Un atleta sul filo dell'improvvisazione
![Virus](../recensioni/img/cat8/charnock.jpg)
Ballerino e scrittore, fondatore nel 1989 del DV8 [da leggersi "divieit"= deviate] Physical Theater, Nigel Charnock aveva già realizzato in collaborazione con il compositore tedesco Michael Riessler un spettacolo ispirato ai sonetti di Shakespeare (Fever, 1998). I due hanno proseguito il lavoro con questa seconda parte commissionata dalla Biennale.
L'inizio è violento e prodigioso secondo il prorompente stile del ballerino, circa quindici minuti di acrobazie tra muro e palcoscenico, con brutali incursioni in platea, un microfono quasi inghiottito, un respiro amplificato fino al rantolo. Una prova di altissimo valore atletico e ginnico, cucita sulle improvvisazioni musicali di Riessler e del suo gruppo. Poi la tensione cala con il prevalere di un monologo intelligente e furbo che vuole attualizzare Shakespeare (i sonetti, Otello, Amleto, Riccardo III) e farne la parodia.
E parodia è anche quella che il ballerino descrive ai danni di grandi della danza novecentesca. Qui la musica prende il sopravvento sul movimento e lascia riposare l'interprete unico. Poi si riavvia la furia devastatrice del balletto che si insinua fin sotto il rivestimento di gomma del palcoscenico per celebrare il continuo rinascere e morire dell'energia letale del virus che è amore e (naturalmente) morte. Qui, di nuovo, il dialogo tra clarinetto e corpo in movimento, sempre sul filo dell'improvvisazione, lascia intravedere quei lampi di creatività che una certa facilità di comunicazione aveva appiattito nel corso dei 55 minuti di performance.
L'inizio è violento e prodigioso secondo il prorompente stile del ballerino, circa quindici minuti di acrobazie tra muro e palcoscenico, con brutali incursioni in platea, un microfono quasi inghiottito, un respiro amplificato fino al rantolo. Una prova di altissimo valore atletico e ginnico, cucita sulle improvvisazioni musicali di Riessler e del suo gruppo. Poi la tensione cala con il prevalere di un monologo intelligente e furbo che vuole attualizzare Shakespeare (i sonetti, Otello, Amleto, Riccardo III) e farne la parodia.
E parodia è anche quella che il ballerino descrive ai danni di grandi della danza novecentesca. Qui la musica prende il sopravvento sul movimento e lascia riposare l'interprete unico. Poi si riavvia la furia devastatrice del balletto che si insinua fin sotto il rivestimento di gomma del palcoscenico per celebrare il continuo rinascere e morire dell'energia letale del virus che è amore e (naturalmente) morte. Qui, di nuovo, il dialogo tra clarinetto e corpo in movimento, sempre sul filo dell'improvvisazione, lascia intravedere quei lampi di creatività che una certa facilità di comunicazione aveva appiattito nel corso dei 55 minuti di performance.
Virus
Cast & credits
Titolo
Virus |
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Data rappresentazione
2/03/2001 |
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Città rappresentazione
Venezia |
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Luogo rappresentazione
Teatro Fondamenta Nuove |
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Evento
Prima assoluta |
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Interpreti
Nigel Charnock (danza e voce) |
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Produzione
N. Charnock e M. Riessler |
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Coreografia
Nigel Charnock |
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Musiche
M. Riessler, eseguite dal vivo da M. Riessler (clarinetto) e dallo String Quartet, composto da W. lehmann e M. Lehmann (violini), V. Royer (viola), S. Eychmüller (violoncello) |