“Scoppia il caso Giorgino”. Così le agenzie di stampa. Càspita, commenta uno un po distratto, leggendo il giornale. Poi, finito il caffè e un po meno addormentato, si chiede: “Giorgino… chi era costui?”. Scorre qualche riga in più, e scopre essere, il Giorgino, il lettorino del Tg1 delle 20: sì, quello con la barbina… quello con locchino di triglina… quello che presentò un Sanremino… Insomma il Giorgino! Ah sì. Quello. E che ha fatto?
Qui si potrebbe, chi ne avesse voglia, disquisire un po sulla labilità della fama che si ottiene dal piccolo schermo. È come con il Grande fratello o altre simili baggianate: celebrità assicurata. Infatti appena quellossessione giornaliera è finita, chi si ricorda più chi erano quei disperati che per un quarto dora di fama avrebbero fatto di tutto (e, a dire la verità, lhanno fatto). Tanto è vero che qualcuno, per ‘bucare un po di più lo schermo, ogni tanto trova un escamotage meno volatile. Per esempio tira un paio di bestemmie in diretta, si fa espellere, rilascia interviste assatanate, così se ne parla per qualche giorno in più (Baccini lultimo: il cantante vogliamo dire, non il ministro). Il risultato finale però è sempre lo stesso: oblio perenne. Meno male; anzi,come diceva quello, “la cè la Provvidenza”.
Ora torniamo al Giorgino. Che è giornalista Rai da sempre, e che – sembra – nel tempo libero tiene o teneva anche un insegnamento a contratto di qualche disciplina massmediologica (ce nè tante…) alla Sapienza di Roma – dove si vede che lUniversità è davvero in crisi, ragazzi (sappiamo quel che diciamo: garantito al limone). E che ha fatto il Giorgino per essere, questa è la notizia, tolto dal video dal brutale direttore Clemente J. Mimun? (a noi, lo diciamo tra parentesi, quel J. puntato nel mezzo ci ha sempre fatto venire in mente Lee J. Cobb, ‘cattivo celebre dei film hollywoodiani: è un complimento, parola).
Il Giorgino, per non saper né leggere né scrivere, un paio di giorni fa si è fatto intervistare da “Libero”. Non era unintervista, ha detto poi lui. Era una chiacchierata. Sì, come no? neanche se il Giorgino non facesse il giornalistino. Vabbè, lasciamo perdere. E nellintervista ne dice, a dire la verità, di belle sul conto del suo direttore: che sarà Mimun, ma mica è tanto Clemente (con quella J. nel mezzo, poi). Per esempio che lui non è daccordo sul modo di dare le notizie, anzi sul modo di ‘gestirle, come suol dirsi. Per esempio che a lui non piace la prassi di mettere gli applausi dove non ci sono, di tagliare i fischi… E che, perché no?, è favorevole al centrosinistra. E così via.
E dico poco. Ora, noi sappiamo (conosciamo i nostri polli…) quello che voi state pensando. Eh, Giorgino, Giorgino… (avrebbe fatto Ezio Greggio a Striscia). Sei un bel… furbino! Ma il J., sordo alle sirene delle prossime elezioni, lha tolto dal video, visto che è il direttore, e in un giornale il direttore può farlo, eccome. Immediata la replichina del Giorgino, che si sente vittimina di un colpino di statino o giù di lì; e quella del Cdr del Tg1 che parla di un “atto grave” e difende “in modo assoluto il diritto di critica e la libertà di esprimere qualsiasi opinione da parte dei giornalisti”. Che è un bel modo di pensarla, ammetterete. Per esempio: a uno sta sulle palle il suo capo, diciamo così (in banca, in un ministero, in un ospedale, in ununiversità…). Che fa? invece di confessarlo alla moglie o agli amici a cena, o dirglielo in faccia che è sempre la cosa più semplice e diretta, lo spiattella a un giornale. Così diventa un atto pubblico, da privato che era. Anzi scherziamo?: politico. E già che cè butta anche lì che certi modi di ‘gestire non sono poi così ortodossi… Che anche politicamente… E poi si lamenta se quello invece di dirgli bravo lo mette da parte. Ah, Giorgino!
Noi, nei panni del J., avremmo fatto lo stesso. Anzi, peggio. E la solidarietà, che è una cosa seria, la concediamo col misurino, Giorgino.
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Francesco Giorgino
Lee J. Cobb
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