dall'America la disconosce e non le manda più un soldo, costringendo la ragazzina a prostituirsi regolarmente per poter sopravvivere. Una sera Lilja fa conoscenza con un giovane "belloccio" che sembra diverso dagli altri. Dopo le iniziali diffidenze il rapporto tra i due diventa sempre più stretto: Lilja se ne innamora e lui le promette di portarla via dalla sua città per rifarle una vita nella ricca ed opulenta Svezia. A Volodja, disperato e rimasto solo per sempre non resta altro da fare che suicidarsi. Ma come proprio lui aveva previsto, la Svezia a cui andrà incontro Lilja sarà molto diversa da quella agognata…
Ambientato nella cupa e grigia periferia di un'anonima città post-sovietica, questa film getta luci ed ombre sulla nuova cinematografia scandinava. Film oscuro e molto triste, sul male di vivere che coinvolge le giovanissime generazioni delle Est europeo post-sovietico, Lilja forever è un'opera ambigua.
Forse un po' troppo prevedibile, resta però forte nell'impianto tematico. Lo sfaldarsi della famiglia, le promesse mancate, l'odio e la solitudine, le periferie anonime, la povertà sono i temi ricorrenti del film che fanno da sfondo alla storia di questa ragazzina e che ricorda il destino dell'Est-Europeo; sedotto dalla luccicanza dell'Occidente, ne scopre ben presto la triste vacuità e lo sfruttamento che ha caratterizzato il difficilissimo passaggio di questo grande pezzo d'Europa dai regimi comunisti al capitalismo.
Lilja vive irrimediabilmente in questo violento turbine di disillusioni e brutture. E, malgrado il lungo finale in cui Moodysson (già autore dei celebrati Fucking Amal e Together) cerca con esiti opinabili di scimmiottare Wenders, trasformando i due poveri reietti Lilje e Volodja in angeli di periferia, la ragazzina non sembra una martire ma un personaggio che, pur nella morte, mantiene il sorriso della speranza.
Il regista Lukas Moodysson
Cast & credits
Titolo
Lilja 4-ever |
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Origine
Svezia |
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Anno
2002 |
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Durata
109' |
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Colore | |
Soggetto
Lukas Moodysson |
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Regia
Lukas Moodysson |
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Interpreti
Oksana Akinshina (Lilya) Artiom Bogucharskij (Volodya) Elina Benenson (Natasha) Lilia Sinkarjova (zia Anna) Pavel Ponomarjov (Andrei) Tomas Neumann (Witek) Ljubov Agapova (madre di Lilya) Tõnu Kark (Sergei) Anastasia Bedredinova (la vicina) Nikolai Bentsler (ragazzo di Natasha) |
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Produttori
Lars Jönsson / Peeter Urbla |
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Produzione
Memfis Film / Zentropa Entertainments / Film i Väst / Sveriges Television Göteborg / Nordic Film & tv Fund |
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Distribuzione
Trust Film Sales |
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Scenografia
Josefin Åsberg |
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Costumi
Denise Östholm |
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Sceneggiatura
Lukas Moodysson |
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Montaggio
Michal Leszczylowski |
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Fotografia
Ulf Brantås |
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Suono
Niclas Merits, Hans Møller, Peter Schultz, Per Streit |
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Musiche
Nathan Larson |