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Exit Pizzul

di Roberto Fedi
  Bruno Pizzul
Data di pubblicazione su web 22/08/2002  
Ventuno agosto 2002, ore 20.45 primo canale, da Trieste: Italia-Slovenia. Amichevole della pattuglia di reduci di un tristanzuolo Giovanni Trapattoni. È un momentaccio per il calcio, tra bancarotte, rinvii di campionato, poveri miliardari con Ferrari (una o due?) e, come se non bastasse, anche Galliani. Sugli spalti botte da orbi; in campo, solo orbi.

Ma c'è qualcosa di buono. Bruno Pizzul va in pensione, per raggiunti limiti di età. Un sollievo. Questa è la sua ultima telecronaca, pessima e noiosa come tutte le altre, tronfie e irriguardose (dello spettatore-ascoltatore, del calcio, e degli avversari: per non parlare degli arbitri, a scelta incompetenti o venduti). Pizzul ci intristiva dal 1969, anno disgraziato anche per questo, e come 'voce' della nazionale da vent'anni tondi, quando era subentrato a Martellini; che, a sua volta, aveva spodestato il 'mitico' (buona questa) Carosio, in modi traumatici. Non che l'avesse ammazzato - avrebbe magari fatto bene - ma lo aveva sostituito quando il Carosio, per il quale l'avvento della TV era stato una vera disgrazia, nella partita Italia-Israele di Messico 70 avendo un guardalinee etiope annullato un gol a Riva, se ne uscì con un fenomenale "Quel negretto [altre testimonianze: negraccio] non è certo nostro amico!", di cui la Rai approfittò per un licenziamento in tronco. Martellini era lì, a differenza di Carosio un giocatore su tre di solito lo imbiffava, e così ce lo tenemmo per quasi tre lustri.

Ora, Raisport (la peggiore delle sezioni Rai) e il suo direttore Paolo Francia hanno annunciato la successione a Pizzul. Un miracolo all'italiana. Non più un commentatore più una 'spalla', bensì addirittura due team (sic). Primo team: Cerqueti, Bulgarelli, Varriale, Goria, Rubino; secondo team: Bizzotto (l'unico bravino), Bulgarelli, Paris, Failla, Balestrieri. Provate a leggerli in fila: è quasi una squadra di calcio - Bulgarelli vale doppio. Con (udite udite) anche due signore. Altro che Carosio e i suoi negretti, o negracci: qui siamo al politically correct, non si scherza. Le due squadre, pardon: team, si alterneranno tra nazionale A e Under 21. Si presume che un paio di questi prodi saranno dislocati a marcare stretto Trapattoni, sì da informarci adeguatamente su quante volte fischia, salta, si gratta la pera o sparge l'acqua santa; altri (Varriale ci sembra fatto apposta) correranno, con i loro completini stretti da prima comunione, a ficcare untuosamente il microfono sotto il naso di qualcuno, sì che possa dire le scemenze che gli pare (questa sarebbe l'intervista secondo Raisport); altri ancora andranno semplicemente in gita.

Prossimo appuntamento: Baku, 7 settembre. In tempi di giusta austerity, ci si chiede quanto costi spostare così lontano questa tribù di allegri compagni della foresta. Ci attanaglia anche una curiosità: essendo, gli eroici telecronisti Rai, quasi tutti monoglotti e ignoranti, come pronunceranno i nomi dei giocatori dell'Azerbaijan? Ci sia permessa allora una modesta proposta a Raisport: assumete anche un poliglotta. Così sono undici, e la formazione è fatta.

Post scriptum.
Il calcio slitta, com'è noto. Altra curiosità: che farà il triste Maffei la domenica, con i suoi completi-nuovi-di-zecca da testimone di nozze? (tra parentesi: ma chi li veste, questi?). E il pollaio delle sceme comari della Ventura? Come direbbe Fede (e Mentana, eccetera): staremo a vedere - variante Rai: staremo a vvéde'.




 
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