Provinciorgia
Dopo aver provocato critica e pubblico l'anno scorso proprio qui al Lido con il suo Bully, il controverso Clark non abbandona quella che ormai sembra essere la sua unica tematica cinematografica, ossia il mal di vivere delle nuove generazioni americane.
Ken Park è una piccola e graziosa cittadina della profonda provincia americana. Il film si apre con il suicidio di un anonimo ragazzo e prosegue seguendo le storie parallele di quattro famiglie diverse e delle loro ossessioni sessuali. Nella prima, una madre intrattiene rapporti sessuali con il giovanissimo fidanzato della figlia sedicenne. Nella seconda, un padre alcolizzato in rotta con il figlio che considera gay, cerca di farsi praticare da lui del sesso orale. Nella terza, un altro ragazzo, tra una masturbazione e l'altra, ammazza i nonni perché barano ai giochi da tavola. Nella quarta, una giovane liceale, dopo aver visto picchiare il suo ragazzo dall'eccentrico e cattolicissimo padre, si rifugia sessualmente in orge con amici.
L'ex-fotografo Clark, reduce da mezzi fiaschi come Kids e Bully (che pur nella loro pretestuosità, conservavano un minimo di provocazione e originalità), con questo film pone seriamente una pietra tombale sul suo futuro da cineasta. Ken park è un'opera di cui si potrebbe ben volentieri fare a meno, per il qualunquismo, per la totale gratuità e per la mancanza di una seria voglia di provocazione che sappia andare anche solo un passo al di là del semplice voyerismo. Queste quattro famiglie sono composte da personaggi che vivono le proprie ossessioni sessuali senza capirne realmente il perché: l'impianto drammaturgico è quasi totalmente assente e tutto diventa una semplice carrellata di immagini gratuite su violenza, membri sessuali, amplessi, secrezioni adolescenziali.
Quello che ne viene fuori è un quadro impietoso non solo per il piccolo microcosmo cittadino descritto, ma anche per l'autore e lo spettatore, costretto a sorbirsi due ore di noiosa ed inconcludente semi-pornografia. Non c'è veramente nulla che possa portare a una riflessione sulle difficoltà di adattamento, di malessere sociale e di frustrazione delle giovanissime generazioni americane dopo l'11 Settembre, che pur si sarebbero potute affrontare. Restano solo le intenzioni, e francamente sembra veramente ben poco fermarsi a esse, ed avere la pretesa di fare del buon cinema. Solo un gratuito, fastidioso, sconsolante voyerismo. Peccato.
Ken Park è una piccola e graziosa cittadina della profonda provincia americana. Il film si apre con il suicidio di un anonimo ragazzo e prosegue seguendo le storie parallele di quattro famiglie diverse e delle loro ossessioni sessuali. Nella prima, una madre intrattiene rapporti sessuali con il giovanissimo fidanzato della figlia sedicenne. Nella seconda, un padre alcolizzato in rotta con il figlio che considera gay, cerca di farsi praticare da lui del sesso orale. Nella terza, un altro ragazzo, tra una masturbazione e l'altra, ammazza i nonni perché barano ai giochi da tavola. Nella quarta, una giovane liceale, dopo aver visto picchiare il suo ragazzo dall'eccentrico e cattolicissimo padre, si rifugia sessualmente in orge con amici.
L'ex-fotografo Clark, reduce da mezzi fiaschi come Kids e Bully (che pur nella loro pretestuosità, conservavano un minimo di provocazione e originalità), con questo film pone seriamente una pietra tombale sul suo futuro da cineasta. Ken park è un'opera di cui si potrebbe ben volentieri fare a meno, per il qualunquismo, per la totale gratuità e per la mancanza di una seria voglia di provocazione che sappia andare anche solo un passo al di là del semplice voyerismo. Queste quattro famiglie sono composte da personaggi che vivono le proprie ossessioni sessuali senza capirne realmente il perché: l'impianto drammaturgico è quasi totalmente assente e tutto diventa una semplice carrellata di immagini gratuite su violenza, membri sessuali, amplessi, secrezioni adolescenziali.
Quello che ne viene fuori è un quadro impietoso non solo per il piccolo microcosmo cittadino descritto, ma anche per l'autore e lo spettatore, costretto a sorbirsi due ore di noiosa ed inconcludente semi-pornografia. Non c'è veramente nulla che possa portare a una riflessione sulle difficoltà di adattamento, di malessere sociale e di frustrazione delle giovanissime generazioni americane dopo l'11 Settembre, che pur si sarebbero potute affrontare. Restano solo le intenzioni, e francamente sembra veramente ben poco fermarsi a esse, ed avere la pretesa di fare del buon cinema. Solo un gratuito, fastidioso, sconsolante voyerismo. Peccato.
Il Regista Larry Clark
Il coregista Ed Lachman
Cast & credits
Titolo
Ken Park |
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Origine
Usa/Olanda/Francia |
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Anno
2002 |
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Durata
96 minuti |
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Colore | |
Soggetto
Harmony Korine (basato su personaggi di Larry Clark) |
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Regia
Larry Clark (coregia di Ed Lachman) |
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Interpreti
James Ransone (Tate) Tiffany Limos (Peaches) Stephen Jasso (Claude) James Bullard (Shawn) Mike Apaletegui (Curtis) Adam Chubbuck (Ken Park) |
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Produttori
Kees Kasander / Jean-Louis Piel |
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Produzione
The Kees Kasander Film Company / Lou Yi Inc. |
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Distribuzione
Fortissimo Film Sales |
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Scenografia
Harmony Korine |
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Costumi
Michele Posch |
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Sceneggiatura
Harmony Korine |
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Montaggio
Andrew Hafitz |
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Fotografia
Ed Lachman; Larry Clark |
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Suono
Dennis Grzesik |