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La gioia della vita

di Paolo Gallarati
  La piccola volpe astuta
Data di pubblicazione su web 26/06/2003  
[da "La Stampa" del 18 giugno 2003]
Ritorna alla Scala-Arcimboldi la Piccola volpe astuta di Leós Janácek. Mancava dal 1958, quando la critica italiana l'accolse come una rivelazione. Oggi Janácek è noto ed eseguito ma l'entusiasmo, magari un po' temperato, rispetto agli inni di allora, resta: e se non possiamo più condividere l'impressione di Mila, che la sua musica sia più bella di quella di Strauss, modello filtratissimo ma realmente presente, riconosciamo il fascino di molte pagine, senza gridare al miracolo, con animo intenerito e commosso.


la piccola volpe astuta


Questa fiaba di vita boschereccia, dove gli animali dialogano tra loro e capiscono il linguaggio degli uomini, è certamente un affascinante poema della natura, ma non nel senso romantico di un prolungamento dell'io nell'altro. Cade difatti in Janácek ogni distinzione tra il soggetto che osserva e la natura che viene contemplata: uomini e animali sono messi sullo stesso piano, il loro linguaggio verbale si parifica, la loro esistenza confluisce in una totalità frammentaria di voci segrete, impulsi vitali, melodie momentanee, sprazzi ritmici, pigolii, intermittenze, fruscii; un universo di vita sonora che accoglie in sé ogni vivente in una corrente di coscienza che scorre senza fine.


la piccola volpe astuta


Di qui nasce l'originalità di Janácek sia rispetto al romanticismo e che al Novecento: la sua musica, composta nel 1923, produce un effetto-labirinto di moderna frantumazione, che spiazza la nostra attenzione, la attira in punti continuamente diversi ma non produce un senso di smarimento o d’inquietudine. Al contrario di quanto avviene di solito nell'opera moderna, la natura di Janácek ispira una sensazione di salute, di pienezza e sostanzialmente di gioia. L'empito sinfonico che sale dall'orchestra nell'ultima scena, quando il guardiacaccia ricorda gli amori passati e saluta l'inizio della vecchiaia, non è per nulla desolato: è invece un abbandono confidente al flusso della vita, dei suoi cicli eterni di nascita e morte: la volpe astuta è stata uccisa, ma la sua cucciolina entra in scena correndo e ne perpetua la vita mentre la piccola rana chiude l'opera con una battuta scherzosa.


la piccola volpe astuta


L'allestimento di David Pountney non scambia fortunatamente Janácek con Esopo né con i Fratelli Grimm, e non sovrappone all'opera significati allegorici che la appesantirebbero: con le scene di Maria Bjornsson crea il bosco e invita ad ascoltare questa musica nel modo più giusto, cioè abbandonandosi al flusso vitale del suo naturismo antropomorfo e sottilmente ambiguo, senza porsi troppi perché. La scena unica, una collinetta verde, diventa bianca d'inverno, si spacca per rappresentare gli interni, è sovrastata da bellissimi alberi senza tronco, come sospesi in un sogno. Meno convincenti, invece, i costumi, troppo poco animaleschi; se non si fa capire al pubblico con assoluta immediatezza quali siano gli uomini e quali gli animali, gran parte del singolarissimo mondo dei viventi inscenato da Janácek viene visivamente annebbiato.
la piccola volpe astuta



L'opera ha avuto un successo molto caloroso. Questa è musica che corrobora, e contamina per la sua fresca immediatezza ben valorizzata dal direttore Andrew Davis che si è preso ovazioni calorose: la sua concertazione, in effetti, era poetica, ricca di suono ma anche ben stratificata nel pullulare di impulsi ritmici, melodici, timbrici che sgorgano in continuazione come polle d'acqua. La volpe astuta era Rosemarie Joshua, una soubrette in panni boscherecci, poco volpina nel custume, molto invece nel modo di muoversi correre, saltare e cantare con grazia e spirito. Alan Ope (Il guardiacaccia) Ian Thompson (Il maestro) Laszlo Polgar (Il parroco) erano alcuni degli umani impegnati, mi pare assai bene, nel rendere i suoni della lingua ceca che per Janácek costituiva il laboratorio di una rivoluzionaria concezione del canto operistico. Impossibile citare tutti gli inepreti di Gallo, Gallina, Grillo, Bruco, Rana, Picchio, Civetta, Zanzara, Tasso e Libellule; ma vi assicuro che il loro avvicendarsi sulla scena era sempre consapevole della delicatezza della poesia e della sottile ebbrezza vitale che la musica di Janácek richiede agli esecutori.


[Da "La Stampa" del 18 giugno 2003]

 


Príhody lišky bystroušky (La piccola volpe astuta)
opera in tre atti


cast cast & credits
 

 






 
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