Io non ho paura

di Franco Sepe

Data di pubblicazione su web 26/02/2003

Io non ho paura
Un gruppo di bambini, una lunga forsennata corsa attraverso un campo di grano ripetuta più volte durante il film (le riprese in movimento e le sequenze sfaccettate richiamano alla mente i Taviani), immettono lo spettatore, folgorato dalla bellezza della fotografia, nel cuore del problema. Ma la solarità del mondo infantile fa presto a mutarsi nel suo contrario. Ciò che osserviamo attraverso gli occhi di Michele, non è il male, di cui il bambino non possiede ancora una chiara nozione, bensì la sua reinvenzione fantasiosa (e dunque salvifica).

 

La storia è quella dell'orrore provato di fronte a una creatura indecifrabile, scoperta casualmente in una angusta cavità sotterranea, che poi si rivela essere un coetaneo di Michele tenuto lì in cattività chissà per quale ragione. Agli occhi di chi segue il districarsi della vicenda - forse da lettore ne è già venuto a conoscenza attraverso il libro di Niccolò Ammanniti, di cui il film è omonimo - si palesa poco per volta la prassi del sequestro per estorsione, di cui il padre di Michele è complice. Al piccolo eroe, reso impavido dal senso di pietà e solidarietà con Filippo, il bimbo segregato, dunque non resta che trasgredire i divieti degli adulti, di cui intuisce il danno; ma per un tragico gioco del destino viene colpito (a morte?) dal suo proprio padre. Così, infine, tra il rumore assordante delle pale di un elicottero mandato dalla giustizia a braccare i criminali, seppure tinto di rosso, il bene trionfa.

 

L'ambientazione realistica della storia si situa nella migliore tradizione cinematografica italiana del punto di vista infantile - qui, come tiene a precisare Salvatores, la macchina da presa si mantiene per tutto il film all'altezza d'occhi del bambino, cioè sul metro e trenta - quella che a ritroso rifà la strada da Amelio a Comencini fino a De Sica. Ma, considerato nell'ottica del festival, il marchio d'esportazione Made in Italy - che i nostri governanti premono per rilanciare sempre più forte e invariato nel suo carattere di stereotipo nazionale - lo ritroviamo puntualmente, sul piano artistico, nel colore locale dell'ambientazione (meridione uguale criminalità), nelle risorse del territorio (grano sta per pasta), degli affetti (mamma/bontà). Mancava, questa volta, l'erotica sensualità mediterranea della Màlena di Tornatore.

Cast & credits

Titolo 
Io non ho paura
Origine 
Italia
Anno 
2002
Durata 
109 min.
Colore 
Regia 
Gabriele Salvatores
Interpreti 
Dino Abbrescia
Diego Abatantuono
Giuseppe Cristiano
Mattia di Pierro
Giorgio Careccia
Antonella Stefanucci
Riccardo Zinna
Michele Vasca
Susy Sanchez
Adriana Conserva
Fabio Tetta
Giulia Matturro
Stefano Biase
Fabio Antonacci
Produttori 
Maurizio Totti / Riccardo Tozzi / Giovanni Stabilini / Marco Chimenz
Produzione 
Colorado Film–Cattleya
Distribuzione 
Medusa
Scenografia 
Patrizia Chericoni, Florence Emir
Costumi 
Patrizia Chericoni, Florence Emir
Sceneggiatura 
Niccol˜ Ammaniti' Francesca Marciano, dal romanzo di Niccol˜ Ammaniti
Montaggio 
Massimo Fiocchi
Fotografia 
Italo Petriccione
Suono 
Mauro Lazzaro
Musiche 
Pepo Scherman, Ezio Bosso