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L'innocenza tradita

di Marco Luceri
  Quando sei nato non puoi più nasconderti
Data di pubblicazione su web 20/05/2005  

Quando sei nato non puoi più nasconderti di Marco Tullio Giordana è l’unico film italiano in concorso quest’anno al Festival di Cannes. La kermesse francese, fino ad ora abbastanza deludente, soprattutto se considerate le grandi aspettative, rappresenta una vetrina internazionale importante per un autore come Giordana, salito alla ribalta nell’ultimo decennio grazie a importanti film d’inchiesta come Pasolini un delitto italiano (1995), I cento passi (2000) e l’ultimo, commovente La meglio gioventù (2002); eppure, l’ultimo film del regista milanese sembra rivelarsi a tutti gli effetti un vero e proprio fiasco, probabilmente non all’altezza del concorso cinematografico più prestigioso del mondo. Lo scrivo con amarezza e non privo di un certo sconcerto, forse colpevole di aver riposto troppe sincere speranze in Giordana, ma francamente il suo ultimo lavoro è a tratti imbarazzante.

Tipico film di sceneggiatura (anche se l’etichetta, lo ammetto, è contestabile), Quando sei nato… ha dei gravissimi problemi proprio di scrittura, ai quali purtroppo non riesce a sopperire neppure la regia, in gran parte priva di quella autorialità che si pensa di dover riconoscere a Giordana. Se le colpe in fase di sceneggiatura derivino dal soggetto (tratto dall’omonimo romanzo di Maria Pace Ottieri) o dalla faciloneria con cui sia il regista che gli sceneggiatori Sandro Petraglia e Stefano Rulli hanno potuto trattare il materiale letterario non ci è dato di saperlo, resta comunque eloquente la modestia e l’assoluta mancanza di equilibrio di un film tratto da una storia che poteva avere sul grande schermo ben altra resa.



Sandro (Matteo Gadola) ha dodici anni e una vita spensierata a Brescia. Un giorno, durante un viaggio in barca nel Mediterraneo con il padre (Alessio Boni), cade in acqua e non riescono a raggiungerlo prima che sparisca tra le onde. Viene ripescato da uno scafo su cui sono imbarcati dei clandestini che fanno rotta verso l'Italia, sperando in una vita migliore e nel miraggio di un lavoro per poter mantenere le loro famiglie. Tra gli emigranti ci sono due fratelli rumeni, Radu e Alina (rispettivamente i bravi esordienti Vlad Alexandru Toma e Hester Azan). Hanno la stessa età di Sandro e tra i tre ragazzi si stringe un rapporto che somiglia sempre più ad un'amicizia, nonostante le diversità. Sandro si sente vicino a loro, soprattutto ad Alina, così bella ai suoi occhi di adolescente, finché la dura realtà con cui i ragazzi si scontrano non ha come teatro proprio l’Italia, la sua burocrazia, le sue ingiuste leggi sull’immigrazione, i suoi disumani lager d’accoglienza.



Peccato che la realtà vera in Quando sei nato… non ci sia per niente. Poco male, si potrebbe ribattere, ma quando un film di questo genere vuole fare anche fare della sociologia è facile cadere nella trappola degli stereotipi, e Giordana non riesce a schivarne neanche uno. Che tipo di Italia ci racconta il regista milanese, in questo microcosmo di destini incrociati tra il Mediterraneo e la padania? Sembra il Paese delle meraviglie: bambini cresciuti a suon di buoni valori, padri-imprenditori con ville principesche e panfili da dieci metri che però pranzano felicemente con gli operai, contentissimi (loro) di sedere alla destra del padrone e di sentirsi veri protagonisti (con neanche mille euro al mese…), mogli premurose e madri comprensive, preti eroici e misericordiosi (!), immigrati che nei centri di prima ospitalità giocano a calcio, danzano e cantano (!!!). E a condire il tutto, se il buonismo qualunquista non vi fosse bastato, ecco insinuarsi la sindrome Cuore sacro (dicesi sindrome Cuore sacro l’irresistibile tendenza del nostro cinema al kitsch pauperistico-francescano a cui si immolano quelle belle anime dei nostri grandi industriali a contatto con la miseria del Paese); i dialoghi tra i personaggi, artificiosi e didascalici (tutta la seconda parte del film è di una noia mortale), aggiungono approssimazione ad approssimazione, fino a far diventare Radu un ladro e uno spergiuro e Alina una ladra e una puttana.



Sistemato il quadro, con ognuno finalmente al suo posto, scarichiamo la colpa sul Destino, tanto non può controbattere, e la nostra sociologia da quattro soldi può giustificarsi dietro gli occhi e lo sguardo di un’innocenza perduta, quella del "povero" Sandro, che sarà pure un disilluso, ma va in giro (beato lui!) sempre con almeno i 100 euro del papi in tasca. Per non parlare poi del finale, con quel fuorifuoco che sa tanto di effettaccio posticcio e raffazzonato…

Ma ciò che più preoccupa, in questo film scritto male, è soprattutto la mancanza di una regia adeguata ad interpretare la diversità dello sguardo di Sandro a contatto con l’alterità del mondo, traccia, questa, che se fosse stata sviluppata, avrebbe forse salvato il film dalle secche semplicistiche in cui la narrazione lo fa arenare. C’è tutta una grande tradizione nella storia del cinema italiano, che va da I bambini ci guardano (1944) di De Sica a Germania anno zero (1948) di Rossellini, fino ai più recenti Il ladro di bambini (1992) di Amelio e Il miracolo (2003) di Winspeare, in cui lo sguardo innocente dei bambini si fa veicolo di conoscenza verso il mistero della realtà e della diversità del mondo. Nelle intenzioni forse, Giordana avrebbe voluto, con Quando sei nato…, proseguire su questa traccia, peccato però che la convenzionalità delle scelte drammaturgiche e la mancanza di un una poetica attraverso cui trasformare l’esperienza di Sandro in una vera proposizione estetica (e morale), facciano restare il film drammaticamente al di sotto delle sue potenzialità. Peccato. Davvero.






Quando sei nato non puoi più nasconderti
cast cast & credits
 



 


 

Marco Tullio Giordana
Marco Tullio Giordana




 

 
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