Ricatto in nero e blu
Trama
Rinko è una ragazza di 30 anni. Timida e scrupolosa, lavora in un centro di igiene mentale: il suo compito è rispondere al telefono e parlare con pazienti depressi, aspiranti suicidi e altre persone che chiedono aiuto. Il suo lavoro le impone di essere sempre misurata e in pieno controllo delle sue facoltà. Con la voce deve infondere la convinzione che valga la pena vivere, dalle sue risposte dipende la sorte di vite umane. Un giorno riceve un pacco con foto che la ritraggono mentre si masturba. Sono opera di una persona che lei ha salvato al telefono e che adesso vuole ricambiarle il favore, liberandola dalle sue inibizione e timidezze. Inizia per Rinko un gioco perverso in cui una voce anonima le impone di spogliarsi pubblicamente e di concedersi ai suoi desideri nascosti.
Per quanto pessimamente distribuito in Europa, Shinya Tsukamoto è comunque un assoluto regista di culto anche in Europa, divenuto famoso col suo allucinante Tetsuo, film in 16mm che racconta la storia di un uomo che dopo un incidente di auto vede nascere dal proprio corpo un alter-ego metallico. Un cinema visionario e violento, incredibilmente simile (ispirato?) a quello di David Cronenberg, maestro della fusione umano-meccanico, ma capace di soluzioni originali, come vediamo ad esempio dalle scelte cromatiche. Snake of June è infatti interamente girato in scala di blu, una specie di bianco e nero virato al blu (un blu e nero, se si preferisce) con una fotografia sgranatissima che ben si adatta all'ambientazione del film: una impersonale metropoli giapponese costantemente battuta da una pioggia torrenziale.
Per la metà della sua durata il film si svilppa come un thriller: gioca sull'ambiguità del ricattatore-fotografo e tiene alta la tensione non mostrandone il volto. Ma a mano a mano che passa il tempo, scivola sempre più nell'onirico, mentre aumentano le visioni e crolla il confine tra realtà e perversione.
Un efficace pellicola sulla sessualità e il voyeurismo, anche cinematografico, con la macchina fotografica del ricattatore sempre presente a registrare, ed anzi stimolare le perversioni dei personaggi. Considerando che difficilmente il film vedrà la luce della distribuzione nelle nostre sale, Snake of June è un'ottima risposta alla ricorrente (e oziosa) domanda "A che cosa serve un festival?"
Rinko è una ragazza di 30 anni. Timida e scrupolosa, lavora in un centro di igiene mentale: il suo compito è rispondere al telefono e parlare con pazienti depressi, aspiranti suicidi e altre persone che chiedono aiuto. Il suo lavoro le impone di essere sempre misurata e in pieno controllo delle sue facoltà. Con la voce deve infondere la convinzione che valga la pena vivere, dalle sue risposte dipende la sorte di vite umane. Un giorno riceve un pacco con foto che la ritraggono mentre si masturba. Sono opera di una persona che lei ha salvato al telefono e che adesso vuole ricambiarle il favore, liberandola dalle sue inibizione e timidezze. Inizia per Rinko un gioco perverso in cui una voce anonima le impone di spogliarsi pubblicamente e di concedersi ai suoi desideri nascosti.
Per quanto pessimamente distribuito in Europa, Shinya Tsukamoto è comunque un assoluto regista di culto anche in Europa, divenuto famoso col suo allucinante Tetsuo, film in 16mm che racconta la storia di un uomo che dopo un incidente di auto vede nascere dal proprio corpo un alter-ego metallico. Un cinema visionario e violento, incredibilmente simile (ispirato?) a quello di David Cronenberg, maestro della fusione umano-meccanico, ma capace di soluzioni originali, come vediamo ad esempio dalle scelte cromatiche. Snake of June è infatti interamente girato in scala di blu, una specie di bianco e nero virato al blu (un blu e nero, se si preferisce) con una fotografia sgranatissima che ben si adatta all'ambientazione del film: una impersonale metropoli giapponese costantemente battuta da una pioggia torrenziale.
Per la metà della sua durata il film si svilppa come un thriller: gioca sull'ambiguità del ricattatore-fotografo e tiene alta la tensione non mostrandone il volto. Ma a mano a mano che passa il tempo, scivola sempre più nell'onirico, mentre aumentano le visioni e crolla il confine tra realtà e perversione.
Un efficace pellicola sulla sessualità e il voyeurismo, anche cinematografico, con la macchina fotografica del ricattatore sempre presente a registrare, ed anzi stimolare le perversioni dei personaggi. Considerando che difficilmente il film vedrà la luce della distribuzione nelle nostre sale, Snake of June è un'ottima risposta alla ricorrente (e oziosa) domanda "A che cosa serve un festival?"
Il regista Shinya Tsukamoto
Cast & credits
Titolo
Snake of June |
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Origine
Giappone |
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Anno
2002 |
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Durata
77 minuti |
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Colore | |
Bianco e nero | |
Titolo originale
Rokugatsu no hebi |
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Regia
Shinya Tsukamoto |
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Interpreti
Asuka Kurosawa (Rinko) Yuji Koutari (Shigehiko) Shinya Tsukamoto (Iguchi) Tomoro Taguchi (redattore) Susume Terajima (giovane poliziotto) Mansaku Fuwa (negoziante di alimentari) Teruko Hanahara |
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Produttori
Shinya Tsukamoto |
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Produzione
Kaijyu Theater Co. |
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Distribuzione
Gold View Co. |
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Scenografia
Shinya Tsukamoto |
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Costumi
Hiroko Iwasaki |
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Sceneggiatura
Shinya Tsukamoto |
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Montaggio
Shinya Tsukamoto |
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Fotografia
Shinya Tsukamoto |
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Musiche
Chu Ishikawa |