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Il fascino dell'essenzialità

di Paolo Gallarati
  Le nozze di Figaro
Data di pubblicazione su web 07/02/2004  
E' cominciata una nobile gara tra il Teatro Carlo Felice e il Regio di Torino: nel giro di un mese allestiscono entrambi Le Nozze di Figaro con due registi di primo piano, Robert Carsen a Genova e Jonathan Miller a Torino. Secondo i dettami della migliore scuola anglosassone, Carsen, mettendo in scena Le Nozze di Figaro, procede per sottrazioni: via il Settecento, via le scene e i costumi rococò, con parrucche, crinoline e fronzoli vari, via ogni orpello decorativo. Tutto si svolge in un ambiente neutro, quasi spoglio, illuminato da luci meravigliose, e i personaggi vestono abiti moderni (costumisti Gabrielle Dalton e Charles Edwards), che li avvicinano a noi ed esaltano l'"universale umano" consegnato da Mozart alle note della favolosa partitura: Figaro e Susanna, il Conte, la Contessa e Cherubino diventano così nostri contemporanei, sottolineando il fatto che quella musica bicentenaria è così vera che pare scritta ieri per una vicenda eternamente attuale. La cosa riesce bene perchè Carson riduce il teatro al suo principio essenziale, che è il gioco scenico e il movimento degli attori.

Ecco Figaro, con il baritono Nicola Ulivieri in camicia bianca e bretelle nere, un'esplosione di divertimento, astuzia, affetto, fierezza e calore umano; Susanna, che la bravissima Patricia Ciofi interpreta vestita da cameriera con grembiule bianco e nero, vivace, brillante e tenera; il Conte di Marco Vinco, forse un po' troppo giovane per la parte del signore appassionato e fiero, e dalla voce un po' chiara, ma molto convincente nella sua impulsività; la Contessa di Eteri Gvazava, alta, elegante e aristocratica nei suoi abiti neri, fine conoscitrice dello stile mozartiano, anche se la voce, qua e là, presenta qualche smagliatura e durezza. Ma è così bella a vedersi che il personaggio, assorto e malinconico, a tratti vitalissimo nella sua freschezza ancora giovanile, s'impone sin dalla prima scena, come quello di Cherubino, che la straordinaria Marina Comparato incarna in pantaloni bianchi e giacchetta blu mare, facendo del paggio un compendio umanissimo di inquietudini e palpiti amorosi, energia scherzosa e improvvise malinconie. Tutti, però, andrebbero citati: Bartolo (Daniel Borowski) con un elegante completo marrone, Marcellina (Francesca Pedaci)con i suoi capelli grigi e la pelliccia di castoro, Don Basilio (Ugo Benelli) vestito da prete, e così via.

Le nozze di Figaro

Numerose sono le scene che si ricorderanno per l'esattezza della recitazione e della ritrattistica psicologica: il terzetto della seggiola nel primo atto, la straordinaria apertura del secondo atto, con la Contessa rannicchiata sul pavimento, vicino al letto, e la camera inondata dalla luce dell'aurora, l'ira del Conte che spacca una chitarra in preda al furore, il travestimento di Cherubino che Susanna acconcia da donna per la burla serale, e così via: ogni gesto è costruito sulla musica, e contribuisce ad arricchire i ritratti dei singoli e a rendere vitale il ritmo della commedia. Nelle scene, con alte pareti nude, sono molto belle le luci, ora calde e dorate, ora fredde di un colore azzurino; nell' ultimo atto , invece, Carsen e lo scenografo Charles Edwards ci trasportano in un ambiente astratto. La notte è sullo sfondo con un cielo blu scuro; un sentiero di lumini accesi brilla nel buio mentre una selva di manichini rende l'idea del labirintico giardino.

Detto così sembrerebbe assurdo; in realtà il gioco degli equivoci, degli scambi di persone, dei personaggi che si nascondono osservando gli altri, riesce bene, e i manichini hanno, più delle piante, l'aspetto di presenze assorte, perfettamente in sintonia con il mistero che si sprigiona dalla musica. Mistero che la direttrice d'orchestra Julia Jones ha reso abbastanza bene, privilegiando però il ritmo della commedia che è riuscito sempre vivacissimo e teso: una direzione senz'altro molto vitale, anche se Mozart vorrebbe un suono più bello, più sfumato e maggiore accuratezza nei particolari.

Le nozze di Figaro
opera buffa in quattro atti


cast cast & credits


Da "La Stampa"
del 1 febbraio 2004



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