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Essere (troppo) John Malkovich

di F.F.
  Il gioco di Mr. Ripley
Data di pubblicazione su web 01/01/2002  
Il ritorno al cinema di Liliana Cavani dopo nove anni segna anche il ritorno sullo schermo dell'ambiguo personaggio di Tom Ripley, figlio della penna di Patricia Highsmith.

Ambiguo e fascinoso criminale gentiluomo, Thomas Ripley era già stato portato sullo schermo da Wenders ne L'amico americano e appena tre anni fa da Anthony Minghella ne Il talento di Mr.Ripley.

Stavolta lo troviamo, dopo un passato di omicidi, ricettazioni e truffe, ritirato a vita privata in una splendida villa palladiana in compagnia della moglie violinista (Chiara Caselli). Apparentemente sazio della violenza del passato si divertirà, forse per noia o forse per il suo gusto sadico, a trascinare Jonathan (Dougay Scott), un tranquillo padre di famiglia, in un turbine di omicidi e guerre fra bande. Questo è il gioco di Ripley.

Come si suol dire, gli ingredienti per un buon risultato c'erano tutti: un'intrigante ambientazione tra Berlino, Vicenza e le ville palladiane, un interprete principale straordinario, una ricca produzione (e troupe) italo-inglese e una regista di valore. Eppure il film fallisce irrimediabilmente innanzitutto sul piano drammaturgico. La finalità del 'gioco' di Ripley non riesce a varcare i confini della mente di Ripley stesso, lasciando lo spettatore in balia di una climax di violenza che si trascina senza lucidità fino al tragico, ma poco chiaro finale.

Il tentativo di creare un affascinante rapporto "vittima-carnefice" tra il diabolico protagonista e l'innocente e traviato Jonathan non decolla. Troppo rozzamente caricati di significato i due personaggi e poco in palla anche gli attori per un confronto che si vorrebbe sottile e perverso: troppo isterico e sopra le righe Dougay Scott e troppo compiaciuto John Malkovich.

Già, John Malkovich: troppo a suo agio nel ruolo del seduttore gentiluomo e ancor più pericolosamente conscio del suo personale fascino, attraversa il film in una serie di mossette e sguardi da seduttore, cui alterna esplosioni di violenza da psicopatico, per una volta, davvero al limite del ridicolo.


Il gioco di Mr. Ripley
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