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Verdi secondo il New York City Ballet

di Gabriella Gori
  New York City Ballet
Data di pubblicazione su web 08/09/2001  
Nell'anno delle celebrazioni verdiane un imperdibile concerto di danza ha celebrato il musicista di Busseto, a torto considerato refrattario e poco incline all'arte di Tersicore. In un'atmosfera da sogno e in un gremitissimo e festante teatro, il Regio di Parma, il ritorno in Italia dopo sette anni del leggendario New York City Ballet, per il Verdi Festival 2001, ha posto l'accento sulla necessità di rivalutare la musica da balletto del geniale compositore. Al Regio sono andate in scena quattro coreografie di cui due storiche riprese, il Ballo della Regina di George Balanchine, dal terzo atto del Don Carlo, detto anche "La Peregrina" (1978), The Four Seasons di Jerome Robbins su musiche tratte da I Vespri siciliani, I lombardi alla prima crociata, Il trovatore (1979), e le novità di Peter Marins, direttore del New York City Ballet, Quartet for Strings dal "Quartetto per archi in mi minore" di Verdi, in prima assoluta, e in prima mondiale Viva Verdi su variazioni da La Traviata.

Firmatari di questo quartetto d'autore, il russo Balanchine, una delle figure più rappresentative della danza del Novecento, padre della compagnia statunitense e artefice del cosiddetto stile neoclassico, Robbins, altra anima del NCB, ideatore del mitico West Side Story, e Martins, adepto e depositario della lezione di Balanchine, étoile, coreografo, e dal 1990 direttore della formazione newyorkese. La tradizione dei balletti-divertissements all'inizio del terzo atto di un'opera lirica, e dei ballabili disseminati qua e là negli atti, è accettata da Verdi che, specie per i capolavori parigini stile grand-opéra come I Vespri siciliani e il Don Carlo, si avvalse della collaborazione di importanti coreografi del calibro di Lucien Petipa.

Non solo ma il musicista non cedette mai alla tentazione di andare contro la consuetudine artistica dell'opulenta ville lumière di Napoleone III, rischiando di inimicarsi i membri del Jockey Club, ricchi finanziatori del teatro e desiderosi dei divertissement per bearsi delle grazie delle ballerine o dedicarsi al pettegolezzo galante nel foyer. Ma al di là di considerazioni di carattere storico, chi consacra l'insospettata vocazione coreutica del musicista italiano è proprio Balanchine che, in occasione della première del Ballo della Regina, dichiarò che dal modo in cui Verdi aveva distribuito i cori, lui aveva imparato a distribuire il corpo di ballo, gli ensemble e i solisti. E all'insegna della verve danzante del genio verdiano, Balanchine e Robbins hanno firmato per lo splendido NCB alcune delle loro coreografie più belle, riapprezzate al Regio di Parma anche grazie all'ottima esecuzione dell'orchestra della Fondazione Toscanini, diretta da Hugo Fiorato.

Il Ballo della Regina è una creazione altamente virtuosistica e astratta in cui, davanti a un fondale ceruleo, dodici protagoniste e l'impeccabile Peter Boal, in evanescenti costumi di un tenue celeste-rosa (Ben Benson), inanellano nel puro stile balanchiniano échappés, piqués, jetès, pas de bourrès, brisés volés, manèges e sfavillanti batterie, in un contesto e in concezione coreutica moderna.

Sulle musiche del "Quartetto per archi in mi minore" di Verdi, Peter Martins firma Quartet for Strings, una coreografia in cui l'autore, sull'esempio del Maestro russo, propone una serie di enchainements, mirabilmente interpretati da un quartetto maschile e femminile e da tutta la compagnia. Anche in questo caso i colori del fondale verdazzurro e i costumi smeraldo di Holly Hynes stigmatizzano un balletto concertante di pregevole fattura.

All'insegna di un collage di ballabili da La Traviata, il direttore del NCB ha composto Viva Verdi, forse la meno riuscita delle sue creazioni. Questa volta sono i colori giallo e rosa dei costumi dei protagonisti a stagliarsi netti sul fondale azzurro e un quintetto formato da quattro donne e un uomo in corpetto rosso, alternano pas seul, pas de trois, pas de quatre, con in testa la formidabile Darci Kistler, già musa di Bejart e ora sposa di Martins.

In The Four Seasons su musiche tratte da I Vespri siciliani, interpolate con brani de I lombardi alla prima crociata e Il trovatore, Jerome Robbins, irridendo all'enfasi della scenografia dell'opera lirica ottocentesca - anche qui carica e sfarzosa nell'allestimento e nei costumi di Santo Loquasto - ha realizzato un vero gioiello coreografico sugli umori e i cromatismi stagionali, messo a punto da un NCB in forma smagliante. Giano, il dio del nuovo anno, impersonato da un autorevole Robet Lyon, apre le danze con l'Inverno e i ballerini in bianco che regalano legazioni classicissime. Segue la Primavera con costumi sul verde e il giallo tenui e sequenze di una resa tecnica strabiliante; poi arriva l'Estate nei colori dell'oro e dell'arancione in un'esplosione di vita e di danza. Alla fine l'Autunno, nelle mille sfumature del rosso, fa il suo ingresso con la lunghissima Alexandra Ansanelli, divina nelle sua evoluzioni, e Damian Woetzel, stratosferico nei salti e nei giri. Antonio Carmena, un fauno dotato di ballon e aplomb più unici che rari, congeda una serata ricca di bellezza, cultura e civiltà.

Serata Verdi - New York City Ballet


Ballo della Regina
cast cast & credits
 


Quartet for Strings
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Viva Verdi
cast cast & credits
 


The Four Seasons
cast cast & credits
 





 





 
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