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Epica ed etica di un ispettore

di M.L.
  Blood work - Debito di sangue
Data di pubblicazione su web 01/01/2002  
Dopo lo scanzonato e irriverente Space cowboys, presentato nel 2000 a Venezia (in occasione dell'omaggio tributatogli con la consegna del Leone d'Oro alla carriera), Clint Eastwood torna con un film dai toni molto diversi, più intimista e asciutto.

Il duro McCaleb è il migliore detective del distretto di polizia. A lui sono affidati i casi più complessi e i criminali più spietati. Mentre è sulle tracce di un pericolosissimo serial-killer, che uccide scrivendo con il sangue delle vittime uno strano codice e che sfida personalmente McCaleb a catturarlo, viene colpito da un forte attacco di cuore che per poco non lo uccide ed è costretto a lasciare il lavoro senza aver risolto il caso. Dopo due anni di cure e il trapianto del cuore, ritorna alla sua abitazione (una barca ancorata al porto della città) e alla tranquilla vita da pensionato. Un giorno però riceve la visita di una graziosa donna messicana, Graciella Rivers, che gli rivela una verità sconcertante: il cuore che batte ora nel suo petto è quello della sorella di Graciella, barbaramente uccisa durante una rapina in un negozio da un assassino che non è ancora stato consegnato alla giustizia; egli ha dunque avuto la guarigione grazie alla morte di questa sconosciuta. Considerando ormai il caso come qualcosa di personale, il veterano dell'FBI, con il parere contrario di medici ed ex-colleghi, si mette sulle tracce di questo serial-killer, che intanto è già tornato a colpire più volte…

Pare proprio che Estwood non voglia abbandonare i panni del duro e implacabile ispettore Callahan. Portando sul grande schermo un romanzo di successo di Michael Connelly (edito in Italia con il titolo Debito di sangue), il regista di Un mondo perfetto ci consegna un thriller veramente ben riuscito, dal ritmo serrato, dalla suspense crescente, fino al sorprendente finale. Eastwood, a 73 anni suonati, riesce anche stavolta dove altri della sua generazione hanno fallito: conservare una freschezza e una sincerità che gli permetteno di realizzare prodotti sinceri e di alta qualità.

Certo, quello di interpretare i panni di un detective determinato a consegnare alla giustizia i criminali, anche a costo di mettere seriamente a repentaglio la propria vita, potrebbe sembrare un suo stilema, ma questo McCaleb non è affatto un personaggio stanco e ripetitivo. 'Cresce' invece gradualmente, conservando un'integrità morale che molti intorno a lui hanno perso; ma soprattutto riusce ad avere quella freddezza, sia nel lavoro che nei sentimenti, che gli permette di osservare gli eventi in maniera disincantata e dunque di capirli fino in fondo.

Sembra proprio ritagliato apposta per lui il ruolo di questo detective, che sente più forte della propria vita l'imperativo morale di riconsegnare a Graciella il debito di sangue che lega lui e la sua vita alla sorella, ma che rappresenta anche l'eterna caccia che i "buoni" danno ai "cattivi". Anzi, è questo uno di quei film che maggiormente e più esplicitamente sottolineano l'unione viscerale e profonda che intercorre tra assassino, vittima e detective: in questo caso si tratto di vita e di morte, un binomio che non può essere reciso se non 'per sempre' e che coinvolge tutte le sfere dell'esistenza: il lavoro, l'amicizia, la morale, l'amore.


Debito di sangue
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