Cucinare per Bonaparte

di Giovanni Fornaro

Data di pubblicazione su web 28/07/2003

Proserpine
Delicata, estremamente compatta ed omogenea, limpidamente melodiosa: sono le caratteristiche più evidenti rilevate in Proserpine di Giovanni Paisiello, opera inaugurale del 29° Festival della Valle d'Itria di Martina Franca, lo scorso 24 luglio. Il compositore tarantino, invitato nel 1801 a Parigi dal Primo Console per la sua Cappella, era tenuto in alta considerazione dallo stesso Napoleone Bonaparte che, infatti, appena arrivato Paisiello a Parigi nella primavera del 1802, gli chiese immediatamente di scrivere un'opera "come si usa in Francia", una tragédie lyrique, genere al quale il compositore della corte napoletana non era avvezzo. Riuscì nell'incarico ma da par suo, realizzando un'opera dalla bellezza musicale quasi disarmante, nonostante che il turgore della vicenda – il mito di Proserpina rapita da Ade/Plutone e fatta sua sposa a dispetto di Demetra/Cerere – avesse teoricamente richiesto un nerbo compositivo più deciso.


Proserpine


Paisiello compose invece arie e recitativi accompagnati (dall'orchestra, ormai non più dal clavicembalo) estremamente cantabili e tersi, non rinunciando a tonalità ed "ambienti" musicali più foschi quando la presenza di Plutone, con la sua schiera di demoni e creature nefande, lo richiede: sempre, però, con garbo ed attenzione al dato prettamente musicale, alla melodia. Particolarmente apprezzabili i ricorrenti cori che percorrono l'opera, mai usuali ma sempre emozionanti e raffinati, esemplarmente interpretati dal notevole Coro da Camera di Bratislava diretto da Pavol Prochàzka. Con queste premesse il bel allestimento che il direttore artistico del Festival – quel Sergio Segalini appena nominato anche alla Fenice di Venezia – ha voluto per Proserpine, non poteva che essere permeato da un forte gusto neoclassico, a cominciare dalle scene (dodici colonne con capitelli corinzi sullo sfondo ed una scalinata) e continuando con i bellissimi costumi in tema, nei toni del blu, dell'oro, dell'ocra, del bianco, curati entrambi dal regista Massimo Gasparon.

Alla povertà d'azione ed in conformità alla musica paisiellana si sono accompagnati gesti scenici sempre simmetrici: ogni "presenza" scenica, ogni movimento del coro, del corpo di ballo – l'Ensemble di Danza del Festival della Valle D'Itria diretto da Deda Cristina Colonna, anch'esso spesso on stage, come d'uso per le tragédies lyriques - e dei cantanti erano equamente divisi fra parte destra e sinistra del palcoscenico, finanche nei gesti dei figuranti, accentuando quel carattere di perfezione formale che è uno dei dati essenziali di questo allestimento martinese. Fra i protagonisti, spicca per valore assoluto il soprano Sara Allegretta, Proserpine, sempre "in parte" e dotata di efficace presenza scenica. Eccezionale nel registro acuto Maria Laura Martorana, soprano al suo debutto al Valle D'Itria nella parte di Cérès.


Proserpine


Bravi anche il baritono Piero Guarnera (Pluton) – con qualche difficoltà alle note più gravi –, Simon Edwards (Ascalaphe), Giovanna Donadini (Cyané), Fernando Blanco (notevole basso come Jupiter); molti bravi anche Tiziana Spagnoletta e Leonardo Gramegna, che meritano ruoli di maggior spicco. Ma ci si lasci dire che i veri protagonisti di questa rara opera seria (alla sua prima rappresentazione in Italia nell'originale francese) musicata da un maestro della scuola napoletana – con libretto di Nicolas François Guillard – sono stati il direttore Giuliano Carella, dal gesto efficacissimo, e un'Orchestra internazionale d'Italia come non l'avevamo mai ascoltata, assolutamente perfetta anche nella calibratura timbrica. Gli applausi a gran voce per Carella ed i suoi musicisti lo hanno confermato.

Dopo Paisiello il prestigioso festival prosegue, con una ricognizione dedicata in parte a musicisti pugliesi, fino all'11 agosto con opere quali il dramma lirico Werther di Massenet (nella versione per baritono), Siberia di Umberto Giordano (nel centenario dalla prima rappresentazione), gli Spanisches Liederbuch musicati da Hugo Wolf, il monodramma Gli amori di Teodolinda di Giacomo Meyerbeer ed infine l'opera sacra con due composizioni brevi di Saverio Mercadante, Requiem breve e Le ultime sette parole di Nostro Signore sulla Croce.


Proserpine

Cast & Credits

Trama




 

Il sito internet del Festival
www.festivaldellavalleditria.it
 

Cast & credits

Titolo 
Proserpine
Sotto titolo 
tragedia lirica in tre atti
Data rappresentazione 
24/07/2003
Città rappresentazione 
Martinafranca
Luogo rappresentazione 
Festival della Valle D'Itria
Prima rappresentazione 
Parigi, Opéra, 28 marzo 1803
Evento 
Prima rappresentazione in Italia della versione originale francese nel bicentenario della prima esecuzione
Libretto 
Nicolas François Guillard
Regia 
Massimo Gasparon
Interpreti 
Sara Allegretta (Proserpine)
Maria Laura Martorana (Cérès)
Giovanna Donadini (Cyané)
Simon Edwards (Ascalaphe)
Pero Guarnera (Pluton)
Fernando Blanco (Jupiter)
Tiziana Spagnoletta (una ninfa)
Leonardo Gramegna (un messaggero)
Scenografia 
Massimo Gasparon
Costumi 
Massimo Gasparon
Coreografia 
Deda Cristina Colonna
Corpo di ballo 
Ensemble di danza del Festival della Valle D'Itria
Orchestra 
Orchestra internazionale d'Italia
Direzione d'orchestra 
Giuliano Carella
Coro 
Coro da Camera di Bratislava
Maestro del coro 
Pavol Prochàzka
Note 
Nuova edizione Casa Musicale Sonzogno, Milano, in collaborazione con il Centro Artistico Musicale Paolo Grassi, Martina Franca – revisione di Luisa Cosi

Trama

In Sicilia Cérès parte per la Frigia lasciando temporaneamente sua figlia, la ninfa Proserpine. Pluton, dio dell’oltretomba, giunge sulla terra e se ne innamora. In un momento in cui Proserpine è sola, Pluton le rivela il suo amore, mentre il Ascalaphe la invita a non resistere al volere del dio degli inferi. Un coro di divinità infernali inneggia all’amore mentre Pluton trascina la ninfa nel suo regno. Al suo ritorno, Cérès apprende dalla ninfa Cyané del rapimento e si scaglia contro Jupiter che non ha protetto la loro figlia. Nel frattempo Proserpine continua a piangere ed invocare la madre, nonostante le offerte di Plutone di farla diventare sua regina ed amarla. Pluton, decretando che in onore della ninfa le anime più tristi dell’inferno non debbano soffrire più, colpisce Proserpine che inizia ad avere sentimenti contrastanti. Jupiter manda un messaggero intimando a Pluton di liberare la figlia, ma tutto ciò manda in furia il dio dell’Ade, tanto che si profila un conflitto fra dei. Salomonicamente Jupiter decide che Proserpine sposerà Pluton ma vivrà sei mesi negli inferi e sei mesi in superficie, con la madre.